sabato 24 settembre 2016

Il nostro dovere di amare il Papa anche dopo la "battuta" di Assisi: “e noi, come Capi religiosi” scagliata come pietra appuntita contro la Chiesa di Gesù!

Introduciamo l'articolo che  commenta le più recenti "bergoglionate", di cui tanto volentieri faremmo a meno, con l'introduzione di un Sacerdote  che ci ricorda il dovere di amare il Papa  e di pregare per Lui.
Le "bergoglionate" sono come sassi appuntiti scagliate contro la Chiesa e il buon senso cattolico, così come lo furono contro il giovane diacono Santo Stefano, il primo Martire.  
Quelle dolorosissime pietre  debbono essere accettate  "per fede" : sono inflitte dalla Provvidenza a causa dei nostri peccati personali e di quelli di una società che pubblicamente combatte contro  il Vangelo di Gesù.
Meglio le pietre nude che i "fiori" usati per nascondere le pietre.
Maria, Madre della Chiesa, prega per il Papa e tutta la Comunità dei credenti in Cristo.
AC

Credo la Chiesa, Una, Santa, Cattolica e Apostolica!

La Chiesa Cattolica, cioè la Chiesa di Cristo, è guidata dal Successore del Beato Pietro, Principe degli Apostoli, che ha una giurisdizione piena e immediata su tutta la Chiesa Universale e su ogni singolo fedele anche in virtù del suo Primato.

Il 266.mo Successore del Beato Apostolo Pietro è il Papa FRANCESCO al quale io do tutto il mio filiale rispetto e
obbedienza.

Sono convinto che si può avere opinioni diverse dalle sue soprattutto per ciò che non è direttamente di fede o per affermazioni non supportate dalle Scritture e dalla Tradizione così come vengono ricevute dai Santi Padri, dai 21 Concili Ecumenici e dall'insegnamento costante della Chiesa; è però altrettanto vero che al Papa, primo tra i Vescovi e coloro che sono in sacris si deve rispetto anche quando si possono sollevare obiezioni legittime su temi che sono opinabili e non di Fede.


A coloro che si fanno paladini della Tradizione mancando di rispetto alla persona del Papa anche su sue affermazioni imprecise od opinabili, chiedo di considerare come ai tempi in cui nella Chiesa si credeva sul serio, si trattavano vescovi, cardinali e Papi.

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Cristo ci ha lasciato la sua Pace, non lo “spirito di Assisi”

La Pace di Cristo non è quello che s’intende oggi per “pace nel mondo”.
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Abbiamo cercato, con tutto il cuore, di evitare polemiche su questo incontro ad Assisi, e abbiamo mantenuto la promessa. 
Tuttavia, a discorsi terminati, non possiamo tacere, poiché «Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre» (Lc19,40), e perché, fra gli interventi del Pontefice, rileviamo due modi diversi di esprimersi che rischiano di contraddirsi.
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Nella prima Meditazione che ha tenuto infatti, vedi qui, essa è impeccabile e condivisibile. 
Ha parlato di Gesù Cristo (assai raro nella pastorale modernista) e lo ha fatto davvero bene. 
In basso nel medesimo collegamento c’è però anche il Discorso ufficiale e qui, purtroppo, avanziamo nelle tenebre più fitte.


Dice innanzi tutto papa Francesco: «Oggi non abbiamo pregato gli uni contro gli altri, come talvolta è purtroppo accaduto nella storia…».
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Siamo basiti e scandalizzati! Quando mai la Chiesa Cattolica ha pregato – con i Sommi Pontefici del passato – “contro” qualcuno? Quando mai ha fatto Messe o suppliche per desiderare il male a qualcuno o a qualche religione… 
A cosa si sta riferendo e di chi sta parlando? 
Facesse nomi e cognomi senza trattare la Sposa di Cristo come una prostituta, o quasi fosse lui l’unico Pontefice “buono e santo” che la Chiesa abbia avuto in duemila anni di storia! 
Non sarebbe ora di finirla con queste accuse bugiarde tendenti a dipingere la Chiesa del passato come un mostro? 
Questa – detta da un Papa – dovevamo ancora udirla: la Chiesa del passato avrebbe pregato contro qualcuno!
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Poi il Papa dice: «Senza sincretismi e senza relativismi, abbiamo invece pregato gli uni accanto agli altri, gli uni per gli altri…».


