mercoledì 30 marzo 2016

Eccellenza quali sarebbero i « segni propri di altre religioni»? Non state forse esagerando?

Il Vescovo di Cassano allo Ionio Mons. Francesco Savino ha rivolto agli alunni di un Istituto Comprensivo della sua Città delle apprezzabilissimi parole che noi riportiamo nell'Articolo di Federica Grisolia sotto postato.
Peccato che Mons. Francesco Savino abbia avuto la solita svista con conseguente scivolata iper-ecumenica che è una delle fonti dell'attuale indiferentismo religioso ( tanto... tutte le religioni sono uguali...) che sta allontanando a vista d'occhio i giovani dalla Chiesa e dai Sacramenti. 

martedì 29 marzo 2016

Cina : nella notte di Pasqua 20mila nuovi cattolici!

Il miracolo delle conversioni e dei battesimi in Cina

Wang Zhicheng

Si stima che la notte di Pasqua vi siano stati 20mila nuovi cattolici. 
Alla periferia di Shanghai, in una comunità di 100 persone, vi sono sti 27 nuovi battesimi. 
A spingere alla conversione vi è il materialismo e l’individualismo imperante. 
Le comunità sotterranee hanno celebrato la Pasqua senza canti e in piccoli gruppi.
Pechino (AsiaNews) – 
Nella notte di Pasqua, oltre 100 persone adulte sono state battezzate nella sola cattedrale di Pechino, dedicata all’Immacolata Concezione (v. foto). 
Avvolti da una specie di mantello bianco, accompagnati da padrini e madrine, si sono apprestati a confessare la loro adesione alla fede in Gesù Cristo morto e risorto per poi essere battezzati dall’arcivescovo mons. Giuseppe Li Shan.
Lo stesso rito si è riproposto in tutte le chiese cattoliche della Cina, che la notte della Veglia pasquale, negli ultimi anni ha visto il battesimo di oltre 20mila nuovi fedeli.  
In una parrocchia alla periferia di Shanghai, in una zona satellite con quasi un milione di abitanti, vi sono stati 27 nuovi battesimi. La comunità cattolica è formata solo da 100 persone. 
Ciò significa che con i nuovi cristiani della notte di Pasqua, la comunità è cresciuta di oltre il 25%.
Altri battesimi vengono celebrati a Natale, a Pentecoste e all’Assunzione. Si stima che in un anno vi siano almeno 100mila battesimi di adulti che entrano nella Chiesa cattolica.
Fra i protestanti – e soprattutto fra le chiese domestiche, non legate al Movimento delle tre autonomie, la Chiesa protestante ufficiale – le cifre dei battesimi annuali siano molti di più.
Il governo e il ministero degli affari religiosi guarda con grande preoccupazione la crescita dei cristiani in Cina. 
Si calcola che ormai il numero di cristiani nel Paese di mezzo si aggiri sui 100 milioni, un numero maggiore perfino dei membri iscritti al Partito comunista cinese (Pcc), che sono 85 milioni.
Secondo osservatori, è proprio la politica del Pcc a catalizzare la ricerca religiosa che sfocia poi nell’adesione al cristianesimo. 
Il materialismo teorico e pratico, con la spinta a diventare ricchi e a possedere, porta molte persone nelle città a domandarsi se il senso della vita sia solo il consumismo. 
Diversi nuovi battezzati confermano che la vita nel benessere “non bastava” e che erano alla ricerca di “un senso più profondo”, di “valori oltre quelli materiali”: ciò che un vescovo della Cina centrale ha definito “una grande sete di Dio”.
La spinta materialista ha creato molto individualismo e sfruttamento. 
Molte persone – soprattutto migranti giunti in città per lavorare – si sentono sole e senza nessuno che li aiuti, trattati come schiavi e malpagati. 
“Incontrando alcuni cattolici – dice uno di loro appena battezzato – mi sono sentito accettato e accolto come persona, con una dignità, con un valore che non dipende dalla mia ricchezza o dalla mia povertà”.
In generale, le celebrazioni della Pasqua si sono svolte senza tensioni. 
Anche le comunità non ufficiali hanno potuto celebrare messe e servizi liturgici, anche se la polizia ha esigito da loro che il tutto avvenisse “senza clamore di canti e in piccoli gruppi”.
Anche nel Zhejiang, dove è ancora in atto una campagna per distruggere croci e chiese, nelle ultime settimane è stato liberato l’avvocato Zhang Kai, cristiano protestante che ha difeso molte comunità dai soprusi delle distruzioni. 
Commentando la sua detenzione per sei mesi, egli ha detto: “Dico grazie alla polizia di Wenzhou per esseri preso cura di me per tutto questo tempo”.

Fonte : AsiaNews.it

domenica 27 marzo 2016

Pasqua messaggio Urbi et Orbi del Papa " Gesù è la porta della misericordia spalancata per tutti"

