martedì 30 luglio 2013

Campocavallo adieu ! Sepolto da un mare d'invidia !

Carissimi Amici,
la notizia relativa al commissariamento dei FFI è sconfortante ma la nostra fiducia nella Provvidenza, in questo momento, deve esser ancora più forte.
La fedeltà alla questione liturgica benedettiana che ci contraddistingue è certamente un contributo all'evangelizzazione che non può essere né ignorato né calpestato. 
Inoltre lo status quo raggiunto con il Summorum Pontificum e la Universae Ecclesiae è unanimamente un punto di non ritorno che verrà difeso ad oltranza sia dal Diritto che dal nostro impegno missionario.
Tuttavia, la portata dei nuovi provvedimenti contenuti nel commissariamento - in special modo la sorprendente necessità di autorizzazione esplicita alla celebrazione nella EF per i RR. Padri - non ci è ancora nota. 
Sappiamo solo che riguarda una precisa situazione di disagio, manifestata da una minoranza di frati, nei confronti della scelta dei Loro Superiori di passare liturgicamente in toto all'EF dopo il Motu Proprio del 2007. 
Questa scelta che è stata, senza dubbio, il felice traino di moltissime giovani vocazioni, ora é foriera di nuovi e sofferti equilibri interni.

E', però, ovvio che questo pericoloso precedente potrà solo giovare a quei Vescovi che stanno facendo di tutto per riprendersi il controllo indultista del rito antico; senza contare che almeno a Campocavallo, nelle Marche - a oggi ci è stato segnalato solo questo caso dal Coordinatore Andrea Carradori - termineranno improvvisamente le celebrazioni in EF dall'11 Agosto poiché quella comunità di FFi ha deciso di non chiedere l'autorizzazione.
Con Marco Sgroi e Giuseppe Capoccia stiamo monitorando la situazione e valuteremo il suo evolversi. Per ora verrà redatto un breve comunicato stampa in cui il CNSP - pur non entrando nelle questioni interne dell'Istituto - si mostrerà preoccupato per la sorte dei Gruppi Stabili affidati alla pastorale dei FFI.

Fino al Pellegrinaggio del prossimo Ottobre dovremo essere comunque cauti e prudenti nel prendere qualunque posizione. Va da sé, che in tali circostanze, l'impegno per far confluire Pellegrini a Roma dovrà essere intensificato e trovare anche in questo episodio un motivo in più per la partecipazione.
Rimango fino a domani sera a Vs. completa disposizione per eventuali confronti, poi tornerò operativo dal 7 Agosto prossimo.
Per ogni urgenza Marco Sgroi rimane il Vs. riferimento.
AffidandoVi tutti alle sicure mani della Vergine Potentissima, mi assicuro Vs.
in J et M
( Emanuele Fiocchi )

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La mia e mail agli Amici e ai Pastori Marchigiani ( e non solo )
 
Carissimi Amici, tante volte abbiamo pregato per i Frati Francescani dell’Immacolata e per le sempre più numerose vocazioni maschili e femminili che cesellano, come pietre preziose il loro mirabile Ordine. 
Ora sono essi stessi a pregare per noi perché sono entrati nello splendore della persecuzione che li fa essere più vicini a Cristo Gesù calunniato, percosso, flagellato e crocifisso per noi ! 
Carissimi frati Francescani dell’Immacolata ora che la Provvidenza Divina vi ha riservato, al pari di altri Ordini religiosi all’inizio del loro cammino vittorioso nella storia, il soave trattamento dell’invidia e della persecuzione vi possiamo salutare come Atleti di Cristo e dell’Immacolata ! L’eroico Padre Fondatore P.Stefano Maria Manelli si ricordi di noi nelle Sue preghiere e delle sue penitenze ! 
I frati Francescani dell’Immacolata risplendono ora nella luce della persecuzione ,  riservata a coloro che sono fedeli alla Santa Chiesa . 
Anche a noi , peccatori ma fiduciosi nella tua infinita misericordia concedi o Signore di rimanere fedeli alla Tua santissima volontà ignorando le tribali contaminazioni con il mondo che troppo spesso offendono la Tua Divina Maestà. 
Chiudiamo gli occhi o fratelli e turiamoci le orecchie per non vedere e per non sentire gli abominevoli abusi liturgici ! 
Chiudiamo gli occhi o fratelli e turiamoci le orecchie per non vedere e per non sentire immagini e  suoni di una " religione  contaminata " con lo spirito del mondo !
Preghiamo soprattutto il Signore perché doni alla Sua Chiesa degli autentici Pastori :  “ Pastori, vicini alla gente, padri e fratelli, con molta mansuetudine; pazienti e misericordiosi. Uomini che amano la povertà, tanto la povertà interiore come libertà davanti al Signore, quanto la povertà esteriore come semplicità e austerità di vita. Uomini che non abbiano “psicologia da príncipi”. Uomini che non siano ambiziosi e che siano sposi di una Chiesa senza stare in attesa di un’altra. Uomini capaci di vegliare sul gregge che è stato loro affidato e di avere cura di tutto ciò che lo tiene unito: vigilare sul loro popolo con attenzione sugli eventuali pericoli che lo minacciano ma soprattutto per accrescere la speranza: che abbiano sole e luce nei cuori. Uomini capaci di sostenere con amore e pazienza i passi di Dio nel suo popolo. E il posto del Vescovo per stare col suo popolo è triplice: o davanti per indicare il cammino, o nel mezzo per mantenerlo unito e neutralizzare gli sbandamenti, o dietro per evitare che nessuno rimanga indietro, ma anche, e fondamentalmente, perché il gregge stesso ha il proprio fiuto per trovare nuove strade ” ( Papa Francesco, 28 luglio 2013 ).
Le preghiere e le penitenze dei vittoriosi Frati Francescani dell’Immacolata ci ottengano dal Signore tutte le grazie di cui abbiamo bisogno. 
Ave Maria ! 
Andrea Carradori

Foto : Pontificale nell'antico rito della Chiesa officiato nel Santuario di Campocavallo da SER il Card. Dario Castrillon Hoyos il 6 gennaio 2010.

lunedì 29 luglio 2013

Alla ricerca del mondo perduto ( senza le lobby gay, politiche e massoniche )

Nel corso dell’incontro con i Vescovi responsabili del Consiglio Episcopale Latinoamericano (C.E.L.A.M.) in occasione della riunione generale di coordinamento Papa Francesco nell’enumerare "Alcune tentazioni contro il discepolato missionario" ha anche detto : « d) La proposta pelagiana. 
Appare fondamentalmente sotto forma di restaurazione. Davanti ai mali della Chiesa si cerca una soluzione solo disciplinare, nella restaurazione di condotte e forme superate che, neppure culturalmente, hanno capacità di essere significative. 
In America Latina, si verifica in piccoli gruppi, in alcune nuove Congregazioni Religiose, in tendenze esagerate alla “sicurezza” dottrinale o disciplinare. 
Fondamentalmente è statica, sebbene possa ripromettersi una dinamica ad intra, che involuziona. 
Cerca di “recuperare” il passato perduto.»
Sul testo ufficiale del sito vaticano altro non c’è scritto anche se un mio amico, novello “progressista-bergogliano”, erede di fatto di quegli itagliani che dopo l’8 settembre del ’43 si affrettarono a cambiare il colore della camicia, avendo visto la diretta tv giura che il Papa abbia detto “ a braccio” : “ Io ho paura di quei gruppi ” riferendosi a quella categoria di neo pelagiani sopra riportata.
Anch'io avrei paura dei gruppi, autoreferenziali, con “ tendenze esagerate alla “sicurezza ” dottrinale o disciplinare. Fondamentalmente .. statica…” perché la Tradizione è dinamica, transitiva ed è creativamente pervasa da forte spirito missionario.
Cercando di tranquillizzare l’itagliano mio amico, che vive in uno stato di terrore dal 13 marzo scorso perché sente di avere nel cuore delle tendenze tradizionaliste, lo rassicuro che nessun gruppo legato alla tradizione della chiesa è staticamente chiuso in se stesso ( come invece accade a molti gruppi ecclesiali di moda …).
L’imperfezione umana, poi, e gli scivoloni appartengono a tutti anche ai nostri gruppi che non ne sono esenti.
Come abbiamo già scritto difficilmente si trovano motivi di disaccordo negli interventi papali perché il “buon senso” bergogliano riesce a mettere d’accordo tutti .
Citiamo , per questo, uno dei passi conclusivi del Discorso papale che riguarda i Vescovi.
Dice il Papa : “ I Vescovi devono essere Pastori, vicini alla gente, padri e fratelli, con molta mansuetudine; pazienti e misericordiosi. Uomini che amano la povertà, tanto la povertà interiore come libertà davanti al Signore, quanto la povertà esteriore come semplicità e austerità di vita. Uomini che non abbiano “psicologia da príncipi”. Uomini che non siano ambiziosi e che siano sposi di una Chiesa senza stare in attesa di un’altra. Uomini capaci di vegliare sul gregge che è stato loro affidato e di avere cura di tutto ciò che lo tiene unito: vigilare sul loro popolo con attenzione sugli eventuali pericoli che lo minacciano ma soprattutto per accrescere la speranza: che abbiano sole e luce nei cuori. Uomini capaci di sostenere con amore e pazienza i passi di Dio nel suo popolo. E il posto del Vescovo per stare col suo popolo è triplice: o davanti per indicare il cammino, o nel mezzo per mantenerlo unito e neutralizzare gli sbandamenti, o dietro per evitare che nessuno rimanga indietro, ma anche, e fondamentalmente, perché il gregge stesso ha il proprio fiuto per trovare nuove strade ”.
Ecco il Papa ha genialmente descritto l'immagine dei Vescovi che la Chiesa ha avuto, nelle piccole e nelle grandi Diocesi, prima della grande rivoluzione copernicana del Concilio Vaticano II !
Vescovi " ... vicini alla gente, padri e fratelli, con molta mansuetudine; pazienti e misericordiosi. 
Uomini che amano la povertà, tanto la povertà interiore ..." Sono stati quei Vescovi, costantemente impregnati dell'odore delle pecore, a salvare la fede e l'esistenza del gregge loro affidato nei periodi più difficili della Storia della Chiesa !
Come si concilia tuttavia, amatissimo Santo Padre, questa Sua stupenda visione dei Vescovi “... vicini alla gente, padri e fratelli, con molta mansuetudine; pazienti e misericordiosi. 
Uomini che amano la povertà, tanto la povertà interiore come libertà davanti al Signore, quanto la povertà esteriore come semplicità e austerità di vita” con l’idea che in Italia si dovrebbero ridurre le Diocesi ?
Dio non voglia che alla “psicologia da principi”, giustamente rigettata perchè non va più di moda, nei Vescovi prenda posto una “psicologia da manager” …
Noi siamo incardinati in questa “Chiesa senza stare in attesa di un’altra” e perché amiamo questa Chiesa ci auguriamo che il Successore di Pietro al più presto faccia pulizia, con l’energia che lo contraddistingue, del “ problema è la lobby, la lobby non va bene, quella gay, quella politica, quella massonica ( quindi anche essere massoni va bene purché non si faccia lobby?) .
Noi  supportiamo cattolicamente il Papa attraverso la nostra preghiera ed i nostri sacrifici.

