venerdì 10 luglio 2015

Il grande burattinaio e le boiate informatiche

Un (povero) parroco ad un Cardinale (già) vip : " Voi le potete sparare di grosse e di piccole davanti alle TV. A noi tocca poi rimediare e sanare le vostre boiate".
Immaginiamo se una persona di un paese o di una città di provincia scrivesse su Internet che desidera masticare delle foglie di coca ( che poi pare che siano più innocue di una sigaretta)... quell'incauto buontempone potrà tranquillamente continuare a lavorare senza avere delle ripercussioni personali ?
Presi come siamo dal duro e veloce ritmo quotidiano quanti potrebbero mettersi a riflettere se " l'uso di masticare coca per solidarietà coi mineros etc. della zona, anche alcuni preti operai missionari in passato lo fecero..." (Cit.)
La "notizia" perforante che penetra a fondo è che Tizio o Caio "vuole masticare foglie di coca" così come penetrò quella del "chi sono io per giudicare" ( tagliata dal resto ).
Mi allineo per questo al pensiero di tanti nostri preti di frontiera : " Voi le potete sparare di grosse e di piccole davanti alle TV. A noi tocca poi rimediare e sanare le vostre boiate".
Si ha l'impressione "che ci sia sempre qualcuno -una specie di un grande burattinaio in agguato- che "suggerisce" dei gesti, dei simboli da accostare al Pontefice riuscendo a mettere in secondo piano ( come accadde pure con San Giovanni Paolo II ) gli interventi, le omelie e quant'altro è giudicato scomodamente cattolico e quindi fuori dal coro del conformismo ideologico e politico imperante". 
Che tristezza !
La "precisazione" ( mi pare molto più onesta delle arrampicate sugli specchi qualche "pompiere" improvvisato ed improvvido che ha inventato persino "battute" mai dette del Papa ) di Padre Federico Lombardi, responsabile della Sala Stampa Vaticana sulla consegna al Papa del Crocefisso inchiodato su una falce e martello- simboli dell'ideologia comunistada parte del Presidente Boliviano Evo Morales :
" Stato della Città del Vaticano, 10 Luglio 2015 (ZENIT.org)
Ha fatto molto discutere il dono che il presidente boliviano Evo Morales ha consegnato ieri a Papa Francesco: un crocifisso con falce e martello, realizzato dal gesuita padre Luis Espinal, assassinato nel 1980. Sulla questione è intervenuto il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, che, al termine del briefing di oggi a Santa Cruz de la Sierra, ha spiegato ai giornalisti: "Si tratta di capire cosa è, come nasce e che senso gli viene dato. La Chiesa non propone normalmente il Crocifisso in contesti diversi da quello di Gesù che muore sulla croce e allo stesso tempo sappiamo che tante persone hanno cercato di trovare delle forme di espressione o di applicazione del loro impegno per la giustizia e di esprimerlo in modi diversi".

"Il disegnatore più creativo - ha proseguito Lombardi - può esprimerlo con un simbolo che magari per qualcuno è espressivo, per altri no. In questo senso la questione si pone sulla interpretazione e sull’uso. Se uno mi viene a dire Espinal a suo tempo ha fatto questo io non ho particolari difficoltà a pensare che in quel contesto lui volesse esprimere il dialogo con le diverse componenti che si impegnavano per la giustizia anche in forme al di là del confine della Chiesa".

"Se uno adesso mi dice lo utilizziamo e ne facciamo un simbolo identificativo, beh bisogna vedere come uno lo usa e perché lo fa", ha precisato il portavoce vaticano. "Non credo di andare a mettere in chiesa o su un altare questo simbolo, allo stesso tempo se lui ha disegnato questa cosa qua nel 1980 per esprimere quello che stava vivendo allora… I gesuiti mi hanno detto che lo ha fatto o lo ha disegnato Espinal, altra cosa però è adesso prenderlo e proporlo, non venitemi a chiedere cosa ha detto il Papa perché non lo so. I miei confratelli gesuiti non boliviani neanche loro avevano mai visto questa cosa, cadevano dalle nuvole".

Quindi, ha concluso padre Lombardi, "non è una cosa conosciuta, non è che Espinal l’avesse pubblicata da tutte le parti. Effettivamente oggi quando uno dice che questa è di Espinal, non dice una cosa falsa. Se uno dice adesso qual è il significato che io le do questo è un altro paio di maniche”. ( Zenit)