domenica 5 gennaio 2014

Un'Omelia quanto mai attuale del Card.Darío Castrillón Hoyos

Pontificale dell'Epifania del Signore Santuario della B.V. Maria Addolorata - Campocavallo (Osimo), 6 gennaio 2010
Sia Lodato Gesù Cristo!
Saluto i reverendi sacerdoti e religiosi, le autorità, il Vicario Generale della Arcidiocesi di Ancona- Osimo, i cavalieri del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, dell’ordine di Malta e tutti i fedeli presenti.
Sono felice di essere qui stasera per rendere omaggio alla Santa Madre di Dio in un così magnifico santuario da lei prodigiosamente guardato con occhi di predilezione ed eretto in suo onore dal popolo di Campocavallo; questa amena località può vantare - insieme alla bellezza del paesaggio e delle sue antiche tradizioni religiose - uno storico legame con la devozione alla SS.ma Vergine Addolorata. Ringrazio e benedico in modo speciale per tale invito i Padri Francescani dell'Immacolata, zelanti custodi del Santuario.
Un ringraziamento anche ai giovani ministranti del Collegio Internazionale di Villa S. Lucia, alla Schola Cantorum “Sancta Caecilia” di Corridonia diretta dal Maestro Alessandro Pucci, e al Maestro Simone Baiocchi all'Organo.


Non posso sottacere, d'altro canto, l'intima gioia che mi pervade per la felice circostanza di poter accomunare in una medesima celebrazione tre fondamentali motivi di gratitudine alla Divina Misericordia e precisamente la ricorrenza dell'Epifania del Signore e la venerazione alla Santa Madre Addolorata attraverso la solennità del Rito Gregoriano che potremmo dire riconsegnato alla Chiesa universale dal S. Padre Benedetto XVI.

Carissimi fedeli,
l'evangelista S. Matteo (Mt 2, 1-12) ci ha narrato la straordinaria vicenda che si compie nella povera capanna di Betlem con l'atto di adorazione dei Magi: in questo avvenimento accaduto all’alba dell'era cristiana possiamo scorgere il futuro della Chiesa e dell'intera umanità chiamata a redimersi ripercorrendo le orme dei tre misteriosi adoratori del Verbo incarnato.
Il Re dei secoli eterni, apparso nelle timide sembianze di un bimbo in fasce, da questo momento si manifesta al mondo, concedendo la contemplazione di se alla vista di quei viandanti designati a rappresentare gli uomini di tutti i tempi.

S. Alfonso Maria de Liguori ci ricorda come Gesù appena nato vuole subito comunicarci la grazia della Redenzione e per mezzo di una stella chiama i Magi e in loro noi tutti ad adorarlo.
E proprio tale adorazione, cari fedeli, ci viene mirabilmente riproposta nella solenne azione sacrificale che la Chiesa compie mediante la sacra liturgia del Rito Gregoriano.

Il rito sacro deve essere compreso e vissuto come una luce soprannaturale che illumina l'anima assetata di Dio, al pari della stella che condusse i Magi da Gesù e chiamò alla presenza del Redentore i pastori attratti anch’essi dal suo straordinario fulgore.

I tre Magi, dunque, possono servirci da guida per la ricerca di Gesù. 
La loro offerta può simboleggiare le più belle offerte del nostro cuore. 
Se essi deposero oro, incenso e mirra dinanzi all’ospite divino della mangiatoia di Betlem, a noi – attraverso l'azione liturgica della Chiesa - è dato di offrire la somma oblazione dell’Agnello di Dio.
Il Venerabile Pontefice Giovanni Paolo II ricordando Funzione della donna di Betania, ha tuttavia sottolineato la necessità di non passare dalla familiarità con il Convito eucaristico alla "tentazione di banalizzare questa 'dimestichezza' della Chiesa col Suo Sposo, dimenticando che egli è anche il suo Signore e che il convito resta pur sempre un convito sacrificale, segnato dal sangue versato sul Golgota" (Enc.Eccleia De Eucharistica,n.48).

La grandiosità del cosiddetto Rito di San Pio V non deve essere guardata come semplice esteriorità, piuttosto quale atteggiamento adorante dell'anima conscia dì trovarsi al cospetto della Triade Divina.
Per tale ragione - prosegue lo stesso Pontefice – “si comprende come la fede della Chiesa nel Mistero eucaristico si sia espressa nella storia non solo attraverso l'istanza di un interiore atteggiamento di devozione, ma anche attraverso una serie di espressioni esterne, volte ad evocare e sottolineare la. grandezza dell'evento celebrato” (Enc. Ecclesia De Eucharistica,n.48).