Andrea Carradori


domenica 28 luglio 2013

La morte del Cardinale Ersilio Tonini

Con la morte del Cardinale Ersilio Tonini se ne va una fetta della mia vita.
Conservo il libretto della cerimonia della sua consacrazione episcopale a Piacenza ( nell’antico rito anche se quasi tutta in lingua italiana ).
Ricordo il suo arrivo a Macerata con i suoi gesti spontanei ed affettuosi quasi avesse voluto abbracciare tutti i fedeli che affollavano la piazza della Libertà; l’arrivo in Cattedrale, accompagnato dagli antichi riti dei Canonici del Capitolo e la Messa concelebrata con tutti i sacerdoti della diocesi.
Chiesi ad un Sacerdote perché non avesse officiato il Pontificale ( per noi chierichetti il pontificale era l’espressione massima ! ) e mi rispose che forse l’avrebbe fatto successivamente … ma così non fu perché i Canonici conobbero presto la volontà del nuovo vescovo di non celebrare Pontificale perchè preferiva la Concelebrazione.
Dopo la sua prima Messa nella Cattedrale Maceratese il novello pastore si portò nella vicina Basilica della Misericordia per venerare la nostra Celeste Patrona che, fatto straordinario, era stata “aperta” per intero , abbassata cioè della dorata iconostasi che la chiude ( volto escluso ) quasi tutti i giorni dell’anno.
Il Vescovo Tonini si spese totalmente nella pastorale andando a celebrare dovunque fosse stato chiamato.
La sua affabilità e la sua amabilità con i fedeli conquistarono tutti .
Era il periodo post conciliare che precedeva l’introduzione definitiva del nuovo rito della Messa.
Mons. Tonini non era certamente un “liturgo” : l’unica volta che lo sentii parlare di musica sacra fu per criticare il canto “ Viva la gente” che fu eseguito durante la comunione in una sua messa nella progressista Parrocchia dell’Immacolata ( la più grande di Macerata ) " il canto Viva la gente durante la comunione - disse - mi pare davvero eccessivo ".
Un'altra volta si lamentò perchè in una processione eucaristica nessuno cantava il Tantum ergo in italiano che lui stesso aveva promosso ...
Per non ritornare al latino prima della ( amatissima dai fedeli ) Benedizione Eucaristica si fece un canto qualsiasi ... resta con noi Signore la sera ...
Ebbe a modificare la frequentatissima processione del Corpus Domini non facendola rientrare in Duomo ma ideando la sua conclusione in uno spazio all'aperto anche assai distante dal centro storico cittadino.
A spese della Diocesi Mons. Tonini organizzò una processione silenziosa dei giovani  per condannare le ingiustizie sociali  che si concluse in Duomo con una messa beat invitando un complessino da lontano che portò  chitarre elettriche, pianola, batteria e relativa amplificazione ...
Una novità per Macerata che non fu molto gradita recando scompiglio fra il clero ( anche fra i giovani preti che erano stati  ottimamente educati in Seminario).
In diversi poi si lamentarono che con i soldi spesi per il complessino musicale ( che cantò tutto da solo, senza che alcun fedele potesse unire la propria voce ... perché nessuno conosceva quei canti …) si sarebbe potuto accordare il grande Organo Callido …
Iniziava la demagogia secondo la quale i giovani "dovevano" avere la "loro" messa beat ...
Potrei narrare dettagliatamente decine di particolari sull'intensa opera pastorale che quel degno Pastore ebbe nel difficile momento del post concilio prepotentemente "conquistato" dalle forze più progressiste ...
E il vescovo fu vittima dei gruppi ecclesiali progressisti e marxisti più organizzati.
Dovette soffrire non poco per causa loro anche nella sonnacchiosa Macerata ! La sovversione era arrivata anche nella quieta provincia ...
Mons. Ersilio Tonini  mi volle spesso agli incontri dei preti, , pur essendo io ancora adolescente, nella speranza che prima o poi io avrei scelto la “parte migliore” … ma non la pensava così l'allora rettore che aveva individuato in me una pericolosa vena lefebvriana ...
Tantissime volte sono andato in auto con lui specialmente quando  incominciavo a suonare nelle parrocchie ormai sprovviste di organista dove egli andava a celebrare …
Se a Macerata ci furono i sorrisi episcopali altra sorte dovettero sopportare i vicini recanatesi. Mons. Tonini fu Amministratore Apostolico dell'antica diocesi di Recanati, che fino a pochi anni prima aveva avuto il vescovo residenziale ( come da sempre ).
Nel 1968 terminato il Concilio alcuni amici romani convinsero dell'ottimo vescovo di Recanati Mons.Baroncelli a rassegnare le dimissioni.
A seguito del ritiro del Vescovo  la diocesi ricevette il Visitatore Apostolico nella persona dell'Arcivescovo di Ancona-Numana Mons. Bignamini che lodò lo status del clero e delle istituzioni diocesane esclamando al termine del suo mandato : " Questa bella diocesi riavrà come giusto il suo vescovo" !
Invece i tempi ecclesiali erano cambiati e Roma volle essere particolarmente dura proprio con quelle Diocesi che avevano appoggiato, anche in tempi calamitosi per la fede, il Papa e la Snta Sede.
Così Recanati ebbe un Amministratore Apostolico togliendo ogni speranza che sarebbe ritornato il loro vescovo.
Per questo Mons. Tonini fu molto duro e deciso con il Clero Recanatese :  doveva far capire loro che la Diocesi non esisteva più . 
Fu particolarmente autoritario specie con coloro che  non volevano accettare lo smantellamento della loro amata diocesi .  Sapeva comandare !
Lo scontro con buona parte del Clero Recanatese fu inevitabile : i preti non si presentarono alla Messa Crismale , fecero una riunione  scrivendo una lettera di forte lamentela che fu firmata da tutti i sacerdoti ed inviata alla Santa Sede.
Come ( pessima ) abitudine la Santa Sede fotocopiò la lettera dei preti recanatesi trasmettendola all'Amministratore Apostolico Mons. Tonini.
La risposta di Mons. Tonini non si fece attendere e fu durissima : vendette il glorioso Seminario recanatese, esonerò ( direi sciolse ) il Capitolo della Cattedrale e trasferì i preti in alre parti  distruggendo in modo definitivo l’identità diocesana.
Per questo il nome dell’Amministratore Apostolico di Recanati Mons. Ersilio Tonini non compare della grande lapide dei Vescovi Recanatesi che si trova all’ingresso della Basilica (Con )cattedrale della Justissima Civitas Ricinense .
Pur essendo d’impostazione “ popolar populista “ il Vescovo non disdegnava affatto che in occasione dell’anniversario della sua ordinazione episcopale il Capitolo ( con la cappa estiva )  i fedeli e le Autorità cittadine prendessero parte alla sua Messa in Cattedrale per quella ricorrenza.
Nell’ultima celebrazione ( 1975 ) prima di lasciare Macerata per la sua, difficilissima, missione nell’inquieta Arcidiocesi di Ravenna, dove non ebbe neppure una stanza in Arcivescovado, Mons. Tonini ringraziò tutte le realtà sociali “ anche quelle che sono più lontane dalla Chiesa” per non aver ostacolato la sua opera pastorale.
A Macerata l’amatissimo Cardinale Ersilio Tonini ritornò nel 1995 per celebrare la Messa esequiale del suo successore nella cattedra maceratese Mons. Francesco Tarcisio Carboni e successivamente il 5 aprile 1997 per l’ordinazione di Mons. Giuseppe Orlandoni vescovo di Senigallia.
In quell’occasione pronunciò una vibrante omelia per la salvaguardia della fede e delle tradizioni scoraggiando i “ matrimoni misti” con i musulmani e narrando alcune pietose storie di difficile convivenza in terra Emiliana fra cattolici e islamici.
Non mi aspettavo una tale , chiarissima presa di posizione da parte del novello Cardinale : è stato un vero pastore anche in questo !
Mi ero rivolto anche a lui in occasione della negata concessione di una celebrazione della Santa Messa nell’antico rito nonostante i due Indulti dell’allora Papa Giovanni Paolo II.
Chi meglio di lui, ferreo difensore dei perseguitati a causa dell’ingiustizia, avrebbe potuto sanare quel gesto di insana prepotenza ?
Nonostante la documentazione che gli inviai, accompagnata da centinaia di firme, neppure il Cardinale Tonini potè aiutarci !
Neppure il Papa – era il Beato Giovanni Paolo II - potrebbe far nulla per cambiare la situazione liturgica attuale” mi disse realisticamente il devotissimo, indimenticabile Vescovo Mons. Carboni ( che amava nell’intimo la celebrazione della Messa antica ).
Nel 2005, in occasione delle celebrazioni centenarie di San Nicola da Tolentino, il Card. Tonini fu a Tolentino.
Pur non vedendomi da moltissimi anni mi riconobbe e mi salutò “ Ciao Andrea” . 
Mi vennero le lacrime agli occhi e gli risposi : “ Le voglio bene Eminenza, mi benedica”.
Cardinale Tonini : grazie per quanto ha fatto per la Chiesa !
Benedica noi e i nostri sforzi che indegnamente facciamo per la salvaguardia dell’antica liturgia fondamento della vera devozione e pilastro insostituibile della “civitas christiana” !