MESSAGGIO URBI ET ORBI
DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PASQUA 2016
Loggia centrale della Basilica Vaticana
Domenica, 27 marzo 201
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«Lodate il Signore perché è buono:
perché eterna è la sua misericordia» (
Sal 135,1).
Cari fratelli e sorelle, buona Pasqua!
Gesù Cristo, incarnazione della misericordia di Dio, per amore è morto sulla croce e per amore è risorto. Per questo oggi proclamiamo: Gesù è il Signore!
La sua Risurrezione realizza pienamente la profezia del Salmo: la misericordia di Dio è eterna, il suo amore è per sempre, non muore mai. 
Possiamo confidare totalmente in Lui, e gli rendiamo grazie perché per noi è disceso fino in fondo all’abisso.
Di fronte alle voragini spirituali e morali dell’umanità, di fronte ai vuoti che si aprono nei cuori e che provocano odio e morte, solo un’infinita misericordia può darci salvezza. 
Solo Dio può riempire col suo amore questi vuoti, questi abissi, e permetterci di non sprofondare ma di continuare a camminare insieme verso la Terra della libertà e della vita.
L’annuncio gioioso della Pasqua: Gesù, il crocifisso, non è qui, è risorto (cfr Mt 28,5-6) ci offre la consolante certezza che l’abisso della morte è stato varcato e, con esso, sono stati sconfitti il lutto, il lamento e l’affanno (cfr Ap 21,4). 
Il Signore, che ha patito l’abbandono dei suoi discepoli, il peso di una ingiusta condanna e la vergogna di una morte infame, ci rende ora partecipi della sua vita immortale e ci dona il suo sguardo di tenerezza e di compassione verso gli affamati  e gli assetati, i forestieri e i carcerati, gli emarginati e gli scartati, le  vittime del sopruso e della violenza.  
Il mondo è pieno di persone che soffrono nel corpo e nello spirito, mentre le cronache  giornaliere si riempiono di notizie di efferati delitti, che non di rado si consumano tra le mura domestiche, e di conflitti armati su larga scala che sottomettono intere popolazioni a indicibili prove.
Cristo risorto indica sentieri di speranza alla cara Siria, Paese dilaniato da un lungo conflitto, con il suo triste corteo di distruzione, morte, disprezzo del diritto umanitario e disfacimento della convivenza civile. 
Alla potenza del Signore risorto  affidiamo i colloqui in corso, affinché con la buona volontà e la collaborazione di tutti si possano raccogliere frutti di pace e avviare la costruzione di una società fraterna, rispettosa della dignità e dei diritti di ogni cittadino. 
Il messaggio di vita, risuonato per bocca dell’Angelo presso la pietra ribaltata nel sepolcro, sconfigga la durezza dei cuori e promuova  un incontro fecondo di popoli e di culture nelle altre zone del bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente, in particolare  in Iraq, nello Yemen e in Libia.
L’immagine dell’uomo nuovo, che splende sul volto di Cristo, favorisca in Terrasanta la convivenza fra Israeliani e Palestinesi, come anche la paziente disponibilità e il quotidiano impegno ad adoperarsi per edificare le basi di una pace giusta e duratura tramite un negoziato diretto e sincero. 
Il Signore della vita accompagni pure gli sforzi intesi a raggiungere una soluzione definitiva alla guerra in Ucraina, ispirando e sostenendo anche le iniziative di aiuto umanitario, tra cui la liberazione di persone detenute.
Il Signore Gesù, nostra Pace (Ef 2,14), che risorgendo ha vinto il male e il peccato, stimoli in questa festa di Pasqua la nostra vicinanza alle vittime del terrorismo, forma cieca ed efferata di violenza che non cessa di spargere sangue innocente in diverse parti del mondo, come è avvenuto nei recenti attentati in Belgio, Turchia, Nigeria, Ciad, Camerun, Costa d’Avorio e Iraq; volga a buon esito i fermenti di speranza e le prospettive di pace dell’Africa; penso in particolare al Burundi, al Mozambico, alla Repubblica Democratica del Congo e al Sud Sudan, segnati da tensioni politiche e sociali.
Con le armi dell’amore, Dio ha sconfitto l’egoismo e la morte; il suo Figlio Gesù è la porta della misericordia spalancata per tutti. Il suo messaggio pasquale si proietti sempre più sul popolo venezuelano nelle difficili condizioni in cui si trova a vivere e su quanti hanno in mano i destini del Paese, affinché si possa lavorare in vista del bene comune, cercando spazi di dialogo e collaborazione con tutti.  Ovunque ci si adoperi per favorire la cultura dell’incontro, la giustizia e il rispetto reciproco, che soli possono garantire il benessere spirituale e materiale dei cittadini.
Il Cristo risorto, annuncio di vita per l’intera umanità, si riverbera nei secoli e ci invita a non dimenticare gli uomini e le donne in cammino alla ricerca di un futuro migliore, schiera sempre più numerosa di migranti e di rifugiati –  tra cui molti bambini –  in fuga dalla guerra, dalla fame, dalla povertà e dall’ingiustizia sociale. Questi nostri fratelli e sorelle, sulla loro strada incontrano troppo spesso la morte o comunque il rifiuto di chi potrebbe offrire loro accoglienza e aiuto. L’appuntamento del prossimo Vertice Umanitario Mondiale non tralasci di mettere al centro la persona umana con la sua dignità e di elaborare politiche capaci di assistere e proteggere le vittime di conflitti e di altre emergenze, soprattutto i più vulnerabili e quanti sono perseguitati per motivi etnici e religiosi.
In questo giorno glorioso, “gioisca la terra inondata da così grande splendore” (cfr Preconio pasquale), eppure tanto maltrattata e vilipesa da uno sfruttamento avido di guadagno, che altera gli equilibri della natura.  Penso specialmente a quelle aree colpite dagli effetti dei cambiamenti climatici, che non di rado provocano siccità o violente inondazioni, con conseguenti crisi alimentari in diverse parti del pianeta.
Con i nostri fratelli e sorelle che sono perseguitati per la fede e per la loro fedeltà al nome di Cristo e dinanzi al male che sembra avere la meglio nella vita di tante persone, riascoltiamo la consolante parola del Signore: “Non abbiate paura! Io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33).  Oggi è il giorno fulgido di questa vittoria, perché Cristo ha calpestato la morte e con la sua risurrezione ha fatto risplendere la vita e l’immortalità (cfr 2Tim 1,10). “Egli ci ha fatto passare dalla schiavitù alla libertà, dalla tristezza alla gioia, dal lutto alla festa, dalle tenebre alla luce, dalla schiavitù alla redenzione. Perciò diciamo davanti a Lui: Alleluja!” (Melitone di Sardi, Omelia Pasquale).
A quanti nelle nostre società hanno perso ogni speranza e gusto di vivere, agli anziani sopraffatti che nella solitudine sentono venire meno le forze, ai giovani a cui sembra mancare il futuro, a tutti rivolgo ancora una volta le parole del Risorto: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose … A colui che ha sete darò gratuitamente acqua dalla fonte della vita” (Ap 21,5-6). Questo rassicurante messaggio di Gesù, aiuti ciascuno di noi a ripartire con più coraggio e speranza per costruire strade di riconciliazione con Dio e con i fratelli. Ne abbiamo tanto bisogno!

