giovedì 25 settembre 2014

Le Problème de l’heure presente , dans l'Église et le Vatican

Gli atti del Santo Padre Francesco sono vistosamente improntati verso la riaffermazione di un concetto normalissimo per la Chiesa Cattolica : solo il Papa " perpetuo e visibile fondamento dell’unità sia dei Vescovi sia della moltitudine dei fedeli " (L.G. 23) comanda e decide

Sacrosanta verità cattolica per chierici e laici che ha bisogno però di essere riaffermata, soprattutto con i fatti che , specialmente in questa epoca iper/mediatica, sono assai più efficaci degli scritti .


I repentini cambiamenti scaturiti dal Concilio Vaticano II,  facendo leva sulla ritrovata Collegialità ( apostolicamente fondata) e sulla supremazia della misericordia e dell’agape fraterno, minarono l'Autorità spesso delegittimata più dai chierici che dai laici dopo aver sorbito  i velenosi effetti delle ideologie illuministe e marxiste inoculate all'interno della Chiesa.


A seguito di questa anarchia, non contrastata quindi tollerata dai Pastori,  c’è stata la conseguente nascita di alcune lobbies spesso “ l’un contro l’altra armate” persino nel sacro spazio vaticano.


Variegate organizzazioni che hanno trovato per decenni la massima esplicazione nelle nomine cardinalizie e vescovili e nella collocazione dei loro iscritti e/o simpatizzanti nelle diverse cariche curiali centrali o periferiche.

Nessuno spazio ecclesiale è rimasto sterilizzato dall’avanzata del virus delle lobbies e dei variegati centri di potere.



Certamente il mite Benedetto XVI , finissimo conoscitore delle trame curiali, ha presentato con dovizia di particolari questo insopportabile “status” al Suo Successore nella Sede Petrina.


Dopo il trauma della rinuncia al Pontificato di Benedetto XVI era maturata fin dagli incontro preparatori dell’ultimo Conclave la scelta di un “uomo forte e deciso.



Ecco uno motivi che ha indotto, con chiaro intento pedagogico , l’attuale Pontefice ad infrangere vecchi tabù e vecchi veti nominando Cardinali solo a lui graditi : il Papa sono io e nomino chi voglio io.
Lo stesso dicasi con la Presidenza CEI e non qualsiasi altra rilevante questione.
Il Papa sono io e nomino chi voglio io.



Anche l’ irrisolta questione lefebvriana che martedì scorso ha ricevuto una particolare risonanza grazie all’incontro del Cardinale Müller con il Vescovo Mons. Fellay Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X  sfociato in un Comunicato- Stampa Vaticano che induce tutti ad un’ampia riflessione, fa pensare che la prima udienza chiarificatrice sia stata autorevolmente orchestrata dal Papa.



I più diffidenti malignano, secondo il celebre adagio del Sen. Andreotti ( a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca) che l’incontro a Palazzo dell’ex Sant’Uffizio  e persino l’arresto mediatico di un Nunzio Apostolico siano stati organizzati alla vigilia dell’imminente Sinodo al fine di distogliere le attenzioni da quella difficile e scomoda assise.

Altri, per mettere in guardia la Fraternità San Pio X- che ingenua non è - , ricordano su internet  la favola di Cappuccetto Rosso che ha il violento culmine con lo stupore della futura vittima : "Ma nonna che orrenda boccaccia hai.
"Per mangiarti meglio".
Appena detto ciò il lupo balzò dal letto e ingoiò in un sol colpo la povera Cappuccetto Rosso. 
Poi si rimise a letto, s'addormentò e cominciò a russare fragorosamente."



Non è facile per noi abbandonare l’idea, talvolta fondata, che il Santo Padre si mostri particolarmente severo verso i tradizionali mentre chiuderebbe un occhio nei confronti dei suoi più fedeli elettori … un voto in più in Sinodo per la “ linea Kasper” non fa male per evitare una figuraccia …



Dobbiamo però obiettivamente notare che il Papa ha distribuito rimproveri verso tutti i gruppi ecclesiali ( ormai delle vere potenze dentro la Chiesa ) che ovviamente hanno continuato a fare “ come prima, più di prima …”


Estendiamo questa analisi anche verso alcune organizzazioni di carattere tradizionale.
Certamente esse sono povere e piccole rispetto ai potentati delle lobbies di cui sopra e non hanno condizionato superbamente nomine cardinalizie , vescovili… neppure un semplice canonicato…
Ma la piccolezza della loro condizione non li esime dai fulmini papali e con essi, i chierici e i laici che gli si avvicinano troppo …



Paradossalmente i cosiddetti lefebvriani sembrerebbero stare di più nelle simpatie papali che i fedeli della variegata galassia tradizionale fieramente “ una cum Papa nostro “.



Non ci resta che aspettare, osservare  “vivendo alla giornata” e soprattutto pregando e facendo penitenza per mantenere alto nei nostri cuori  la speranza cristiana che salva !


Non praebalebunt !

Andrea Carradori


AGGIUNTA :
Interessante l'intervento di un giovanissimo studente su questo post : " La Chiesa è istituzione divina e umana, ma è proprio quando si mette al centro l'Uomo al posto di Dio, come de facto è avvenuto dopo il Concilio Vaticano II, che si creano questi problemi. Dio sa quanto odi le fazioni e i partiti, noi cattolici siamo appunto universali, lo spirito fazioso non dovrebbe appartenerci. 
Però è da sciocchi negare la realtà in nome dell'ideale teorico: la Chiesa de facto è divisa in fazioni, e quanto più una fazione vede il mondo in un'ottica mondana e antropocentrica, tanto più si allontana dal modello cattolico (universale), verso lo spirito di fazione. 
In realtà la questione è molto più complicata, non siamo in parlamento con dei partiti definiti e precisi, magari col modello bipolare. 
Non esistono fazioni unificate, come è facile notare facendo una breve visita su qualche blog cattolico. 
Ci sono ampie correnti divise al loro interno in tanti minuscoli gruppetti, con la differenza che la corrente "progressista" ha una tendenza unitaria verso il modernismo, in alcuni è più pronunciata in altri meno. 
Al contrario nelle altre due correnti, quella "conservatrice" e quella "tradizionalista" sono in guerra intestina al loro interno, dato che non vi è un pensiero uniforme sulla visione di come sia la Chiesa oggi, la storia del Concilio e del post Concilio, le risposte da dare alla crisi post conciliare e molto molto altro. 
Tutto è relativo, tutto subordinato alle più diverse opinioni, dato che è venuta a mancare un'autorità forte su cui contare, che spieghi tutto con chiarezza e convinzione".