Andrea Carradori





giovedì 25 luglio 2013

Preparazione alla Messa ballerina, olè!

Dal blog Chiesaepostconcilio , una vera miniera di buon senso cattolico, ho copiato ( copia + incolla) alcuni interventi in margine alle Giornati Mondiali della Gioventù che si stanno tenendo in Brasile.
Ringrazio la Redazione di quel blog per quanto ci dona anche perchè riesce a stimolare opportunamente i commenti da parte dei Lettori.
A.C.

 ... Io continuo ad assistere, nemmeno basita, all`attenzione dei media di casa mia alla GMG, ne fanno i primi titoli, dopo la tragedia ferroviaria di Santiago di Compostela.
Trattamento ben diverso da quello che fu riservato a papa Benedetto!
E così leggo che il Papa è intervenuto sulla liberalizzazione delle droghe, però, mi dico, lì sembra che abbia parlato chiaro, cerco dunque il testo e leggo:
"La piaga del narcotraffico, che favorisce la violenza e semina dolore e morte, richiede un atto di coraggio di tutta la società. Non è con la liberalizzazione dell’uso delle droghe, come si sta discutendo in varie parti dell’America Latina, che si potrà ridurre la diffusione e l’influenza della dipendenza chimica. E’ necessario affrontare i problemi che sono alla base del loro uso, promuovendo una maggiore giustizia, educando i giovani ai valori che costruiscono la vita comune, accompagnando chi è in difficoltà e donando speranza nel futuro."
OK, bene, dunque Papa Bergoglio sa intervenire quando VUOLE e anche se potrebbe sembrare un`ingerenza negli affari interni di un Paese, dunque quando VUOLE sa assumere la sua responsabilità di guida morale per i cattolici(e non solo), perchè allora non lo ha fatto, e non lo fa, URBI ET ORBI, e non in un messaggio agli Irlandesi che nessuno ha letto e diffuso, su temi come aborto, eutanasia, matrimonio gay?
Forse che sono temi meno importanti?
Ho anche osservato che nemmeno con i giovani del mondo intero ha usato il termine "Papa", anche con loro si è definito "Vescovo di Roma".

Chissà i deliri per la flash mob, già definita la più grande del mondo, coreagrafata da una ballerina carioca (!) , con cui papa Bergoglio sarà accolto domenica 28 luglio, tutti i giovani si metteranno a ballare.....prima della Messa!
Una preparazione alla Messa ballerina, olè!
... Apro il computer, leggo on line qualche giornale, faccio un salto da vatican insider ma, visto l`alto rischio di overdose di melassa "dégoulinante", me ne vado in fretta non senza aver letto in diagonale le parole di Maradiaga che già si vede il genio della riforma della Curia, leggo:
L'intenzione è che le idee arrivino dal basso - ha spiegato Maradiaga - e tra i vescovi c'è un grande entusiasmo, c'è un grande desiderio di rafforzare la collegialità». 
Avere un «instrumentum laboris» con le proposte definite aiuterà il Papa nelle sue decisioni, ha spiegato il porporato."

Sapendo in che stato hanno ridotto la Chiesa i vescovi padroni onnipotenti a casa loro, lasciando liberi i ribelli, incoraggiando e legittimando derive e abusi, autori troppo sovente di magisteri paralleli e alternativi, minipapi nei loro minivaticani, la stragrande maggior parte di matrice progressista postsessantottina, o loro degni allievi, il loro entusiasmo è piuttosto di natura a darmi dei brividi di orrore.

«C'è un gran desiderio che il Papa sia meglio informato,..."

Ah certo, non dubito dell``oggettività delle informazioni di quei vescovi, della loro imparzialità, non dubito che le loro info saranno libere da ogni influenza ideologica!
Meglio informato?

" Il cardinale ha ribadito il previsto ridimensionamento della Segreteria di Stato e la necessità di evitare le duplicazioni, come quella esistente - a suo avviso - con il Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione e la Congregazione per l'Evangelizzazione dei popoli."

Il secondo essendo stato creato da Benedetto XVI....Fisichella sta tremando e questo spiega forse certe sue esternazioni modelli di piaggeria per il nuovo Papa, il primo è diretto da Filoni, il maggior sponsor-protettore del cnc e colui che sta insegnando la Chiesa a Bergoglio (papa Bergoglio dixit).
C`è da star tranquilli.
Ma, in fondo, perchè dovremmo esserlo?

Papa Francesco continua a dire che bisogna "uscire da noi stessi"? 
Anche in riferimento alla preghiera afferma questo concetto.
Sant'Agostino diceva il contrario: "per trovare la verità rientra in te stesso".
A me sembra che la Chiesa di oggi stia dando più importanza all' esteriorità rispetto all'interiorità. Non c'è più il primato della contemplazione nella Chiesa.
Gesù dice a Marta che sua sorella  ha scelto la parte migliore: la contemplazione. 
La Chiesa di oggi non sta scegliendo la parte migliore.
Sant'Agostino afferma che "chi impara a pregare impara a vivere", oggi la Chiesa afferma "chi impara a vivere impara a pregare".
C'è un ribaltamento delle essenze! 
La Chiesa di oggi, con l'enfasi sulla prassi ha perso in generale la preminenza dell'adorazione.
Questo papa, in particolare, sta esprimendo alcuni concetti-chiave, sempre gli stessi, che lasciano fuori un necessario allargamento d'orizzonte e approfondimento. 
Il problema è che sono sulla cresta dell'onda progressista.

C'era il tempo in cui partecipavo alle riunioni pastorali in diocesi, in forania e in parrocchia. Oh, non sanno più dove sbattere la testa per portare la gente in chiesa! 
Da quando poi hanno deciso di far corrispondere piani pastorali con programmi politici sinistrorsi (catto-comunismo) la situazione è decisamente peggiorata. Sono entrate certe idee nella Chiesa che neanche con la calce viva le puoi più disinfettare. 
Pertanto vedo e noto che ormai la situazione è talmente caduta in basso (ovviamente il pensiero dominante non lo ammetterà mai che è così) che qualsiasi persona con qualsiasi idea con qualsiasi pensiero che sappia trovare un po' di consenso, quella va bene. 
Non importa cosa dice o cosa fa. l'importante è che faccia venire qualcuno. 
Ecco le pagliacciate, i mielosi e stomachevoli spettacolini liturgici, l'insistenza sul comunitarismo, la super collegialità, ... tutto va bene, l'importante è portare qualcuno dopo che tanti se ne sono andati.

A questo proposito appare significativo quanto scritto da Messori qualche tempo fa: "Chi, oggi, pur tra coloro che si definiscono cattolici e che si accostano ai sacramenti, chi penserebbe a escludere dalla sua vita coniugale gli anticoncezionali; o a distogliere il parente divorziato dal risposarsi; o a vietare alla figlia i rapporti sessuali con il compagno; o a dissuadere le coppie dalle convivenze, esortando alle nozze? Il praticante cattolico medio europeo sembra coincidere, nella prassi morale, col laico della postmodernità, senza differenze rilevanti".

