martedì 29 agosto 2017

Il pianto delle vergini deflorate: no ! E' solo una farsa...

Rielaboriamo un commento postato un qualificato blog autenticamente cattolico.

Ad ogni manifestazione delle numerose bizzarrie papali corrisponde la farsa teatrale  delle (tradizionaliste) "vergini deflorate".

Fra una commedia e l'altra  in programma c'è anche questa pièce piagnucolante che in questo periodo storico particolare può fare un certo effetto...


L'irreversibilità accennata dal Papa nei confronti della liturgia rimodellata e inventata negli anni '60 nel difficile pensiero gesuitico potrebbe significare l'opposto come è stato, ad esempio, l'atteggiamento iper-critico del papa nei confronti del "fenomeno Mediugorje" che, stando almeno alle recenti "rivelazioni" di Mons. Henryk Hoser, è invece preludio dell'esatto contrario: il riconoscimento entro l'anno delle "apparizioni".

Si afferma una cosa pensando ad un' opposta risoluzione. 

L'irreversibilità della riforma liturgica conciliare, espressa dal messale del '65 voluto dai Padri Conciliari, sta nell'actuosa partecipatio del popolo già prefigurata da San Pio X e da altri illustri liturgisti del passato.

Joseph Ratzinger ha specificato che : "Il Concilio Vaticano II ha fissato alcuni principi fondamentali.
In primo luogo il Concilio ha dato una definizione di che cos'è la liturgia e questa definizione fornisce un metro di giudizio per ogni celebrazione liturgica.
Se si ignorano queste regole essenziali e si accantonano le "normae generales" formulate nei numeri 34-36 della Costituzione "De Sacra Liturgia", allora si che si disubbidisce al Concilio!
È alla luce di quei criteri che le celebrazioni liturgiche debbono essere giudicate, siano esse basate sui vecchi o sui nuovi testi." ( Mil QUI ) (Sottolineatura nostra N.d.R.)

L'actuosa partecipatio dei fedeli è frutto della conoscenza e quindi dell' amore per il rito "classico" e sfocierà, come si è visto, nella sua difesa.

Posso amare o difendere qualcosa che non conosco?

La storia recente della Chiesa ce lo insegna.

Nei luoghi dove fin dai tempi di San Pio X fu florido il Movimento Liturgico i fedeli  che conoscevano bene la struttura liturgica della Messa rimasero affezionati alla liturgia tradizionale difendendola come  comune patrimonio spirituale.

Joseph Ratzinger ha sottolineato: " Occorre riconoscere, d'altra parte, che la celebrazione della vecchia liturgia aveva perduto molto, rifugiandosi nell'individualismo e nel privato, e che la comunione fra sacerdote e popolo era insufficiente.

Ho grande rispetto per i nostri vecchi che durante la Messa bassa recitavano le orazioni contenute nei loro libri di preghiere, ma non si può certo considerare questo come l'ideale di una celebrazione liturgica.

Forse, queste riduzioni delle forme celebrative sono la vera ragione per cui in molti paesi la scomparsa dai vecchi libri liturgici non ha avuto peso e la loro perdita non ha causato dolore.

Non c'era mai stato, infatti, un contatto con la liturgia in sé.

D'altra parte, là dove il Movimento liturgico aveva suscitato un certo amore per la liturgia e aveva anticipato le idee essenziali del Concilio - come, ad esempio, la partecipazione di tutti nella preghiera all'azione liturgica: proprio lì è stato maggiore il dolore, di fronte ad una riforma intrapresa troppo frettolosamente e spesso limitata all'esteriorità.

Là dove, invece, il Movimento liturgico non è mai esistito la riforma non ha sollevato, in un primo tempo, dei problemi. ..." 
( MiL Messainlatino QUI )


Non imitiamo dunque i lamenti delle "vergini deflorate" (anche se le lamentazioni fanno sempre comodo perchè  catturano l'interesse): l'irreversibilità della riforma liturgica sussiste delle "normae generales" formulate nei numeri 34-36 della Costituzione "De Sacra Liturgia". (V.sopra intervento di Ratzinger)