giovedì 8 marzo 2018

Vescovo Marconi: analisi della vittoria leghista a Macerata (crisi di Banca Marche; immobilismo dopo il terremoto; città ingiurata come fascista e razzista)

Postiamo la lucida e condivisibile analisi dei recenti risultati elettorali della Città di Macerata (Civitas Mariae QUI ) del Vescovo Diocesano Mons.Nazzareno Marconi, pastore attento e premuroso del gregge che gli è stato affidato.(*)
Macerata,  "Città di Maria",  dopo il Concilio Vaticano II s'è ritrovata  "città della Massoneria" ( con dei veri"signori" vecchio stile);  politicamente però , dopo la dissoluzione della DC, è stata proiettata a sinistra: una mutazione genetica riassunta visibilmente nelle spregiudicate regie "radical chic"  di Sferisterio Opera Festival. 
Persone di buon senso  hanno gridato allo scandalo ma sono state subito zittite anche dalle eleganti signore con la falsa R moscia...
All'analisi equilibrata e seria del Vescovo vogliamo solo aggiungere che FINALMENTE in casa centro-destra è stato presentato il Candidato, vincente, che proviene  dal volontariato cattolico.
In moltissimi da decenni  avevano chiesto agli improvvisati comandanti del centro destra che per "incrementare" il voto al centro-destra bisognava ricorrere  alla perla dell'impegno cattolico soprattutto nel volontariato.
Quel tipo di soluzione fu sempre rifiutata mentre in molti, sgomenti, si chiedevano il perchè...
Semplice: perchè un candidato  figlio del volontariato cattolico avrebbe vinto... così come ha vinto, in modo quasi schiacciante,  alle elezioni del 4 marzo scorso.
Una lezione da non dimenticare!
E non solo a Macerata...
AC
***
«La Lega agli occhi della gente non è solo Salvini, ma anche persone sul territorio che sono percepite come più rassicuranti». 
Il vescovo di Macerata, mons. Nazzareno Marconi riflette sul voto nel Paese con particolare riferimento a quello della sua città che ha registrato un’impennata di voti della Lega. 
Ad un mese dall’aggressione di Luca Traini, il Carroccio a Macerata è passato dallo 0,6% del 2013 al 21%
C’è chi ha parlato di un “effetto Traini” sul voto. 
«I fatti complessi – premette il presule – non hanno mai un’origine semplice e un risultato elettorale è sempre la somma di tanti fatti complessi». 
Ad ogni modo, osserva, «molti qui hanno rapporti di
lavoro con il nord e le sue industrie e conoscono paesi, cittadine e città amministrate bene dalla Lega da vari anni».

Il vescovo di Macerata fa l’analisi del voto

Il vescovo di Macerata, sull’esito del voto a Macerata, ritiene abbia pesato ciò che è accaduto nel post terremoto: «Due anni dal terremoto, senza risultati significativi per la ricostruzione in cui tanti speravano anche per una ripresa dell’economia locale, hanno delegittimato il centrosinistra sia nazionale che locale». 
Anche la crisi delle banche ha inciso: «La crisi delle banche, vedi Banca Marche, ha colpito al cuore i risparmi di varie famiglie e ha creato sfiducia nel mondo politico locale e nazionale che non ha saputo evitarla».
Monsignor Marconi tornando a quanti hanno visto un “effetto Traini” e un “effetto Pamela” – la 18enne per la cui barbara uccisione sono in carcere due nigeriani – sul voto di domenica, dice: «Sentir dire che il problema di Macerata era il fascismo e il razzismo a motivo di un singolo squilibrato, ha indispettito tanti che né sono né si sentono fascisti e razzisti». 
Per il presule inoltre «sottovalutare il tema della droga e della delinquenza che sta crescendo, anche se rispetto alle grandi città siamo ancora in un’isola felice, ha spinto la gente spaventata verso chi prometteva soluzioni chiare e decise».

Fonte: Il Secolo d'Italia QUI (Titolo originale dell'articolo Macerata ha spernacchiato gli antifascisti e il vescovo ne prende atto)

Immagine: Macerata, Santuario Basilica Madonna della Misericordia, l'Immagine della Madonna nei giorni feriali semi-coperta dall'artistica iconostasi. QUI il sito

(*) Riportiamo il commento di un religioso a questo post apparso su un social. Ne vale la pena: "Un vescovo che guarda alla sua città, al suo popolo di fedeli con realismo cristiano, che non è preda dell'osessione migranti, in particolare della sua accezione "teologica" : migranti = Gesù a prescindere, quindi capace di cogliere i fatti scrollandosi di dosso il mantra dell'accoglienza e del razzismo".