... Il Magistero della Chiesa per bocca di Pietro , in una delle ultime udienze  di Benedetto XVI, ha affermato :
"Da sempre gli uomini sono stati ricolmi – e oggi lo sono quanto mai – del desiderio di “essere come Dio”, di raggiungere essi stessi l’altezza di Dio. 
In tutte le invenzioni dello spirito umano si cerca, in ultima analisi, di ottenere delle ali, per potersi elevare all’altezza dell’Essere, per diventare indipendenti, totalmente liberi, come lo è Dio. 
Tante cose l’umanità ha potuto realizzare: siamo in grado di volare. 
Possiamo vederci, ascoltarci e parlarci da un capo all’altro del mondo. 
E tuttavia, la forza di gravità che ci tira in basso è potente. Insieme con le nostre capacità non è cresciuto soltanto il bene. 
Anche le possibilità del male sono aumentate e si pongono come tempeste minacciose sopra la storia. 
Anche i nostri limiti sono rimasti: basti pensare alle catastrofi che in questi mesi hanno afflitto e continuano ad affliggere l’umanità.
I Padri hanno detto che l’uomo sta nel punto d’intersezione tra due campi di gravitazione. 
C’è anzitutto la forza di gravità che tira in basso – verso l’egoismo, verso la menzogna e verso il male; la gravità che ci abbassa e ci allontana dall’altezza di Dio. Dall’altro lato c’è la forza di gravità dell’amore di Dio: l’essere amati da Dio e la risposta del nostro amore ci attirano verso l’alto. L’uomo si trova in mezzo a questa duplice forza di gravità, e tutto dipende dallo sfuggire al campo di gravitazione del male e diventare liberi di lasciarsi totalmente attirare dalla forza di gravità di Dio, che ci rende veri, ci eleva, ci dona la vera libertà....
Il Salmo processionale 24, che la Chiesa ci propone come “canto di ascesa” per la liturgia di oggi, indica alcuni elementi concreti, che appartengono alla nostra ascesa e senza i quali non possiamo essere sollevati in alto: le mani innocenti, il cuore puro, il rifiuto della menzogna, la ricerca del volto di Dio. 
Le grandi conquiste della tecnica ci rendono liberi e sono elementi del progresso dell’umanità soltanto se sono unite a questi atteggiamenti – se le nostre mani diventano innocenti e il nostro cuore puro, se siamo in ricerca della verità, in ricerca di Dio stesso, e ci lasciamo toccare ed interpellare dal suo amore. 
Tutti questi elementi dell’ascesa sono efficaci soltanto se in umiltà riconosciamo che dobbiamo essere attirati verso l’alto; se abbandoniamo la superbia di volere noi stessi farci Dio."

martedì 23 luglio 2013

Padre Santo : non dimentichi nella valigia la Santa Chiesa Cattolica !


« Io non ho né oro né argento, ma porto ciò che di più prezioso mi è stato dato: Gesù Cristo! Vengo nel suo Nome per alimentare la fiamma di amore fraterno che arde in ogni cuore; e desidero che a tutti e ciascuno giunga il mio saluto: "La pace di Cristo sia con voi!" »
Mi perdoni amatissimo Padre Santo ma anche un mio caro amico, ministro Anglicano, nelle situazioni difficilissime della sua vita da missionario, ha esclamato : “Gesù Cristo! Vengo nel suo Nome per alimentare la fiamma di amore fraterno che arde in ogni cuore …
Anche ogni Cristiano deve dire, anzi urlare, al mondo che si rivela sempre più nemico del Vangelo e della Croce : “Gesù Cristo! Vengo nel suo Nome per alimentare la fiamma di amore fraterno che arde in ogni cuore…
Amatissimo Santo Padre , Dolce Cristo in terra non dimentichi di additare ai giovani con l’energia che caratterizza la Sua persona la Santa Chiesa Cattolica di cui Lei è il supremo Pastore forgiato dallo Spirito Santo ad imitazione del Buon Pastore il Signore Gesù !
Si! La Santa Chiesa Cattolica che non è "il cuscinetto sociale"  che distribuisce l'oppio alle popolazioni affamate dal Potere mondialista.
Si! La Santa Chiesa Cattolica che è costruttrice di Civiltà e della Civitas Dei, società dell'amore, della giustizia , della pace e della vera dignità umana.
Si ! La Santa Chiesa Cattolica per la quale non esiteremo a versare, se necessario, il nostro sangue !
Si ! La Santa Chiesa Cattolica di cui il mondo ha bisogno perché è l’unico mezzo per portare l’uomo alla salvezza nella contemplazione dell’Autore della Vita !
Si ! Ti ringrazio Signore di avermi creato, fatto cristiano, cresciuto cattolico nella Santa Chiesa Cattolica che tutti ammiravano perché rilucente  di verità e di bellezza !
Si ! La Santa Chiesa Cattolica, splendente per il sangue innocente di tanti Fratelli e Sorelle in Cristo che ininterrottamente, anche in questi stessi giorni, hanno offerto la suprema testimonianza all’Amore e alla Verità.
Quella Chiesa è degna di stare nella Sua valigia o Padre Santo per venire mostrata ai giovani ed al mondo intero !
Padre Santo commentando la Sua partenza dal suolo italiano un Sacerdote ha così saggiamente scritto : Politici cattolici che fanno a gara per salutare il Papa alla partenza e fremono nell'attesa di poter vedere varata la legge che dovrebbe ridurci al silenzio. E' il momento di esprimere lo sdegno. Magari ci arrestano in anticipo...Mai successa una cosa simile in duemila anni! Gesu' avrebbe detto: "Guai a voi". Io, che sono un povero peccatore, mi limito a dire "mi fate pena". Che e' la forma edulcorata dello sdegno!”
Padre Santo forse noi siamo poco espansivi nei Suoi confronti.
Agli applausi preferiamo rivolgere la nostra doverosa preghiera affinchè la Madonna Santissima assista i Suoi piedi nel difficile cammino per il mondo.
Ma la nostra riservatezza costituisce un indice della nostra indipendenza di pensiero e non omologazione alla dottrina mondana dominante! 
Il nostro comportamento forse è un po' da " faccia da peperoncini all'aceto" .
Abbiamo però ancora le sinapsi intatte e conseguentemente ,  malgrado i nostri peccati, siamo spiritualmente costruttivi e  "segno di contraddizione per il mondo scristianizzato " ... in grado cioè di contrastare nel nostro piccolo l'opera di "omologazione" che la società sta cercando di fare incominciando dalla Sua amabile Persona e dai Suoi gesti !

 Christus vincit ! Semper !

Andrea Carradori

lunedì 22 luglio 2013

Papa Francesco. Una nota "intonata" che rispettiamo con riserva ...

Postiamo quanto è stato scritto su facebook a proposito di Papa Francesco.
Anche se continuiamo a nutrire dei legittimi dubbi sulla spontaneità dei gesti del Papa ( saranno stati studiati a tavolino  con l'attenta consulenza di un gruppo di promoter d'immagine ??? A tal proposito guardare questo articolo QUI ) pubblichiamo  volentieri le parole di un fedele ricolme di sano "sentire cum Ecclesia".
Malgrado la stampa sia stranamente prona ai piedi del Papa, malgrado i gridolini dell'eccitato Boffo, malgrado le TV - 2000 & similia,  come fedeli cattolici continuiamo imperterriti ad elevare a Dio la nostra sincera preghiera per la Chiesa e per il Papa.
A.C. 
" Papa Francesco ha un modo di porsi molto particolare, di certo molto diverso da Papa Benedetto. 
Chi non è più "bambino" nella fede ma magari un pó più adulto, a volte ha come la sensazione che in certi discorsi di Francesco manchi un pezzo o scorga qualche "stranezza", ma proprio perchè non si è più "alle prime armi" bisogna riempire quel senso di vuoto con ció che il Signore e la Chiesa ha proclamato da sempre. 
Papa Francesco si trova a pontificare nel bel mezzo di un periodo infecondo a livello spirituale e di valori cristiani. 
Egli ha un modo diverso di approccio sviluppatosi per la sua esperienza personale con Dio e col prossimo nella terra argentina che per certi versi è molto molto diversa e distante dalla nostra cultura anche da un punto di vista di "vivere" la fede. 
Ma l'approccio non cambia la sostanza, bisogna portare il Vangelo ed in questo tempo il Signore ha dato questo Papa per toccare i cuori di chi è lontano ma anche per toccare il cuore di chi è "dentro". 
Per toccare quelli "fuori" o che si sentono "lontani" Papa Francesco usa le sue peculiarità che sono semplicità e amicizia, magnanimità e misericordia, allegrezza e simpatia. 
Non manca mai un abbraccio per i più "lontani" ed allo stesso tempo non mancano "stoccate" a chi è già dentro perchè l'acqua non si stagni (e lo vediamo anche noi quanto si sia stagnata in certi ambienti purtroppo). 
Tutte queste qualità le aveva anche Papa Benedetto, ma le scorgeva di più un occhio attento e devoto, mentre Papa Francesco lo fa anche attraverso questo suo spiccato modo di "esprimersi". In tutta onestà preferivo il "rumore silenzioso" di Papa Benedetto, ma è una "sintonia" personale tra il mio modo di vedere le cose e l'operato di papa Benedetto. 
Dobbiamo fidarci del Papa, non possiamo permetterci di dare ascolto all'illusione di saperne più lui. A noi tocca pregare per lui, perchè guidato dallo Spirito Santo compia la volontà di Dio sotto la materna protezione della Madonna. 
Ricordiamoci che Papa Benedetto ha dato tutto eppure non gli hanno dato molto ascolto ne chi era lontano e ancor meno chi era dentro. 
Mi sembra di rivivere quella parte del Vangelo: "È venuto infatti Giovanni il Battista che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: Ha un demonio.
È venuto il Figlio dell’uomo che mangia e beve, e voi dite: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli”.
… il Papa è il Papa ... E poi c'è tutto il magistero che "tiene saldi", quindi non commettiamo l'errore di portare "divisione" e di fare frange pro e contro, impegniamoci a capire, a fare uno sforzo in più per amore della Chiesa …"

All’estero speriamo che non ci leggano : vale quanto un "segno" !

