domenica 20 aprile 2014

Pasqua : Cristo riprende la sua regalità ed ha con se' la Chiesa !



TERZA ICONA: LA RISURREZIONE
Cristo riprende la sua regalità! 
Nel suo trionfo non è solo. 
Ha con sè la natura dell''uomo, ora
introdotta nella gloria. 
Ha con sè la Chiesa, la sua Sposa. 
Ha con sè ogni uomo, per il quale ha preparato un posto nella casa del Padre. 
Ha con sè
gli schiavi affrancati con il suo sangue. 
Ha con sè
i piccoli, che lungo la storia diventeranno il riflesso più bello della sua vittoria. 
Ci è restituita
la
dignità e noi siamo condotti dagli angeli nella dimora di Dio. 
E' necessario, però, che la gloria che
ora contempliamo e per la quale gioiamo, sia la nostra gloria quotidiana. 
La
kenosi
di Gesù continua
nella
kenosi
di ogni discepolo. 
Rinnegare se stessi e prendere
la croce, morire al pensiero del mondo
che ci seduce con l'allettamento del poter fare a meno di Dio, dei suoi comandamenti, della
mediazione della Chiesa. 
Morire a noi stessi per ri
nascere incessantemente con la grazia dei
sacramenti e con la carità, che rende il nostro cuore simile al cuore di Dio.
Non si vive la gloria senza la speranza. 
E la speranza non è un principio del futuro, ma il
futuro stesso introdotto nel presente; non è un vago presagire, bensì la ferma certezza che la
promessa sarà realizzata; che anzi essa avviene, perchè noi possediamo già la vita eterna e fin d'ora
siamo figli di Dio. 
La speranza abita il cuore avve
zzo al silenzio, giacchè essa non si impone
all'esterno, come la fede e la carità, e tuttavia r
iempie il cuore, e si impone come il gridare felice
di
un bambino che riempie la casa. 
Resta insuperato quanto Charles Peguy fa dire a Dio a proposito
della speranza nel "Portico della seconda virtù".
Abbiamo citato la bellisima omelia di Epifanio. 
Torniamo ad una sua proposizione, seguendo
il commento che ne fece Joseph Ratzinger in una sua
omelia:
" Io non ti ho fatto per essere prigioniero. Alzati, Cristo ti illuminerà. 
La Chiesa anticaha usato questo dialogo tra Cristo e Adamo come inno battesimale, come chiamata della Chiesa
credente al battezzando. 
Con essa esprime il fatto
che la Pasqua, la vittoria con la quale Cristo ha
diroccato il muro dell''alienazione e ci ha condotti all'aperto, risuona continuamente nel sacramento
del battesimo. 
In esso egli ci prende per mano; in
esso la verità parla a noi e ci mostra la strada che conduce alla libertà (...). 
Il rinnovamento del battesimo e quindi la vera celebrazione della pasqua, che è liberazione, consiste nell''accettare di nuovo la verità della fede, nell'entrare nella luce di questa verità, nel superare da credenti l'oscurità legata all'assenza di verità e nel trovare così il vero nocciolo della nostra libertà. << Alzati, Cristo ti illuminerà>>. 
La vera azione liberatrice della Chiesa consiste nel conservare la verità nel mondo.
Noi veniamo liberati nel momento in cui
accettiamo la verità e ce la lasciamo nuovamente donare come la nostra strada (...). 
Anche nella Chiesa siamo diventati senza coraggio. 
Noi pensiamo che sia arrogante e trionfalistico supporre che
la fede cristiana dica la verità. 
Abbiamo in qualche modo udito confusamente che tutte le religioni si sono formate storicamente, l'una in un modo e l'altra in un altro, e che ognuno deve essere esattamente come si è trovato ad essere con la sua nascita. 
Così però la religione da verità diventa abitudine; diventa un vuoto gioco di tradizioni che non significano più nulla

(Guardare al Crocifisso , Milano, 1992, pp. 112-113).

L'augurio che oggi ci rivolgiamo reciprocamente è di poter essere condotti fuori da ogni
possibile prigione che attenti alla nostra libertà.
E' quello che ci venga donato un cuore nuovo,
capace di darsi totalmente a Cristo; un cuore che sia abitato dal coraggio della fede e dalla gioia di
una vita che è già iniziata, di una gloria che adesso è comunicata e che un giorno sarà consumata, quando il silenzio dell'adorazione lascerà il posto al canto della contemplazione.

Prof. Don Antonio Ucciardo

( QUI la meditaziopne completa )