Cari fratelli e sorelle,
desidero rinnovare i miei auguri di Buona Pasqua a tutti voi, venuti da Roma e da diversi Paesi, come pure a quanti sono collegati attraverso la televisione, la radio e gli altri mezzi di comunicazione. Possa risuonare nei vostri cuori, nelle vostre famiglie e comunità l’annuncio della Risurrezione, accompagnata dalla calda luce della presenza di Gesù Vivo: presenza che rischiara, conforta, perdona, rasserena… Cristo ha vinto il male alla radice: è la Porta della salvezza, spalancata perché ognuno possa trovare misericordia.
Vi ringrazio per la vostra presenza e la vostra gioia in questo giorno di festa. Un ringraziamento particolare per il dono dei fiori, che anche quest’anno provengono dai Paesi Bassi.
Portate a tutti la gioia e la speranza di Cristo Risorto. E per favore, non dimenticate di pregare per me. Buon pranzo pasquale e arrivederci!



mercoledì 23 marzo 2016

Requiem per un'Europa. Ratzinger «Solo se facciamo entrare Dio nel mondo, la terra può rischiararsi e il mondo può essere umano»

Alcuni spunti di serena riflessione nei santissimi giorni in cui meditiamo la Passione, la Morte e la Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.
***
Nubi grigie si addensano nel cielo, presto scoppierà una tempesta. 
Se e come evitare che ci siano drammatiche distruzioni, è problema fondamentalmente politico. 
...
Un esempio della differenza di levatura intellettuale (ometto la valutazione spirituale) fra il pensiero  dell'attuale Papa, tipo:"È in atto un'invasione araba dell'Europa, ma non è per forza un male", e quello dell'allora Cardinale Ratzinger, il quale nel discorso tenuto a Caen il 5 giugno 2004 "A' la recherche de la paix", "partendo dalle vicende della seconda guerra mondiale, e considerando i drammi, le difficoltà e le guerre in atto", analizzò i pericoli che minacciano la pace, pericoli connessi all'esplodere ovunque di guerre locali e soprattutto al nascente terrorismo islamico. "Il compito dell'autentico ecumenismo dovrebbe essere di ricercare tutti insieme la pace del Cristo, di offrircela reciprocamente gli uni agli altri". "Uno degli elementi di base del terrore consiste nell'essere pronto all'autodistruzione - un'autodistruzione che è trasfigurata in martirio e convertita in promessa". 
Quale risposta dare a questa minaccia? 
E' evidente che il solo uso della forza non basta. 
Vi si può ricorrere, ciò che esclude un pacifismo assoluto, perché la "difesa del diritto contro una forza che distrugge il diritto può e deve, in determinare circostanze, servirsi di una forza esattamente soppesata, per proteggerlo". 
E' necessario poter disporre "di una vero e proprio ius gentium, senza una preponderanza egemonica e gli interventi che vi corrispondono: solo così può risultare chiaro che si tratta di proteggere il diritto comune di tutti, anche di coloro che, come si dice, si trovano dall'altra parte della barricata".
Ma nell'attuale confronto tra le democrazie e il terrorismo di matrice islamica entrano in gioco anche questioni che presentano ben più profonde radici. 
L'impressione è che si scontrino due grandi sistemi culturali, diversi per potenza e orientamento morale, l'Occidente e l'Islam. 
In realtà, a ben guardare entrambi sono mondi polimorfi, con profonde differenze interne, e insieme con reciproche interazioni. 
E' falso dunque opporre globalmente Occidente e Islam. 
La questione del rapporto tra ragione e religione, e la ricerca di un giusto rapporto tra le due, è per Ratzinger, al centro degli stessi sforzi per realizzare la pace. "Non vi è pace vera nel mondo senza una vera pace tra ragione e fede, perché senza pace tra ragione e religione le fonti della morale e del diritto si inaridiscono". "Esistono infatti due opposte patologie che vanno affrontate e sanate entrambe, perché entrambe costituiscono pericoli mortali per la pace e per l'umanità nel suo insieme.
La patologia della religione trasforma la divinità nell'espressione di interessi o gruppi particolari. L'immagine di Dio diventa partigiana. Il bene è ciò che serve alla propria affermazione. Sono le basi del fanatismo religioso che per le stesse premesse da cui si muove diviene particolarmente brutale e cieco.
La patologia della ragione rinnega Dio. E' il caso delle ideologie totalitarie, che escludendo Dio, volevano costruire l'uomo nuovo e il mondo nuovo, guidati solo dalla ragione".
***

La disgregazione dell'Europa è iniziata coll'età dei Lumi ed è poi proseguita, agli inizi del secolo breve, con le ideologie dei vari Kalergi, Huxley e soci, tutto prese un notevole impulso dopo la caduta degli imperi centrali, il resto lo ha fatto lo scempio della II guerra mondiale, allora sono intervenuti lorsignori i banchieri, che hanno in pratica ricostruito la Germania polverizzata, dato qualche spintarella a questo disgraziato paese, in cambio di una terra promessa che non era più loro da millenni. La Chiesa Cattolica ha seguito la sua parabola discendente, poco alla volta, ora è completamente in mano a chi sa e fa, non è uno scontro di culture, gli islamici conoscono solo la conquista violenta, il terrore che seminano negli infedeli, gli stupri e la vendita e lo sfruttamento degli schiavi, così hanno conquistato tutta l'Africa e così faranno coi pochi cristiani rimasti in Medio Oriente. 
Dare i soldi alla  Turchia triplogiochista è come tagliarsi i gioielli per fare rabbia alla moglie traditrice, negli illuminati Emirati nell'ultimo mese 50 decapitazioni in piazza ed innumerevoli lapidazioni di donne e soppressione di gay, ma loro comprano squadre di calcio, palazzi, università prestigiose, Oxford e Cambridge ed altre, non costruiscono niente perché nomadi e predoni da sempre, e il DNA non si cambia, cambia l'occidente che forse era mantenuto in vita artificialmente, ma cerebralmente morto, non ci saranno più Lepanto o Vienna, siamo già invasi, ma la laicità è sacra, finché morte non ci separa. 
Spiace per la grande Fallaci, ignobilmente offesa da cerebrolesi definentesi cantanti e da pseudo intellettuali, gli stessi che azzittirono Benedetto a Ratisbona e lì calò il sipario.
Fine delle trasmissioni. 
***
Sarebbe il caso che molti vescovi e cardinali  dopo aver fatto troppi danni parlando senza senso, anzi sproloquiando, stessero per un lungo periodi zitti, - di danni ne hanno fatti troppi, troppi.
Quello che stà succedendo con venti milioni di islamici in Europa (se ancora si può chiamare Europa) ne vediamo i frutti ormai da quindici anni, fin da quell'11 settembre, con le famose torri gemelle.
I danni che hanno fatto politici italiani sottovalutando che gli islamici sono prima di tutto intrisi di una religione distruttiva, che nel contempo la loro religione è legge di stato, non riescono a vederlo, questa è la pochezza dei politici nostrani.
Molti uomini di chiesa quando parlano, non sanno ciò che dicono, hanno il cervello intriso di guazzabugli, e gli islamisti che hanno nel sangue il terrorismo ci ridono addosso.
L'Europa dorme, perchè non esiste; quello che ci aspetta è un'invasione islamica giorno dopo giorno; poi i nostri figli si accorgeranno quando dovranno inchinarsi davanti al mondo islamico che in alcune nazioni, Belgio compreso, è già la realtà predominante poichè bambini e giovani sono quasi totalmente musulmani grazie al fertile ventre delle giovani mogli.