Della “sedia vuota” al Concerto offerto dalla RAI per l’Anno della fede ci siamo occupati qui e qui .
Poiché le organizzatissime confraternite dei “ cattolici adulti ” ancora persistono nel voler considerare quella “sedia vuota” un “segno” proponiamo ai nostri Lettori la lettura di alcuni commenti che quelle teste “ emancipate “ hanno scritto.
Ad perpetuam rei memoriam” si direbbe : appiccichiamo quei commenti , intrisi, come avviene spesso negli ambienti di una certa sinistra,  di pauperismo ma soprattutto di autoreferenzialità da primi della classe ... sul blog, sperando che all’estero non leggano queste idiozie pseudo papaline made in Italy …che irridono persino l'umana genialità riassunta nel capolavoro beethoveniano della IX Sinfonia.
Speriamo invece che all’estero vedano la foto, fresca, fresca, che abbiamo all'uopo allegato.
Andrea Carradori
PS EVIDENZIAMO CON IL COLORE AZZURRO LE , POCHE, CONSIDERAZIONI CHE A NOI  SEMBRANO CONTENERE UNA MINIMA DOSE DI BUON SENSO. 

- Non so perché sia rimasta vuota quella sedia,
ma mi piace pensare che tu, Francesco,
ami stare più con gli "ultimi" che con i "primi".
E noi siamo con te.
Sei un grande Papa...soprattutto sei un uomo vero e LIBERO!

- che forza questo Papa, con pochi gesti sta cambiando tutto...
... e loro continuano a non capire...umh!!! o forse a fare finta di non capire!!!

- Peccato per la musica, che non c'entra niente
- E' un urlo !!!! Che non può essere e rimanere strozzato .... una voce più potente di quella di Abele !!!
- Forse sarò una "voce fuori coro", ma per me papa Francesco ha sbagliato col non presentarsi. Fa bene a non amare la mondanità, ma rifiutare un concerto, come musicista, mi ha un pò turbato.. Mi spiego: e se Gesù non avesse partecipato alle nozze di Cana? Niente "segno". E se Gesù si fosse rifiutato di fare il pellegrinaggio a Gerusalemme come ogni buon ebreo? Niente "purificazione" del tempio. Partecipare ad un evento del genere non significa essere mondani, apparire, ma scomparire nell'ascolto, che è uguale per tutti, tanto per chi è in prima fila, quanto per chi sta nel loggione. Partecipare significa riconosce lo sforzo e il lavoro che c'è dietro ore e ore di prove; il sudore, le ansie, le arrabbiatture, tutto questo scompare quando davanti al musicista c'è un ascoltatore, uno che "presta orecchio", presta attenzione a ciò che fai. Come musicista cristiano mi fa' sentire... trascurato... e il mio sforzo per trasmettere un messaggio vanificato... ovviamente senza nulla togliere all'importanza di altre cose...
- comunque Gesù non ha purificato nessun tempio e papa Francesco ha avuto i suoi buoni motivi a non partecipare, naturalmente senza nulla togliere al concerto
- Appunto il "purificazione" è tra virgolette... era per chi volesse cercare il contesto pur non conoscendo la vicenda...

- Il coraggio dei comportamenti, quelli che vanno contro corrente perchè ciò che è considerato "normale", va cambiato a favore di altro di maggior valore che quel "normale" non riconosce. Questo comportamento parla molto di più di una bolla o un discorso pontificio. Voi siete liberi di farvi tutti i concerti che volete, espressione della pompa che è parte integrante dello satus, ma lo spirito evangelico è altro, ben altro.

- Seguire papa Francesco in tutto quello che fa e che dice, mi dà la sensazione di essere finalmente arrivato a casa .... ( la nostra casa è il Cielo ... finalmente arrivato a casa significa che ha raggiunto il Paradiso ? n.d.r. )

- Questa foto sta facendo il giro del mondo... vale quanto un "segno"

- la forza di papa Francesco sta nel superare l'immagine ridicola di papa-re che in circa mille anni, nel nome delle "tradizioni degli uomini" avevamo cucito addosso al vescovo di Roma, ha ridonato al Vangelo di Cristo il suo primato per la vita dell'uomo e della chiesa: Francesco non era alla festa preparata per lui per occuparsi fattivamente dei drammatici problemi dell'uomo. Il cerimoniale di "corte", per bello che sia, viene dopo!

- ...mahhh....sembra che non abbia voluto abbandonare un'importante seduta sulla riforma clericale in corso ... Per me questa si chiama coerenza e determinazione!

- .......peccato non poter scrivere ....... MI PIACE......... A CARATTERI CUBITALI......

- Ma guarda, c'è Casini dietro la sedia vuota, affranto, a me dispiace per la piccolina

- ma Gesù ci andava come tutti gli altri invitati, non aveva un posto d'onore...io credo sia questo il messaggio che Papa Francesco vuole far capire; un papa "alla pari" che preferisce il pulman con gli altri cardinali e non la macchina privata, che alloggia in albergo e non in Vaticano, questo qualcosa lo vorrà dire no? e loro la sedia d'ordinanza....poi sono convinta che davvero avesse altro di più importante da fare e quindi...in ogni caso penso che la sedia sarebbe rimasta cmq vuota!!!
- ma un bel cd di musica classica a S.Marta con quattro intimi non sarebbe più rilassante?

- QUELLI la poltrona non lasciano per nessun motivo !!!!!!!

- Riunione sulla riforma clericale? Peccato Edda, per un attimo mi ero illuso che magari fosse.....al gay pride!

- Ma in Vaticano credono c''a fatto 'o supirchiuso.

- la sedia è parlante ma nessuno ascolta.......

- Supirchiuso, in italiano: Lo spocchioso.

--- magari ha rifiutato la poltrona e si è mescolato fra la gente! 

- Anna Maria, conoscendo gli ambienti, lo avrebbero notato subito a meno che non l'hanno snobbato.

- sii, è proprio la sua... e l'ha lasciata vuota per darci un segnale ben preciso!!!

- Secondo me s'è vestito, è uscito di soppiatto, eludendo i bodyguard, s'è infilato in qualche gruppo argentino e s'è goduto lo spettacolo ballando.

-...ma quelle facce di prelati rossovestiti non mi piacciono per niente... E molti che si tengono il mento.... Imbarazzo...no?!?

- Chissà cosa stanno tramando... Mi sa che pensino alla "loro" poltrona....in bilico....

- Non 'e schut for à 'vever nù caff....;

- gran bel messaggio !!!
-
- in via riservatissima mi è giunto il seguente messaggio: "caro Giuseppe, data la tua insistenza, sono andato a fare quattro chiacchiere con P. Livio..."

- Povero Beethoven ...

- Sì, siamo tutti con te papone!

- uno spirito libero!!!che sia da esempio e sprono per noi credenti 

- bellissimo messaggio...

- mi dispiace  ma, cercando di interpretare Papa Francesco : era importante lanciare il messaggio...; per ascolare della buona musica vi saranno altre occasioni, magari togliendo di mezzo quel "trono bianco " , che sa tanto di sedia gestatoria, non più di moda ...!

- Questo papa piace anche a me !!

- ho pensato la stessa cosa!

- Penso anch'io che Papa Francesco abbia pensato ciò, tnto più che non ama "gli amenicoli" che si aggirano intorno ai papabili.

- Grazie !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

- io spero solo che campi molto

- che piacevole sorpresa!

- mi fa tanto sperare..., ma ho ancora paura di delusioni
-
- Finalmente un Papa da amare....! ( perchè NON è andato al Concerto sinfonico-corale una delle eccellenze italiane ...  n.d.r.)

