venerdì 16 marzo 2018

Al Papa «prigioniero del suo stesso personaggio» l'unico rimedio: «dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui»

Il panorama informatico di questi ultimi giorni è stato grandemente rattristato dall'affare "lettera di Benedetto XVI" a Mons.Viganò, responsabile di Vatican News.
Disgustati ci asteniamo da ogni ulteriore commento: è già stato scritto fin troppo.  Preferiamo citare solo l'Aggiornamento che il vaticanista Sandro Magister ha scritto sul  noto  sito Settimo Cielo (QUI):
"POST SCRIPTUM (15 marzo 2018) – Va aggiunto che sulla busta che conteneva la lettera di Benedetto XVI letta da Viganò davanti a numerosi giornalisti c'era scritto: "Personale riservata".
Inoltre, Nicole Winfield dell'Associated Press ha appurato che la foto della lettera diffusa dal Vaticano è stata volontariamente resa illeggibile nelle due righe iniziali del suo ultimo paragrafo, per il resto coperto dai libretti sulla teologia di papa Francesco". ( Il post riporta per intero la lettera dell'Emerito che non era stata diffusa per iscritto ai giornalisti convenuti, come noto, alla presentazione alla stampa della collana "La teologia di papa Francesco", edita dalla Libreria Editrice Vaticana e fatta di undici opuscoli, di diversi autori, sui vari aspetti del magistero scritto e orale dell'attuale pontefice).
Abbiamo invece notato l'Articolo di Gianni Valente su Vatican Insider ( link sotto) che riportiamo solo in parte ( è piuttosto lungo) invitando i pazienti Lettori a leggere e ben riflettere sui paragrafi:
-La lobby dei piccoli inquisitori
-Narcisismi “bergoglisti”
-Effetti collaterali
L'Articolo di Gianni Valente va letto con la premessa "Non voler sapere chi l'ha detto ma poni mente a ciò ch'è detto" (Imitatione Christi) .
Forse è iniziata - come ipotizza qualcuno - una guerra interna al movimento bergoglionista ma non ci importa: l'articolo citato è in parte condivisibile ed è onesto segnalarlo per la sana ecclesiologia che emana.

Noi abbiamo sempre pensato che il Papa deve esser tenuto fuori dalle tifoserie bergoglioniste che senza troppa fantasia vogliono equiparare il Papa ad un qualsiasi leader politico apportatore di rivoluzione...
Il Papa, non è importante il nome che porta, è il Successore dell'Apostolo Pietro e fondamento visibile dell'unità dell'unica Chiesa di Cristo: la Chiesa Cattolica.
Al Papa «.. dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera » (At 12,5)
In questo triste crepuscolo di spiritualità e di affetto per la Chiesa anche il Successore di Pietro dovrebbe fare in spiritu humilitatis qualche seria riflessione   sugli errori commessi.
Chi non sbaglia?  Dobbiamo vantarci nel Signore degli sbagli che in buona fede possiamo commettere: significa che siamo uomini pulsanti e che non siamo dei robot tele-comandati.
Solo i "perfettini", che invano cerchiamo nelle varie "categorie" dei Santi delle Litanie, evitano di sbagliare ma lo fanno solo per sommo amore verso il loro Ego-dio.
Errare humanum est.
AC

Le due bande di chierici e lo “storytelling papale”


A volte, le due squadre dei detrattori e di supporter-difensori di Bergoglio si reggono e accreditano a vicenda. 

Ambedue separano il Papa dal corpo vivo della Chiesa per farne una star o un capo-partito. 

E innescare intorno alla sua figura una polarizzazione universale

L’invito a camminare nella fede degli apostoli e a riscoprire la freschezza del Vangelo, con il suo tratto così elementare, poteva risultare eversivo per molti di quelli – giornalisti, chierici, intellettuali, alti ecclesiastici, “laici impegnati” di professione – che occupano qualche postazione nel grande gioco di ruolo degli apparati ecclesiali. 
Per molti, la via più agevole per non perdere colpi e non perdere punti è stata quella di concentrare i riflettori sulla figura del Papa. 
Separandolo dal corpo vivo della Chiesa per farne una monade, o una star, un capo-partito. 
E innescare intorno alla sua figura una polarizzazione universale, per poi delineare squadre e iniziare il derby infinito tra i detrattori e i supporter-difensori dell’attuale Successore di Pietro.



Perché il gioco funzioni, occorre tenere il Papa prigioniero nel suo personaggio. 
Ricondurre tutto alle “eccezionalità” o alle anomalie della sua persona. 
Denigrare o esaltare ogni suo gesto come espressione dei suoi gusti privati e delle sue idee personali, o dei riflessi condizionati che gli derivano dal suo percorso esistenzial-culturale. 
E poter incastrare anche la sua figura nella griglia dualista che legge tutto ciò che accade anche nella chiesa secondo le dialettiche tra liberal e conservative, tra destra e sinistra. 

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