***
Tanti uomini dell'attuale dirigenza ecclesiale  ,insieme a politici,sindacalisti,giudici e giornalisti sono parte del terribile problema che dovranno risolvere le prossime generazioni di europei.
Ai bambini ed ai giovanissimi di adesso non toccherà di vivere in un mondo arcobaleno tutto pace ed amore ma dovranno battersi duramente per la sopravvivenza.
***

Nell'agonia di Cristo anche la visione del mondo e dei peccati del mondo

“Non siamo nati né per il dolore né per la morte. 
Siamo nati per la vita, per la gioia. 
Capisco anche che nell'agonia del Cristo non c'era soltanto questa angoscia per il dolore fisico e per la morte che stava per arrivare. 
C'era pure la visione del mondo e dei peccati del mondo; c'era, soprattutto, la visione dell'egoismo, che è il peccato maggiore, e delle conseguenze dell'egoismo. 
Lui vedeva che, nonostante il suo sacrificio, l'egoismo avrebbe continuato a calpestare miliardi di esseri umani.
Non dimentico la paura umana di fronte al martirio, ma c'era anche l'infinita tristezza dell'inviato di Dio...”
(Mons. Helder Camara )

lunedì 21 marzo 2016

Kasper : che fretta c’era? C’era molta fretta !

I rivoluzionari  precedono l’Autorità umiliandola e mettendola in ombra.
L’Autorità, sognata e voluta dai rivoluzionari, li teme e  li coccola pubblicamente senza il minimo pudore ( In questi giorni, ho potuto leggere un libro di un Cardinale – il Cardinale Kasper, un teologo in gamba, un buon teologo – sulla misericordia. E mi ha fatto tanto bene, quel libro, ma non crediate

giovedì 17 marzo 2016

Tolentino : Domenica delle Palme e Sacro Triduo Pasquale

Tolentino (MC) Centro Storico
Chiesa del Sacro Cuore ( detta "dei sacconi" )
Il Parroco don Andrea Leonesi e la Ven.Confraternita del Sacro Cuore di Gesù, istituita da San Vincenzo Maria Strambi nel 1805, comunicano gli orari delle Sacre Funzioni della Settimana Santa 2016 in Rito Romano antico.
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Domenica delle Palme 20 marzo ore 15,30 Benedizione delle Palme
Processione Messa Solenne
Canto della Passio "a tre preti"

Tradizionale processione penitenziale dei "sacconi" alla Basilica Concattedrale
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Martedì Santo 22 marzo ore 21 Petriolo (vicino Abbadia di Fiastra) Santuario Madonna della Misericordia
Processione Eucaristica
nel Centro Storico Medioevale a conclusione delle Sante Quarantore
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Giovedì Santo 24 marzo 2016
Ore 15,45 Apertura della Chiesa per le Confessioni : il Parroco ed altri Sacerdoti saranno disponibili per le Confessioni
Ore 16,30 Santa Messa Solenne in Coena Domini
Reposizione del Santissimo Sacramento
Denudazione degli Altari
Adorazione Eucaristica fino alle ore 24,00.
Ore 21,00 Dalla Chiesa del Sacro Cuore : processione dei "sacconi" e dei fedeli per l'adorazione eucaristica nelle sette chiese urbane, per l'acquisto delle Sante Indulgenze.
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Venerdì Santo 25 marzo 2016
Ore 13,15 Basilica Concattedrale San Catervo Martire : Tre Ore di Agonia di N.S.G.C.
Ore 16,30 Chiesa del Sacro Cuore : Feria VI In Parasceve
Adorazione della Santa Croce
Dalla Basilica Concattedrale : ore 20 Processione serale del "Cristo Morto"
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Sabato Santo 26 marzo 2016
Ore 18 Confessioni
Ore 18,15 Veglia Pasquale e Messa Solenne di Risurrezione ( scoprimento delle Immagini) Scoprimento della statua del Cristo Risorto realizzata da un giovane Artista di Lecce per il 160° anniversario dell'Istituzione della Festa del Sacro Cuore.
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Domenica di Pasqua 27 marzo 2016
Ore 18,30 Santa Messa Solenne di Pasqua.
Celebra Mons. Pio Pesaresi , Vicario Episcopale
Organista : Luca Migliorelli
Gregorianista : Lodovico Valentini

mercoledì 16 marzo 2016

Teresa d'Avila su Lutero: «Avrei dato mille volte la vita per salvare una fra le anime che là si perdevano»


SANTA Teresa d'Avila, dottore della chiesa, su Lutero: «Avrei dato mille volte la vita per salvare una fra le anime che là si perdevano»