- ah Fracè, FAJié vete

domenica 21 luglio 2013

Invocazioni in tempo di calamità

Preghiere in ogni tempo, specie quando si attraversano periodi
di meritate prove
INVOCAZIONI IN TEMPO DI CALAMITA
'Misericordia del mio DIO, abbracciateci e liberateci da qualunque flagello
Gloria Patri
Eterno Padre, segnateci con il sangue dell'Agnello, come segnaste le case del vostro popolo.
Gloria Patri
Sangue Preziosissimo di Gesù nostro amore gridate al vostro divin Padre
misericordia per noi e liberateci.
Gloria Patri
Piaghe del mio Gesù, bocche di misericordia, parlate propizio per noi alvostro celeste Padre, nascondeteci in voi e liberateci.
Gloria Patri.
Eterno Padre, Gesù è nostro e pur nostro è il suo Sangue ed i suoi meritiinfiniti: noi a Voi offriamo tutto, dunque, se lo amate, e se vi è caro untal dono, dovrete liberarci e senza dubbio noi lo speriamo
Gloria Patri
Eterno Padre, Voi non volete la morte del peccatore, ma che si converta eviva. 
Fate per misericordia che noi viviamo e siamo vostri. Amen.
Gloria Patri
SALVA NOS, CHRISTE SALVATOR, PER VIRTUTEM SANCTAE CRUCIS, QUI SALVASTI PETRUM IN MARI, Miserere nobis.
Maria, nostra avvocata, parlate per noi e saremo salvi.
Ave MariaMaria, nostra avvocata, parlate per noi e saremo liberi 
Ave Maria
Il Signore giustamente ci flagella per i nostri peccati, ma voi, o Maria,scusateci perchè siete nostra Madre pietosissima.
Ave Maria
Maria, nel vostro Gesù ed in Voi abbiamo posto le nostre speranze, non fate,no, che restiamo confusi
Salve Regina.
Sanctus Deus- Sanctus Fortis- Sanctus Immortalis miserere nobis.
Potentia Dei Patris,
Sapientia Dei Filii, 
Virtus Spiritus Sancti, liberet meab omni incursione, infestatione, tentatione spiritum infernorum. Amen
Christus vincit, Christus Regnat, Christus Imperat+. 
Christus me ab omnifruaude diabolica liberet.
Amen.
Ecce Crucem Domini + Vicit Leo de Tribu Juda, Radix David. Alleluja,Alleluja, Alleluja.Benedictio Dei omnipotentis Patris + et Filii + et Spiritus Sancti+descendat super me et maneat semperEterno
Padre, in nome di Gesù misericordiaAmantissime Iesu fiat a me, in me et super me gratissima voluntas tua.Sancta Trinitas unus Deus parce nobis DominePater,
Ave, Gloria e Credo
Sancta Trinitas unus Deus miserere nobis.Pater, 
Ave, Gloria e Credo
Sancta Trinitas unus Deus exaudi nos Domine.Pater, 
Ave, Gloria e Credo

Respice, Domine Sanctae Pater, de sanctuario tuo, et de excelso coelorumhabitaculo, et vide hanc sacrosantam hostiam quam tibi affert magnus> Pontifex noster sanctus, innocentes dilectus Filus tuus Dominus Noster JesusChristus, pro peccatis fratrum suorum, et esto placabilis supermultitudinem malitiae mundi.
Ecce, vox sanguinis fratris nostris Primogeniti Jesuclamat ad Te de Cruce. 
Exaudi Domine, placare Domini, attende et fac. 
Nèmorerispropter Temetipsum Deus, noster, quia Nomen sanctum tuum invacatum est super domum et civitatem istam, et super universum populum tuum et facnobiscumsecundum infinitam misericordiam tuam. Per eundem Christum Domunum nostrum.
Amen.
v) Ut ad veram poenitentiam nos perducere digneris,
r) Te rogamus audi nos
v) Ut domum, civitatem istam et universum populum tuum, Domine, defendere, pacificare, custodire, conservare et piissima misericorda tuarespiceredigneris.
r)Te rogamus audi nos.
v) Per scrosantam humanae Redemptionis mysteria.
r) Cito anticipent nos, Domine, misericordiae tuae et parce populo tuo.
v) Per merita et intercessionem beatissime Genitricis tuae, et omnuim Angelorum atque Sanctorum.
r) Cito anticipent nos, Domine, misericordiae tuae et parce populo tuo.
v) Sancta Maria, sine labe originali concepta, et omnes Angeli et Sancti,intercedite pro nobis ad Dominum.
r) Ut cito anticipient nos misericordiae Domini, et parcat populo suo: utomnes cum ipso gaudere possimus in saecula saeculorum.
Amen.
OMNIPOTENS et MISERICORS DEUS, fiat semper et in omnibus, sanctissimavoluntas tua secundum infinitam et aeternam misericordam tua. 
Per ChiristumDominum Nostrum. Amen.
Benedictio sit sancta et Conceptio purissima immaculatae B. Virginis Mariae.
Amen.

PROPRIO DELLA MESSA IN OCCASIONE DI TERREMOTO
Orazione:
-O DIO Onnipotente ed Eterno, che riguardi la terra e la fai tremare,perdona a coloro che ti temono, usa misericordia con chi ti supplica,affinchè, come temiamo la tua ira scuotendo le fondamenta della terra, così sperimentiamo sempre la tua clemenza, nel ripararne le rovine.
Per N.Signore Gesù Cristo.

Segreta- O DIO, che hai fondata stabile la terra, accogli le offerte e le preghieredel tuo popolo e, rimossi del tutto i pericoli del terremoto, trasforma ilterrore della tua divina collera in rimedio di salute, affinchè quelli chediterra son fatti ed in terra dovranno risolversi, godano di potere, con unasanta condotta, divenire celesti.
Per N. Signore Gesù Cristo.

Postcommunio" Onnipotente Sempiterno Iddio, assesta la terra che vedemmo tremare a causa delle nostre iniquità, affinché i cuori dei mortali conoscano che simili flagelli provengono dalla tua ira e cessanoper la tua misericordia. Per Cristo Nostro Signore Figlio tuo, che vive e regna con Te nell'unità dello Spirito Santo, nei secoli dei secoli ". 


Sant'Emidio Vescovo e Martire allontana da noi il flagello del terremoto.
  

Ringraziamo l'Amico che su facebook ha postato queste preghiere

venerdì 19 luglio 2013

Ancona : il Sasso di Santo Stefano

ANCON DORICA CIVITAS FIDEI
ANCONA CITTA’ DELLA FEDE
DAL LIBRO :
" LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE
DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO "
del Prof. Giorgio Nicolini