No! Questi incontri sono sincretismo allo stato puro! 
Caro Papa Francesco, pregare gli uni accanto agli altri, e gli uni per gli altri, d’accordo, ma se ognuno si rivolge al “proprio dio” per chiedere qualcosa, pubblicamente, che solo il vero Dio può dare, di chi stiamo parlando? 
Di quale Dio? 
Il sincretismo è l’incontro fra culture diverse che genera mescolanze, interazioni e fusioni fra elementi culturali eterogenei. 
E l’ambito in cui maggiormente è applicato tale concetto è proprio quello religioso, con l’antropologia dei sistemi religiosi fatta di “suppliche alle proprie divinità” per creare, appunto, un clima di “pace” e di accordi fra le diversità. 
Per intenderci, ciò che avviene ad Assisi, è il conciliarismo, è una forma di concordato, è un mettersi d’accordo imponendo al Dio unico e vero le nostre regole! 
Via le dottrine, e si avanzi con un accordo comune per raggiungere uno scopo comune a livello mondiale. 
Non l’uomo piegarsi, inginocchiarsi a Dio, ma Dio piegarsi agli uomini accordati fra di loro.


Dice poi papa Francesco: «Noi qui, insieme e in pace, crediamo e speriamo in un mondo fraterno. Desideriamo che uomini e donne di religioni differenti, ovunque si riuniscano e creino concordia, specie dove ci sono conflitti. Il nostro futuro è vivere insieme…».


In parte è vero, ma il Paradiso e l’Inferno, il Regno di Dio, la Gerusalemme Celeste che fine hanno fatto? 
Dire che “il nostro futuro è vivere insieme” è corretto se si specifica e si insegna dove e come, mentre è ambiguo, falso ed ingannatore lasciare la frase incompleta così come è stata detta, lasciando quasi intendere che questa felicità sia una sorta di nuovo paradiso terrestre creato da questa pace “artigianale” fra tutte le religioni…. 
O che ognuno sia libero di credere ad un suo paradiso personalizzato dal proprio credo. 
Il nostro futuro è certamente “vivere insieme” ma dove? 
e con Chi? 
Con quale Dio, in quale eternità?
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Oh! Ora viene il bello perché, in questa frase che segue, naturalmente, è utili sentirci anche coinvolti, visto che scriviamo queste “cronache di Papa Francesco”, il Papa ammonisce: “La preghiera e la volontà di collaborare impegnano a una pace vera, non illusoria: non la quiete di chi schiva le difficoltà e si volta dall’altra parte, se i suoi interessi non sono toccati; non il cinismo di chi si lava le mani di problemi non suoi; non l’approccio virtuale di chi giudica tutto e tutti sulla tastiera di un computer, senza aprire gli occhi alle necessità dei fratelli e sporcarsi le mani per chi ha bisogno. 
La nostra strada è quella di immergerci nelle situazioni e dare il primo posto a chi soffre; di assumere i conflitti e sanarli dal di dentro; di percorrere con coerenza vie di bene, respingendo le scorciatoie del male; di intraprendere pazientemente, con l’aiuto di Dio e con la buona volontà, processi di pace…”.
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Senza dubbio questo è un ottimo esame della coscienza anche per noi che portiamo avanti queste “cronache” e che sempre tentiamo di farlo con rispetto verso la Persona del Santo Padre, ma soprattutto verso Nostro Signore Gesù Cristo, il Vangelo e la Santa Chiesa di ieri e di oggi… 
Non basta infatti scrivere qualcosa sul computer e poi vivere come se la vita vera fosse quella virtuale, o incoerentemente con le virtù insegnate dai Vangeli, bisogna essere infatti coerenti con quanto si vuole trasmettere ed essere, per primi, testimoni di ciò che si vuole difendere. 
Chiarito ciò ricordiamo però, al Santo Padre, che queste parole dovrebbe rivolgerle principalmente al suo grande amico ateo, ed anticattolico, Scalfari, il quale guida un giornale che da anni si batte a favore dell’aborto, dell’eutanasia, della politica del più forte, e chi più ne ha più ne metta, questo è solo un esempio!
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Andiamo verso la conclusione. 
Dice il Papa: “… siamo chiamati a liberarci dai pesanti fardelli della diffidenza, dei fondamentalismi e dell’odio. 
I credenti siano artigiani di pace nell’invocazione a Dio e nell’azione per l’uomo! E noi, come Capi religiosi, siamo tenuti a essere solidi ponti di dialogo, mediatori creativi di pace…”
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“E noi, come Capi religiosi” ???? 
Abbiamo letto bene? 
Prima dichiara che questo non è sincretismo religioso, poi si definisce, alla pari, come “capo” di una religione fra le tante. Dunque il Cristianesimo è “una delle tante religioni” e il Papa è un Capo religioso come gli altri! 
Lo abbiamo capito male noi? 
Senza dubbio sì, se restiamo fedeli al Catechismo, diversamente è la parola del Papa contro il nostro evangelico ragionamento. 
E non è un caso se Nostro Signore, nei Vangeli, nell’affidare il compito di “Vicario di Cristo” a Pietro, non usa mai termini mondani come questo “capo religioso”, il Papa non è affatto un “capo religioso”, ma è “Custode” della vera Fede nel Dio unico, Vivo e vero.
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Ora, come si combatte l’indifferentismo, l’odio, la diffidenza, i fondamentalismi? 
Convertendosi al Cristo: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto» (Gv 14,6-7). 
Ci sono forse altre strade che il Vangelo insegna e che a noi son rimaste sconosciute? 
Certo, le vie del Signore sono infinite, ma Pietro esiste per “confermare gli altri nella fede” in Cristo: «Simone, Simone, ecco Satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli» (Lc 22, 31-32), e non per “definirsi” uno tra i Capi “religiosi”.
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Giovanni Paolo II, canonizzato dallo stesso Francesco, spiegava così queste parole:

«La prospettiva in cui va considerato il compito di Pietro – come tutta la missione della Chiesa – è dunque storica e nello stesso tempo escatologica. 
È un compito nella Chiesa e per la Chiesa nella storia, dove ci sono prove da superare, cambiamenti da affrontare, situazioni culturali, sociali, religiose in cui operare: ma tutto in funzione del Regno dei cieli, già preparato e disposto dal Padre come termine finale di tutto il cammino storico e di tutte le esperienze personali e sociali. 
Il “Regno” trascende la Chiesa nel suo pellegrinaggio terreno, ne trascende i compiti e i poteri. 
Trascende pure Pietro e il Collegio apostolico, e dunque i loro successori nell’episcopato…» (vedi qui).
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Ma di questo “Regno dei cieli”, ad Assisi, neppure una parola, di conversione a Cristo, neppure una parola! 
La situazione sembra capovolta, e lo ripetiamo da tempo portando ogni prova: il Papa di oggi trascende piuttosto la Chiesa, Sposa di Cristo, conducendola dove egli la vuole e come la vuole, arrivando persino a dire che in passato, questa povera Santa Chiesa, avrebbe pregato contro qualcuno… 
Che tristezza!
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Da una parte si invoca la pace, dall’altra si continua a combattere l’insegnamento della Chiesa passata, quasi fosse Lei lo scandalo e la responsabile della situazione in cui i popoli oggi vivono. 
Si attaccano e si condannano i fondamentalismi, giustamente, senza accorgersi che oggi, all’interno della Chiesa, si vive come se regnasse un Soviet, con cardinali e vescovi che la fanno da padroni, se non si è d’accordo con il nuovo regime… 
E qui ci fermiamo perché non vogliamo avanzare alcun processo, ma restare fermi alla cronaca, lasciando a Voi lettori di usare la ragione e la fede -cattolica- insieme, per comprendere la confusione che regna sovrana.

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Fonte e conclusione dell'Articolo: Cronache di Papa Francesco