dal Cammino di perfezione di Santa Teresa D'Avila, dottore della Chiesa :    
«In questo tempo mi giunse notizia dei danni e delle stragi che avevano fatto in Francia i luterani e di quanto andasse aumentando questa malaugurata setta. Ne provai gran dolore e, come se io potessi o fossi qualcosa, piangevo con il Signore e lo supplicavo di porre rimedio a tanto male. Mi sembrava che avrei dato mille volte la vita per salvare una fra le molte anime che là si perdevano. Ma, vedendomi donna e dappoco, nonché incapace a essere utile in ciò che avrei voluto a servizio del Signore, poiché tutta la mia ansia era, come lo è tuttora, che avendo egli tanti nemici e così pochi amici, decisi di fare quel poco che dipendeva da me. Decisi cioè di seguire i precetti evangelici con tutta la perfezione possibile e di adoperarmi perché queste religiose che son qui facessero lo stesso. Fiduciosa nella grande bontà di Dio, che aiuta sempre chi decide di lasciar tutto per amor suo, pensai che, essendo tali le mie consorelle come io le avevo immaginate nei miei desideri, le loro virtù avrebbero compensato i miei difetti e così io avrei potuto contentare in qualche cosa il Signore; infine pensavo che, tutte dedite alla preghiera per i difensori della Chiesa, per i predicatori e per i teologi che la sostengono, avremmo aiutato come meglio si poteva questo mio Signore, così perseguitato da coloro che ha tanto beneficato, da sembrare che questi traditori lo vogliano crocifiggere di nuovo e che egli non abbia dove posare il capo.  Oh, mio Redentore, il mio cuore non può giungere a tanto, senza sentirsi spezzare dalla pena! Che cos’è oggi questo atteggiamento dei cristiani? Possibile che a perseguitarvi siano sempre coloro che più vi devono? Coloro ai quali concedete le vostre migliori grazie, che scegliete per vostri amici, fra i quali vivete e ai quali vi comunicate con i sacramenti? Non sono essi sazi dei tormenti che avete patito per loro?  Certamente, Signor mio, non fa proprio nulla chi oggi abbandona il mondo; poiché esso è così poco fedele a voi, cosa possiamo sperare noi? Forse che meritiamo maggior fedeltà di quanta ne ha mostrato a voi? Forse che lo abbiamo gratificato con maggiori benefici, perché ci debba serbare amicizia? Dunque? Che cosa ci possiamo aspettare noi che per bontà del Signore siamo esenti da quel contagio pestilenziale, mentre coloro che vi si trovano son già preda del demonio? Un bel castigo si son guadagnati con le loro mani e un buon profitto di fuoco eterno hanno tratto dai loro piaceri! Se la vedano loro, anche se continua a spezzarmi il cuore vedere che tante anime si perdono. Del male ch’è stato non mi affliggo tanto, ma vorrei che non si perdesse ogni giorno un maggior numero di anime.  Oh, mie sorelle in Cristo, aiutatemi a supplicare il Signore affinché ci conceda questa grazia, poiché è proprio questo il motivo per cui egli vi ha qui radunate; questa è la vostra vocazione; questo dev’essere il vostro compito, queste le vostre aspirazioni, questo l’oggetto delle vostre lacrime, questo lo scopo delle vostre preghiere; non quello, sorelle mie, di interessi mondani. Quando ci vengono a chiedere di pregare Sua Maestà perché conceda rendite e denaro, io me ne rido, ma ne sono anche addolorata. Tale richiesta viene proprio da alcune persone che io vorrei supplicassero Dio di poter calpestare tutto. Esse hanno buone intenzioni e, in fondo, si finisce col tener conto della loro devozione, anche se io sono sicura di non essere mai ascoltata in questo genere di preghiere. Il mondo è in fiamme; vogliono nuovamente condannare Cristo, come si dice, raccogliendo contro di lui mille testimonianze; vogliono denigrare la sua Chiesa, e dobbiamo sprecare il tempo nel chiedere cose che, se per caso Dio ce le concedesse, ci farebbero avere un’anima di meno in cielo? No, sorelle mie, non è il momento di trattare con Dio d’interessi di poca importanza.  Tornando al tema principale, che è il fine per il quale il Signore ci ha riunite in questa casa dove io desidero ardentemente che noi siamo almeno un po’ tali da contentare Sua Maestà, dico che nel vedere mali tanto grandi e l’impotenza delle forze umane a isolare il fuoco acceso da questi eretici, benché si sia cercato di radunare soldati nell’intento di porre rimedio con la forza delle armi a tale calamità che si estende ogni giorno di più, mi è sembrato necessario seguire la tattica a cui si ricorre in tempo di guerra. 
Quando i nemici hanno fatto irruzione in tutto il paese, il signore della regione, vedendosi alle strette, si ritira in una città che fa assai ben fortificare; di là piomba, di quando in quando, su di essi e coloro che sono nella città, essendo soldati scelti, combattono in modo tale da fare più loro da soli di quel che potrebbero fare molti, se codardi. 
E così spesso si guadagna la vittoria, o almeno, se non la si ottiene, non si è vinti; infatti, poiché non vi sono traditori, non si può cedere che per fame. 
Qui, da noi, non ci può essere neppure questa fame a farci arrendere: possiamo, sì, morire, ma essere vinte, mai.  Ma perché ho detto questo? 
Affinché voi intendiate, sorelle mie, che ciò di cui abbiamo supplicare Dio è che nessuno dei buoni cristiani ora rinchiusi in questo piccolo castello passi al nemico e che egli faccia avanzare molto nella via del Signore i capitani di tale castello o cittadella che sono i predicatori e i teologi. 
E poiché la maggior parte di essi appartiene agli Ordini religiosi, dobbiamo pregarlo affinché possano raggiungere un alto grado di perfezione del loro stato, essendo ciò particolarmente necessario. 
Infatti, come ho detto, chi ci deve salvare è il braccio ecclesiastico e non quello secolare. 
E, poiché noi non possiamo nulla, sia con l’uno sia con l’altro, per aiutare il nostro Re, procuriamo di essere tali che le nostre orazioni servano ad aiutare questi servi di Dio i quali, a prezzo di tante fatiche, si sono fortificati con dottrina, virtù e difficili prove, per venire ora in aiuto del Signore».

Fonte : Il Timone

martedì 15 marzo 2016

Il martirio di Basir che salvò duemila cristiani pakistani

Se non ci fosse stato lui, l’anno scorso sarebbero potute morire migliaia di persone nella chiesa cattolica di San Giovanni, a Lahore, capoluogo del Punjab, nel quartiere cristiano di Youhanabad. Akash Basir aveva 20 anni e si era offerto volontario per fare da guardia alla chiesa durante la messa affollata da quasi duemila fedeli. 
Il 15 marzo dell’anno scorso, quando si è reso conto che l’uomo che stava entrando dal cancello aveva una cintura esplosiva, non è scappato ma è corso ad abbracciarlo.
DUPLICE ATTENTATO. 
Il kamikaze si è fatto esplodere, contemporaneamente a un altro attentatore che ha attaccato una chiesa protestante vicina, sempre nel quartiere cristiano. 
Oltre a Basir, nel duplice attentato sono morte 14 persone e 70 sono rimaste ferite ma la strage poteva coinvolgere migliaia di persone. 
Domenica 13 marzo, nel primo anniversario degli attacchi, centinaia di cristiani si sono riuniti a pregare in una messa in suffragio delle vittime e in particolare di Basir.