IL SASSO DI SANTO STEFANO
Proprio Ancona fu tra le primissime città al mondo a ricevere l’annuncio della Fede Cristiana,
proprio “immediatamente” “dopo” la stessa Morte in Croce e Risurrezione di Cristo.
Da Ancona, infatti, si diffuse il cristianesimo nell’Italia Centrale, a motivo soprattutto di una “miracolosa reliquia” (tutt’oggi esistente) di un “sasso che colpì il protomartire Santo Stefano” (cfr. At.7,54-60) e che fu portato in Ancona da un marinaio ebreo ed ivi lasciato in obbedienza ad “una rivelazione divina ricevuta” (“una rivelazione divina ha voluto che fosse lasciato in Ancona!...) e che veniva conservato in un Santuario risalente all’epoca costantiniana e divenuto celebre in tutto il Mediterraneo per i miracoli che vi avvenivano.
La documentazione più antica sulla presenza di un Santuario di Santo Stefano in Ancona è fornita da Sant’Agostino ed appartiene alle omelie che egli recitò nella Cattedrale di Ippona, nella prima metà del secolo V. E’ importantissima non solo sotto l’aspetto religioso, ma anche nei riguardi della vita civica di Ancona, perché attesta che la città era conosciuta, in quei tempi, per tutto il Mediterraneo. 
Nell’Opera Omnia di Sant’Agostino è riportata una relazione compilata da un certo Paolo, che aveva peregrinato per i Santuari più famosi del tempo per impetrare la sua guarigione e quella dei suoi fratelli e sorelle. 
Egli ricorda, in tale relazione, che dopo essere stato a San Lorenzo presso Ravenna, dove guarì il maggiore tra i fratelli, diresse i suoi passi in Ancona, che era illustre per i miracoli al di sopra degli altri luoghi di culto: “…Sed ut de ceteris celeberrimis sanctorum locis taceam, etiam ad Anconam, Italiae civitatem ubi per gloriosissimum Martyrem Stephanum multa miracula Dominus operatur, eadem circuitione perveni”.
Dopo la lettura della relazione, nella Cattedrale di Ippona, Sant’Agostino tiene la sua omelia e, dopo aver ammonito i genitori a non maledire i figli - Paolo ed i suoi fratelli, infatti, si erano ammalati dopo essere stati maledetti dalla madre - spiega i motivi della notorietà del Santuario di Ancona, indicando anche come esso ebbe origine.
Questo il testo (in una traduzione dal latino): “Sanno molti quanti miracoli avvengono in questa città (Ancona) per l’intercessione del beatissimo Stefano. Ma ascoltate ciò che vi farà stupire: colà vi era una memoria antica ed ancora vi è (ed ancor oggi, nel 2005!) . 
Ma se, per caso, mi si dice: se ancora il corpo (di Santo Stefano) non era stato trovato, come poteva esservi una memoria? Ne mancherebbe il motivo. Ma ciò che la fama ci ha fatto conoscere, non lo tacerò alla vostra carità. Quando lapidavano Santo Stefano (cfr. Atti 7,54-60), vi erano intorno anche innocenti e soprattutto quelli che già credevano in Cristo: dicono che un sasso lo colpì su un gomito (= “ankon”) e, rimbalzando, cadde davanti ad un certo uomo pio. 
Questi lo prese e lo conservò. Costui era un navigante e quando a causa dei suoi viaggi toccò il porto di Ancona (= “gomito”), gli fu rivelato che ivi doveva lasciare il sasso. 
Egli obbedì alla rivelazione e fece quanto gli era stato ordinato: da quel momento cominciò ad esservi la Memoria di Santo Stefano e si diceva che vi era un braccio di Santo Stefano, non conoscendosi esattamente di ciò che si trattava”.
In Ancona, dunque (cioè, come a dire, nella città di “Gomito”), vi fu portato un sasso che colpì proprio “il gomito” del “braccio” di Santo Stefano… Per “volontà e rivelazione divina” fu lasciato in Ancona (cioè, in “Gomito”, che richiama nella sua configurazione geografica come un braccio materno ripiegato a gomito), ove vi fu costruito un Santuario divenuto “illustre per i miracoli al di sopra degli altri luoghi di culto”; dunque, all’epoca, forse al di sopra di Roma stessa! da essere conosciuto anche in Africa! e da farvi confluire pellegrini da tutto il Mediterraneo… 
Quante “coincidenze” “misteriose”!… Ma nei “piani di Dio” sono forse “coincidenze” “senza un significato”?… Quante riflessioni si potrebbero fare!!!… 
Non per nulla nello stemma comunale del Comune di Ancona è riportato ancora oggi: “Ancon Dorica Civitas Fidei”, “Ancona dorica città della fede”! 
Saranno degni gli anconitani del Terzo Millennio delle proprie millenarie “radici cristiane”, della fede ricevuta dai propri “gloriosi” e “santi” antenati, e dei tanti “doni” e “privilegi” ricevuti da Dio?… elargiti per un “piano di salvezza” “nella storia” del “futuro”?... “doni” davvero “unici”, al punto da essere stata identificata (con il suo stesso stemma comunale) come “Città della Fede”?…
SAN CIRIACO
Vescovo e Martire
Patrono di Ancona
Fece ritrovare la Croce di Gesù sul Monte Calvario
Del Vescovo Ciriaco si conosce qualche notizia e precisamente la data della morte, avvenuta il 4 maggio del 363, a seguito del martirio sopportato nell'anno secondo dell'imperatore Giuliano detto l'Apostata. L'attribuzione della Cattedra Anconitana a San Ciriaco è fondata sulla costante tradizione e sulla mancata rivendicazione da parte di altre Chiese Orientali od Occidentali; più certa è la sua dignità vescovile, affermata, oltre che dai martirologi e dagli Atti anche da un testo della prima metà del sec.VI, in cui è riconosciuto come pastore ottimo di popoli cristiani. 
Testo che era conosciuto a Costantinopoli ed usato nella liturgia del Venerdì Santo o in quella della festa della Croce che si celebrava nella Quaresima, composto da Romano il Melode, diacono della stessa Chiesa.
San Ciriaco era un rabbino ebreo, che si convertì al cristianesimo quando, facendo ritrovare a Sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino, la croce di Gesù sepolta sul Calvario, avvenne il miracolo della risurrezione di un morto adagiato sulla croce di Gesù da Sant'Elena, che chiedeva al Signore quale delle tre croci ritrovate fosse quella di Gesù (le altre due erano dei due ladroni).
Appena convertitosi, probabilmente per sottrarsi all'ostilità dei suoi vecchi correligionari, Giuda, assunto il nome di Ciriaco in occasione del battesimo, avrebbe abbandonato la Palestina per stabilirsi in Italia, approdando finalmente ad Ancona. 
Qui fu eletto vescovo, in un'epoca di straordinaria fioritura del cristianesimo, da poco uscito dalla clandestinità con l'editto di Milano. 
Dopo un lungo episcopato, Ciriaco, carico di meriti, volle compiere un ultimo pellegrinaggio nella Terrasanta, per rivedere il paese di Gesù e della sua stessa giovinezza. 
Qui lo avrebbe atteso la spada dell'ultimo persecutore romano, Giuliano l'Apostata, e il santo vegliando colse la palma del martirio il 4 maggio del 363.
San Ciriaco morì a Gerusalemme dove si era recato per visitare i Luoghi Santi. 
Si cercò prima di convincerlo ad aderire al paganesimo; di fronte alla sua costanza nella Fede si tentò di piegarlo inutilmente con diversi tormenti, sino a versargli piombo fuso in bocca ed essendo a questi sopravvissuto, ebbe la morte percuotendo il suo capo con un ferro, forse una roncola, procurandogli una frattura cranica. 
Questi tormenti sono stati accertati dagli esami radiologici e chimici eseguiti nella ricognizione delle spoglie, avvenuta nel 1979.
Con San Ciriaco furono martirizzati la madre, Anna, e un incantatore di serpenti, Ammonio.
La salma del Martire fu sepolta a Gerusalemme, in una grotta del Monte Calvario; fu traslata in Ancona, probabilmente nel 433 o 435, a cura e per interessamento di Galla Placidia in sostituzione delle reliquie di Santo Stefano – richieste dagli anconitani - e deposta nella Chiesa che la stessa Augusta aveva fatto erigere in onore del Protomartire, la seconda con questo titolo. In questa basilica rimase sino al Mille, quando, in occasione della donazione alla Chiesa Anconitana della basilica palatina di San Lorenzo, che era nel recinto dell'acropoli, vi fu traslato unitamente alla Cattedra ed in questa Chiesa, oggi intitolata a San Ciriaco, ancora riposa.
Il corpo di San Ciriaco è incorrotto da 1700 anni. 