Dinanzi allo splendore della Maestà divina, ciascuno di noi dovrebbe interrogarsi sulla sua povertà, e accorgendosi di quanto grande essa sia, riconoscersi infinitamente manchevole dinanzi alla incommensurabile bontà dell'Onnipotente, fattosi uomo per amore nostro senza porre limite alcuno alla brama di conquistarci e stringerci al Suo Cuore ardente di carità.
Il Papa S. Leone Magno, rimirando estasiato la scena della prima epifania del Signore, ravvisa in essa “il giorno della nostra nascita e l’inizio della chiamata alla fede di tutte le genti”. 
Come la stella, infatti, condusse i Magi al cospetto dell'Emmanuele bambino similmente nel nostro tempo la medesima stella “ci esorta ... a imitare il servizio che essa prestò” seguendo la grazia che ci porta a Cristo (S. Leone Magno, discorso 3 per l'Epifania).
Quale migliore percorso potremmo intraprendere se non quello che mediante la sacralità del rito - non disgiunta dalla sincera e intima contrizione - ci consente di presentare a Dio le nostre più intime offerte nel modo che a Lui meglio si conviene, purificandole con l’unione alla Vittima pura, santa, immacolata.

I nemici più o meno manifesti di Gesù pare che vogliano fare del mondo come un'immensa corte di Erode, impegnati a scorgere una qualsiasi traccia di vita cristiana per distruggerla radicalmente. A somiglianza del loro modello, dapprima sono ipocriti, poi spietati, Infatti inizialmente sì mostrano nostri amici volendo far credere che essi tengono al decoro della vita cristiana e per ciò la vogliono sfrondata da ogni cosa che la deformi; poi si manifestano a viso aperto affermando che il cristianesimo soffoca l'autodeterminazione dell’individuo e per ciò lo combattono senza quartiere fino a pretendere che non si costruiscano i presepi o siano divelti i crocifissi da sempre parte integrante della storia e della cultura dei popoli cristiani.

La stessa, sacra liturgia, poi, e specialmente l’antico Rito Gregoriano, diventano un bersaglio preferenziale dei nuovi farisei che non hanno una concezione corretta della Chiesa fondata sulla solida roccia di Pietro.
Il S. Padre Benedetto XVI afferma che “La bellezza della liturgia ... è espressione altissima della gloria di Dio e costituisce, in un certo senso, un affacciarsi del Cielo sulla terra”. In sostanza, essa non va intesa in termini puramente decorativi ma come “elemento costitutivo” dell'azione liturgica, “attributo di Dio stesso e della sua rivelazione” (Sacramentum Caritatis, n.35).
Il Rito Gregoriano, innestato nel memoriale perenne compiuto dalla Chiesa, è parte essenziale dell’Epifania di Gesù in ogni tempo e con la. sua ricchezza di simboli e di contenuti potremmo dire che ci consente di percepirne meglio il Mistero.

A proposito degli abusi che spesso avvengono in campo liturgico il S. Padre ha osservato come “in molti luoghi non si celebrava in modo fedele alle prescrizioni del nuovo Messale, ma esso addirittura veniva inteso come un'autorizzazione o perfino come un obbligo alla creatività, la quale portò spesso a deformazioni della Liturgia al limite dei sopportabile” (Lettera ai vescovi di tutto il mondo per presentare il "Motu Proprio” sull'uso della Liturgia Romana anteriore alla riforma del 1970). Dobbiamo constatare purtroppo che tale fenomeno ad oggi non è affatto cessato, per cui sarebbe auspicabile in tutti un maggiore spirito di obbedienza e di corretta formazione liturgica.
Riguardo all’Epifania, S. Agostino scrive che “Erode è turbato come se Cristo fosse venuto per cercare e trovare un regno terreno. 
La piccola volpe terrena è turbata al nascere del leone del cielo” (S. Agostino, discorso 375 sull'Epifania del Signore).
Allo stesso modo coloro che osteggiano la Chiesa non hanno compreso che il fine dell’evangelizzazione non corrisponde ad ambizioni materiali bensì alla conversione dei cuori, di cui la. sacra liturgia è un mezzo privilegiato.

Noi che mediante il Battesimo siamo spiritualmente consacrati a difendere i diritti di Dio e della Chiesa, con tale scelta di vita abbiamo volontariamente assunto il compito dì rivendicare la sacralità della fede sempre più spesso osteggiata in ogni settore della società odierna - nelle istituzioni pubbliche come nelle famiglie - avviando l’umanità su un percorso che conduce alla più spregiudicata deriva etica.

Gli attacchi di cui è fatta frequentemente oggetto la Chiesa, le persecuzioni che mietono vittime in ogni angolo della terra, il dilagare dell'empietà, del materialismo sfrenato, della violenza e del vizio, sono segni inquietanti di una lotta ingaggiata dalle potenze infernali contro la mistica progenie di Gesù.
Consci della pochezza del nostro essere ma anche della straordinaria energia che ci deriva dalla grazia non possiamo permetterci di farci sopraffare dal torpore dell'inerzia spirituale, nemica naturale della fortezza cristiana.

Impetriamo, allora, la divina clemenza per intercessione di Colei che la cristianità invoca quale Auxilium Christianorum e con San Bernardo diciamo fiduciosi:

“Ricordati o piissima Vergine Maria che non si è inteso mai al mondo che alcuno ricorrendo al tuo patrocinio, implorando il tuo aiuto e chiedendo la tua protezione, sia rimasto abbandonato”.
“Christus in vobis Spes Gloriae”.

Fonte : http://www.missaleromanum.it/Chisiamo.htm

Due video di quella celebrazione di cento anni fa ...  

https://www.youtube.com/watch?v=I5DzdVqupLA

 https://www.youtube.com/watch?v=iuZSsHaHMEU