«AKASH È IL NOSTRO EROE». «Akash è il nostro eroe. 
Il suo coraggio ha salvato la vita a più di duemila persone all’interno della chiesa», ha dichiarato durante la funzione il parroco padre Francis Gulzar. «Lui ha ispirato i giovani cristiani locali e ora sono in tanti ad essersi uniti alla squadra che protegge la chiesa».

CRISTIANI ARRESTATI. 
Nelle proteste seguite agli attentati, due musulmani accusati di far parte del commando dei talebani che ha compiuto la strage sono stati linciati per strada. 
Centinaia di cristiani sono stati arrestati in modo indiscriminato per l’omicidio, 42 sono ancora attualmente in carcere. 
Nessuno dei complici dell’attentato alle due chiese è stato per ora arrestato. Ameer ul Azeem, segretario per l’informazione del Jamaat-e-Islami, uno dei maggiori partiti islamici del Pakistan, ha rimproverato i cristiani locali chiedendo di «mostrare più tolleranza», riporta AsiaNews,

Fonte : Tempi

domenica 13 marzo 2016

Nel 3° anniversario dell'elezione di Papa Francesco

Facciamo un'eccezione pubblicando per la prima volta una foto dell'Augusto Pontefice come commento visivo ad un brano tratto da un articolo pubblicato da Zenit per il 3° anniversario dell'elezione di Papa Francesco.
La foto che abbiamo scelto  ci piace perchè  ci sorride l'idea che il Vicario di Cristo si metta a servire, con il sorriso nelle labbra, alcuni anziani.
Abbandoniamo per un momento il dubbio se anche  quel gesto sia spontaneo o il frutto di una sollecitazione televisiva o fotografica ( noi continuiamo a ritenere che buona parte dell'attuale pontificato è il risultato di una regia intelligente ed efficace di un professionista dell'immagine).
Per un momento ci ricordiamo  che  siamo papalini e non papolatri :  come cattolici non smetteremo mai neppure per un istante di pregare per il  Papa!
Rimandiamo come abbiamo fatto ogni anno nell'anniversario dell'elezione del Papa la lettura dell'articolo scritto nella notte del 13/14 marzo 2013 ( QUI ). 
Per un momento  dimentichiamoci che l'attuale pontificato gode degli appoggi dei potentati e di personaggi distanti anni luce dalla Chiesa Cattolica - addirittura alcuni sono dichiaratamente dei nemici di Cristo e della Sua Chiesa-.
Insomma per un momento dimentichiamoci di tante cose...ma tanto umilmente :
preghiamo per il Papa e la Chiesa !

Un'analisi sottile quella di uno dei più illustri intellettuali cattolici italiani Massimo Borghesi sulla "rivoluzione" di papa Francesco, un'analisi capace di cogliere sfumature e dettagli significativi.

«La sua “teologia del popolo” sorge, nel contesto dell’Argentina degli anni ’70, come risposta “cattolica” alla teologia della rivoluzione. 
Non si tratta di una posizione ideologica ma del radicarsi della fede nella mistica popolare, in una tradizione cristiana vivente, storica, che la Chiesa istituzionale non può disconoscere, pena rimanere astratta e formalistica. 
Il sensus fidei del popolo credente è un “luogo teologico”, così come i poveri sono i prediletti, coloro che Dio ama in modo speciale. 
La “teologia del popolo” è una risposta all’ideologismo, di destra e di sinistra, all’elitarismo di stampo illuminista, allo gnosticismo che riduce la fede a “dottrina”. 
Da qui sorgono conseguenze importanti. 
La prima è una concezione “carnale”, “fisica” del cristianesimo. 
Un popolo sorge da una relazione vivente, reale, non da una proposta astratta. 
Il cristianesimo, per sua natura, si comunica nella concretezza di del vedere-udire-toccare-abbracciare. 
Una conseguenza di ciò è la semplicità di un linguaggio, quello evangelico carico di esempi e di richiami, che non si limita ad istruire ma vuole anche coinvolgere il cuore. 
Vuole porre in una relazione reale Dio con coloro che ascoltano. 
Dio sensibile al cuore: questo è il cristianesimo per Bergoglio».

Fonte e foto : Zenit

venerdì 11 marzo 2016

Auditel 2016:Mons.Galantino ai ragazzi "condividere la card da 500 euro - che dovrebbe dare il Governo- con i loro amici- giovani immigrati-"

Commossi per il grande senso  di carità e di amore evangelico che Mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale della CEI, ha nei confronti di coloro che sono migrati, clandestinamente, in Italia Gli assicuriamo che i fedeli cattolici, a livello personale e/o come appartenenza a gruppi ecclesiali, da anni aiutano concretamente tutti coloro, italiani o stranieri non importa, che versano in stato di difficoltà a causa della crisi economica creata a tavolino dai potenti della terra.
Forse il loquace ( ma silente in altre situazioni) Segretario della CEI dovrebbe sapere tante cose ... 
Citiamo così a caso: anche gli over 50 che hanno perso il lavoro, non lo troveranno mai più, sono senza sussidio e non possono accedere alla pensione... oppure che anche a coloro che testardamente ( o profeticamente) hanno deciso di rimanere ancorati al lavoro agricolo  un improbabilissimo bonus governativo farebbe assai comodo soprattutto per sostentare i loro figli negli studi.
Ma i contadini, gli operai e le operaie disoccupati non fanno più notizia ... ecco allora che il solerte Vescovo-Segretario CEI ogni tanto trova qualcosa di soprendente che riesca a mostrare che esiste ancora...
L'Auditel televisivo è salvo !
Però se  dovessimo consigliare un amico/ca a condividere un bonus governativo ad essi assegnato non esiterei di segnalare i nominativi di quei bravi ed eroici Parroci, della mia Diocesi ad esempio, che vivono in stato quasi miserevole ma con l'allegria nel cuore perchè debbono sostentare le spese delle loro tante chiese ed aiutare i poveri della parrocchia sia dal confessionale che nei super mercati rionali.
La stessa cosa dicasi per i Frati che NON percependo l'8/1000 vivono in stato perenne di "dieta"... e sappiamo di dire il vero !
Questo avviene nella mia Diocesi.
Non parliamo poi dei chierici degli Istituti Ecclesia Dei che sono per fortuna veri poveri ambulanti...
Mi consola solo il fatto che per fortuna fra qualche anno il nome di Mons. Galantino sarà solo uno sbiadito ricordo delle cose peggiori di questo tempo di "passaggio".
Leggiamo le esortazioni Auditel del solerte Vescovo Galantino così silente, anzi muto, per altre questioni ( Family day al Circo Massimo; approvazione legge sui "diritti civili" ecc ecc)  :

Il bonus di 500 euro dato ai 18enni, così come è nella Legge di stabilità, non tocca i giovani immigrati, sono quei ragazzi che vivono insieme ai nostri ragazzi”.
Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, a margine del convegno ’Immigrazione: un’opportunità economica’ presso la sala della Regina di Montecitorio.
Mons. Galantino ha spiegato di “non aver capito il criterio” e proposto che “se questo gesto non lo compiono i politici, ho invitato i ragazzi stessi a condividere la card da 500 euro con i loro amici”.

Fonte e video : TV2000

domenica 6 marzo 2016

Misericordia e perdono dei peccati nel Missale Romanum tradizionale

Il perdono dei peccati
nella Messa di sempre
 
di don Marco Begato SDB

Nel Missale Romanum il termine misericordia ricorre circa 420 volte; i composti di miserere 118 volte. 
Una ricorrenza ogni due pagine. 
Tra gli attributi più frequenti l’attributo di Dio misericors
  1. Ordo Missae

Nell’Ordo Missae, che si ripete sempre uguale in pressoché tutte le celebrazioni dell’anno, la misericordia si incontra nei seguenti passaggi:
Preghiere ai piedi dell’altare 
Misereatur tui omnipotens Deus…
Misereatur vestri omnipotens Deus…
Indulgentiam… misericors Dominus.
Ostende nobis, Domine, misericordiam tuam…
 
Salendo all’altare 
Aufer a nobis, quaesumus, Domine, iniquitates nostras…
Kyrie eleison
 
Gloria…qui tollis peccata mundi, miserere nobis … suscipe deprecationem nostram … miserere nobis.
 
Al Vangelo…tua grata miseratione dignare mundare…
 
l’Offertorio
pro innumerabilibus peccatis et offensionibus et neglegentiis meis…
…tuam deprecantes clementiam…
…redime me et miserere mei…
 
il Canone… 
de multitudine miserationum tuarum sperantibus, partem aliquam et societatem donare digneris, cum tuis  sanctis Apostolis et Martyribus…
 
Comunione
ope misericordiae tuae adiuti, et a peccato simus semper liberi et ab omni perturbatione securi…
Agnus Dei… miserere nobis (bis)
…mihique et omnibus, pro quibus illud obtuli, sit, te miserante, propitiabile.
  1. Missae proprie

Vagliamo assieme alcuni formulari propri di Missae particolarmente significative in relazione al tema della Misericordia.
 
PRO REMISSIONE PECCATORUM
Oratio
Deus, qui nullum respuis, sed quantumvis peccantibus per paenitentiam pia miseratione placaris: respice propitius ad preces humilitatis nostrae, et illumina corda nostra; ut tua valeamus implere praecepta. Per Dominum nostrum.
 
Secreta
Praesens sacrificium, Domine, quod tibi pro delictis nostris offerimus, sit tibi munus acceptum: et tarn viventibus quam defiinctis proficiat ad salutem. Per Dominum.
 
Postcommunio
Exaudi preces familiae tuae, omnipotens Deus: et praesta; ut sancta haec, quae a te sumpsimus, incorriipta in nobis, te donante, serventur. Per Dominum nostrum.
 
PRO INIMICIS
Oratio
Deus, pacis caritatisque amator et custos: da omnibus inimicis nostris pacem caritatemque veram; et cunctorum eis remissionem tribue peccatorum, nosque ab eorum insidiis potenter eripe. Per Dominum.
 
Secreta
Oblatis, quaesumus, Domine, placare muneribus: et nos ab inimicis nostris clementer eripe, eisque indulgentiam tribue delictorum. Per Dominum nostrum.
 
Postcommunio
Haec nos communio, Domine, eruat a delictis: et ab inimicorum defendat insidiis. Per Dominum.
 
IN MISSA DEFUNCTORUM
Oratio
Deus, cui proprium est misereri semper et parcere, te supplices exoramus pro anima famuli tui N. (famulae tuae N.), quam hodie de hoc saeculo migrare iussisti: ut non tradas earn in manus inimici, neque obliviscaris in finem, sed iubeas earn a sanctis Angelis suscipi et ad patriam paradisi perduci; ut, quia in te speravit et credidit, non poenas inferni sustineat, sed gaudia aeterna possideat. Per Dominum.
 
In die tertio, septimo et trigesimo: Oratio
Qusesumus, Domine, ut animae famuli tui N. (famulae tuae N.), cuius depositionis diem tertium (vel septimum vel trigesimum) commemoramus, Sanctorum atque electorum tuorum largiri digneris consortium: et rorem misericordiae tuae perennem infundas. Per Dominum.
 
Postcommunio
Suscipe, Domine, preces nostras pro anima famuli tui N. (famulae tuae N.): ut, si quae ei maculae de terrenis contagiis adhseserunt, remissionis tuae misericordia deleantur. Per Dominum.
 
 Die 17 octobris, S. Margaritas Maria Alacoque Virginis
Oratio
Domine Iesu Christe, qui investigabiles divitias Cordis tui beatae Margaritas Marias Virgini mirabiliter revelasti: da nobis eius meritis et imitatione; ut, te in omnibus et super omnia diligentes, iugem in eodem Corde tuo mansionem habere mereamur: Qui vivis et regnas cum Deo Patre in unitate.
 
Secreta
Accepta tibi sint, Domine, plebis tuae munera: et concede; ut ignis ille divinus nos inflammet, quo, de Corde Filii tui emisso, beata Margarita Maria vehementer aestuavit. Per eundem Dominum nostrum.
 
Postcommunio
Corporis et Sanguinis tui, Domine Iesu, sumptis mysteriis: concede nobis, quassumus, beata Margarita Maria Virgine intercedente; ut, superbis saeculi vanitatibus exutis, mansuetudinem et humilitatem Cordis tui induere mereamur: Qui vivis et regnas cum Deo Patre in unitate.
 
FERIA SEXTA POST DOMINICAM II POST PENTECOSTEN IN FESTO SACRATISSIMI CORDIS IESU
Oratio
Deus, qui nobis, in Corde Filii tui, nostris vulnerato peccatis, infinitos dilectionis thesauros misericorditer largiri dignaris: concede, quaesumus; ut, illi devotum pietatis nostrae prsestantes obsequium, dignae quoque satisfactionis exhibeamus officium. Per eundem Dominum.
 
Secreta
Respice, quaesumus,- Domine, ad ineffabilem Cordis dilecti Fflii tui caritatem: ut quod offerimus sit tibi munus acceptum et nostrorum expiation delictorum. Per eundem Dominum.
 
Prefatio de Sacratissimo Corde Iesu
Vere dignum et iustum est, aequum et salutare, nos tibi semper et ubique gratias agere: Domine, sancte Pater, omnipotens aeterne Deus: Qui Unigenitum tuum in Cruce pendentem lancea militis transfigi voluisti, ut apertum Cor, divinse largitatis sacrarium, torrentes nobis funderet miserationis et gratiae, et, quod amore nostri flagrare numquam destitit, piis esset requies et paenitentibus pateret salutis refugium. Et ideo cum Angelis et Archangelis, cum Thronis et Dominationibus, cumque omni militia caelestis exercitus, hymnum…
 
Postcommunio
Praebeant nobis, Domine Iesu, divinum tua sancta fervorem: quo, dulcissimi Cordis tui suavitate percepta; discamus terrena despicere, et amare caelestia: Qui vivis et regnas cum Deo Patre in unitate.
  1. La liturgia antica, lezione di misericordia

Dopo aver celermente guardato ai testi del rito, offriamo alcuni spunti di riflessione. 
I riferimenti alla Misericordia si concentrano in due momenti: le preghiere ai piedi dell’altare e le fasi precedenti la Comunione, dunque i fedeli – sacerdote e laici – sono invitati ad invocare la Misericordia prima di accedere all’altare e prima di accedere alla Comunione; il sacerdote la impetra anche durante i riti offertoriali che preparano e introducono il centro del Divin Sacrificio. 
Interessante poi vedere come il tema non manchi nei culti più significativi, come quello per i fedeli defunti, né in una forma propria, che è l’esaltazione del Sacro Cuore di Cristo: se miseri-cordia è avere a cuore il misero, tutto è detto e dato nel momento in cui l’umanità mantiene il coraggio di confessare la propria miseria, mentre accoglie il dono del Cuore per eccellenza, quello in cui anche il Padre si è compiaciuto (Tu es Filius meus dilectus; in te complacui mihi – Lc 3,22).
 
Più in generale possiamo muovere l’osservazione che l’intero rito nella Forma Extra-ordinaria risulta capace di esprimere intensamente il mistero della Misericordia divina, in quanto è sempre grandemente accentuato il tema della peccaminosità dei fedeli e la richiesta di soccorso. I numerosi gesti di penitenza – genuflessioni, inchini di vario grado, protratti silenzi – rimarcano tale intenzionalità. 
La differenziazione netta tra ruolo del christifidelis e ruolo del sacerdos intensifica l’impressione relativa al moto penitenziale dell’uomo che va incontro al suo Signore, non diversamente dalle icone scritturistiche in cui gli antichi profeti salivano scalzi verso il monte della presenza divina, portando con sé le richieste del popolo. 
In tale rito rimane chiaramente attestato il valore espiatorio del sacrificio – purtroppo grandemente sfumato nel contesto della Forma Ordinaria – e con esso la consapevolezza della colpevolezza umana e del relativo bisogno di ottenere un perdono. 
Il fatto che la Missa sia intessuta di testi scritturistici, elemento rinforzato dal fatto che il Rito della Messa e il Lezionario sono fusi in un unico testo (il Missale), crea un dinamico movimento in cui i sentimenti religiosi si arricchiscono e si bilanciano con sapienza, sì che i temi centrali del Peccato e della Salvezza non manchino mai, né perciò si insista stucchevolmente su di essi, rischiando forme opinabili di amartiocentrismo (rischio prevalente nella teologia classica) o di irenismo (rischio prevalente nella teologia nuova). 
In sintesi: la Misericordia si impone quale tema fondamentale che scandisce il rito antico e perenne, risulta teologicamente ben presentata, infine sostiene lo sviluppo del movimento annuale liturgico senza oscurarne i variegati temi del Temporale o del Santorale.
 
La pulizia teologica del concetto liturgico di misericordia si apprezza anche valutandone la studiata assenza. 
Presente nell’inno angelico del Gloria, la supplica non è presente nel Credo, in cui pure ci si inginocchia a riconoscere lo straordinario evento della incarnazione, estremo gesto del “Buon Samaritano” che si piega sulle nostre ferite umane. Essa soprattutto latita in tutta la lunga preghiera del Canone, ove lo stupore per la Grazia divina che scende a inebriare la Chiesa in tutte le sue membra – terrestri e celesti, vivi e defunti, santi e peccatori – non concede luogo che all’adorazione della Vittima, ammutolendo i sentimenti troppo umani di cui sopra. Annotiamo l’assenza anche nel Pater noster, a buon diritto, in quanto la piena relazione filiale esclude quel distacco intrinseco alle dinamiche della misericordia, per quanto del compimento di esse la figliolanza sia il frutto maturo e definitivo. Da ultimo le richieste di misericordia – fatta salva la preghiera del celebrante che si umilia davanti a Dio al termine dell’immenso Ufficio adempiuto – non ricorrono in tutte le fasi finali della cerimonia. I fedeli, purificati dall’Offerta divina, godono della Grazia e inneggiano alla loro rinascita non ex sanguinibus … sed ex Deo, in questo momento essi non sono più peccatori bisognosi di soccorso, bensì, a motivo della presenza sacramentale di Cristo nei loro cuori, sono figli della luce in opposizione alle tenebre del mondo (cfr. l’ultimo Vangelo). 
La misericordia dunque pertiene al peccatore, al misero lontano da Dio, il quale su di sé la invoca (Missa dei fedeli), dopo averla riconosciuta presente e rivelata al mondo (Missa dei catecumeni), sapendo di poter essere efficacemente restaurato da essa. 
Uomo e Dio, peccato e purificazione, merito e Grazia, cura e missione si alternano nel trascorrere della celebrazione: il fedele esce rinnovato dal rito, pronto per portare al mondo quanto egli ha ricevuto dalla Chiesa Madre.
 
Brixiae, 15.10.2015