IL MARTIRIO DI SAN CIRIACO
Comincia la storia e la passione del Santo Ciriaco, Vescovo e Martire, Celeste Patrono della Città di Ancona, ricostruita da Francesco Scalamonti, Giacomo Gualtieruzzi e Giacomo Marchetti, scrupolosissimi curatori. Anno 1550.
Dopo la fine del beato Costantino Imperatore, l’empio Giuliano, succedendo nel regno, subito andò in guerra contro i Persiani. Ma poiché aveva udito la fama del Santo Ciriaco, si recò nella Santa città di Gerusalemme, e lo fece cercare assieme a sua Madre Anna e ordinò che essi fossero portati dinnanzi a lui, dicendo: “Ricchezze offro a voi, e grande onore. Datemi dunque ascolto e sacrificate al grande Dio Giove”.
Il Santo Ciriaco Vescovo rispose: “Io invece sacrifico al grande Dio mio Gesù Cristo, Re di tutti i secoli, e anzi offro ogni giorno vittime incontaminate e sacrifici”. 
Giuliano disse: “Anch’io molto praticai siffatte vanità, e non mi giovarono affatto”. 
Il Santo Ciriaco Patriarca rispose: “Bene hai detto che non ti giovarono affatto: perché, pur essendo tu a parte delle Divine Scritture, avendo conoscenza di tutte loro, le disprezzasti, e trascurasti gli scritti divini. E tuttavia, benché tu ne fossi indegno, Dio misericordioso ti concesse di diventare re: ma tu non solo esercitasti empiamente que-sto potere, divenendo col tempo crudelmente apostata verso la divinità, ma anche prendesti a perseguitare coloro che praticano la devozione. Pertanto, presto ti sarà tolta l’empia superbia dell’anima tua”.
Irato allora Giuliano, ordinò che gli fosse tagliata la mano destra, dicendo: “Con questa mano, molte volte, scrivendo lettere, molti hai distolto dai sacrifici agli Dei”. 
Il Santo Ciriaco rispose: “Ma tu non sai, insensato, quale favore mi ha fatto! Io invece non lo ignoro, poiché prima di conoscere il vero Signore Gesù Cristo, io ero uno che scriveva alla sinagoga dei Giudei, che nessuno credesse in Cristo. Tagliando via la vergogna del mio corpo, tu mi hai procurato la vita eterna, e per questo io disprezzo i tuoi tormenti, per sfuggire al fuoco eterno e all’ira che verrà”. 
Giuliano disse: “Se veramente tu non temi il fuoco, lo giudicherò da come sopporterai i tormenti, così da consumare non solo il corpo tuo, ma anche l’anima”.
Quindi ordinò il crudele tiranno, l’empio Giuliano, di far fondere piombo in un bacile, e che venisse fatto distendere il beato Ciriaco Vescovo, e che con una tenaglia di ferro venisse tenuta aperta la sua bocca, e che gli venisse versato dentro il piombo, così da fargli ardere le viscere. 
Ma il Santo Ciriaco, subendo tanto crudele e scellerata pena, restando in silenzio, guardava il cielo. 
Ed essendo trascorse due ore, e pensando tutti che il beato Ciriaco fosse ormai morto, ecco che invece egli levò alta la sua voce, e disse forte: “Cristo, luce eterna, inestinguibile splendore, riscatto dei peccatori, che riconduci gli erranti sulla retta via, e Signore, che condannasti con sentenza gli avversari dei tuoi amici, e per coloro che patiscono la tempesta sei porto tranquillo, manda quaggiù Michele, Arcangelo della tua Luce, e liberami da costui che è veramente operatore malvagio, perché non abbia ragione di me la sua superbia, e invece dammi forza con l’esempio della tua sopportazione, perché tu sei colui che è glorificato nei secoli dei secoli, amen”.
E come il Santo Ciriaco ebbe compiuto la sua preghiera, Giuliano disse: “Nessuno che mi abbia contraddetto uscì vivo dalle mie mani, a meno che non mi abbia dato ascolto ed abbia sacrificato. Però, per riguardo alla tua folle ostinazione non ho fatto mettere una statua; basta che tu sacrifichi, senza che nessuno veda, e di’ soltanto: ‘Un grande Dio è Giove’”. 
Il Santo Ciriaco rispose: “Io ho riposto la mia fede in colui che è il vero Dio, che ti farà precipitare da questa tua superbia”.
Allora adirato Giuliano fece portare un graticcio di rame a maglie fitte, e su di esso fece distendere il Santo Ciriaco Vescovo, e sotto fece mettere carboni ardenti, e lo fece spalmare di sale e di grasso [e da sopra a battere con le verghe], così che il suo ventre e le sue viscere venissero completamente arrostiti. Allora il beatissimo Ciriaco, facendo sentire alta la sua voce, diceva in lingua ebraica: “Vieni, Signore, in questa prova, e allontana da me la moltitudine dei dolori: ecco infatti che per il nome santo tuo, io patisco queste pene”.
Mentre dunque tali cose diceva il beato Ciriaco, si stupiva il tiranno per la sua eccezionale resistenza, e ordinò di tenerlo rinchiuso in una certa dimora, per avere tempo di pensare, di quale morte farlo perire. Essendo quindi trascorsi due giorni, la beata Anna, madre del Santo Ciriaco, si recò da lui e gli disse: “Bene hai lottato, figlio mio, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo. Ricordati anche del defunto padre tuo Simone, che è morto nella fede giudaica: riscatta, figlio, i peccati dei padri tuoi, divenendo martire assieme al Protomartire Stefano, fratello tuo; ricordati anche di me, la madre tua, che ti ho generato: nel giorno di domani, figlio mio, a questa ora, si compirà la tua vicenda e tu sarai posto nella gloria beata”. E così avvenne.
Le guardie riferirono di lei a Giuliano, ed egli la fece condurre davanti a sé, e dice: “Anna, ti sei decisa a sacrificare, perché almeno tu viva? 
L’insensato figlio tuo, invece, ha preferito morire”. Ma Anna rispose: “Bramando piuttosto la vita celeste, egli non sacrificò ai demoni, dato che questa vita è cosa effimera”. Giuliano disse: “Insomma, cosa vuoi dire? Neanche tu vuoi sacrificare e vivere?”. 
Anna rispose: “Principe di ogni iniquità, senza Dio, e disumanissimo, non mi toccano le tue parole: perché, se il Signore nostro Gesù Cristo versò per noi il suo proprio sangue, per riscattare il mondo da ogni iniquità, quanto più dunque siamo tenuto noi peccatori a morire per lui?”. 
Irato allora il tiranno empio Giuliano, ordinò che venisse appesa per i capelli e torturata con gli uncini. Quando ormai erano quasi tre ore che veniva così torturata, e straziata in ogni modo, Giuliano disse: “E allora Anna, ti hanno rimesso bene a posto, gli uncini?”. Anna rispose: “Stupido cane, e operatore di ogni iniquità, come hai potuto non capire che io non ho sentito affatto dolore? Sù, se hai maggiori tormenti, adoperali: tanto io sono preparata a combattere contro il padre tuo il Diavolo, che spero di sconfiggere con le mie forze, avendo come soccorritore Dio, a confortarmi”. 
L’empio Giuliano, di fronte a queste parole, ordinò di porre sui suoi fianchi grandi fiaccole dalla fiamma ardente. Ma la beata Anna subito disse, levando alta la sua voce: “Signore, ascolta me peccatrice, fa’ che io entri nel tuo talamo, assieme al Santo Ciriaco figlio mio”. E così dicendo, la beatissima Anna spirò.
Fattala portare in altro luogo, Giuliano ordinò che gli fosse condotto il Santo Ciriaco, il quale aveva il volto ancora sereno; per cui, stupitosi dal suo aspetto, dice: “Con incantesimi tu ci hai raggirato, non sentendo dolore; e però, se non vuoi sacrificare, di’: ‘Io non sono Cristiano’ “. 
Il Santo Ciriaco rispose: “Tu sei caduto, allontanandoti dalla verità, e vuoi indurre in errore anche me; ma non te ne sarà data la possibilità, di poter mai prevalere: io sono infatti certo che di qui a non molti giorni tu sarai percosso da un colpo celeste, quando, muovendo contro i Persiani, non proseguirai più nel tuo cammino, perché tu hai suscitato la collera del Dio vivo”. Il beato Ciriaco rispose a Giuliano: “Io sacrifico al Re mio Gesù Cristo e a Dio; ai demoni non offro incenso; ogni giorno offro a lui un sacrificio di lode, e immacolato”.
Subito allora Giuliano ordinò di scavare una fossa profonda, e chiamò moltissimi incantatori di serpenti, perché, mostrandone un infinito numero, mettessero i più feroci, e quelli velenosi e i più pericolosi nella fossa, e in mezzo ad essi il Santo Ciriaco Vescovo, che pregava rivolto al Signore e diceva: “Fammi ora, Signore, questo dono del tuo affetto: che si plachino questi serpenti feroci, perché non dica il mio nemico: ‘Ho prevalso su di lui’ “. 
E così dicendo, il Santo Ciriaco fu messo nella fossa: e allora i serpenti, percossi da mano angelica, restarono morti. 
E allora il beato Ciriaco diceva esultante: “Ora so per certo, Signore, che dai tuoi servi tu non ti allontani mai: ‘ecco infatti che io camminerò sopra le aspidi, e calpesterò il Leone ed il Dragone’”. Mentre subito il beato Ciriaco usciva dalla fossa, Giuliano ordinò che le bestie feroci venissero bruciate. E allora Ammonio, il più autorevole degli incantatori, credendo in Cristo, fu condannato alla decapitazione, e mentre vi veniva sottoposto, protese il collo dicendo: “Signore Gesù Cristo di Ciriaco Vescovo, accogli in pace lo spirito mio”. 
E concluse la vita nel Signore.
Poco dopo, chiamando il Santo Ciriaco, l’empio Giuliano gli disse: “Basta che tu rinneghi il Crocifisso, e ti lascio andare subito”. Il Santo Ciriaco rispose: “O corpo perverso, essere che ha perduto i sentimenti! Tu mi esorti a rinnegare il mio Dio, perché io diventi simile a te, empio ed iniquo?”.
Irato il Tiranno ordinò di riempire d’olio una grande pentola, e di farla scaldare: così bollente addirittura divenne la pentola, che i servi del diavolo che le stavano accanto non potevano sopportarne le vampate. Allora ordinò di metterlo nella pentola; ma mentre i carnefici si avvicinavano, disse loro il beato Ciriaco: “Figlioli miei allontanatevi, figli miei allontanatevi perché nessuno di voi resti bruciato dalle vampe; entrerò da me, da solo”. 
E facendosi in fronte il segno della Santa Croce, entrò nella pentola, pregando e dicendo: “Signore Gesù Cristo, che santificasti il Giordano, e il precursore tuo Giovanni empisti di saggezza, e mi donasti il battesimo dell’acqua di vita eterna: ebbene, che ora io sia battezzato per virtù tua nell’olio; ed ho già il terzo battesimo, quello di sangue, a compimento del martirio, che aspetto da te da molto tempo”.
E avendo egli detto queste cose in faccia al tiranno Giuliano, questi, pieno di furore, ordinò di colpirlo al petto. E dopo essere stato colpito, il Beato Ciriaco emise una voce, invocando il suo Signore Cristo re, e chiedendogli di poter rapidamente lasciare questo mondo. 
E così finì, nel Signore, dopo aver combattuto buona battaglia; fu assunto in gloria nel giorno di sabato, all’ora ottava, cioè il quattro di Maggio.
E subito dopo, quell’imperatore Giuliano, proseguendo nel suo cammino, rese Giovanni e Paolo martiri di Cristo andando in Persia, dove, sconfitto in guerra, viene tenuto prigioniero dal Re dei Persiani, vivo, ma spellato dalla punta del capo fino alle unghie dei piedi, e la sua pelle fu tinta di rosso, e su di lui esultarono sette Re dei Persiani, per aver avuto pace. 
Dopo di ciò la carne del suo corpo fu portata a Costantinopoli, e ne fu sepolta fuori, come esempio per i malfattori: da essa continuano a scaturire fino ad oggi, pece e zolfo, secondo la profezia del Beatissimo Ciriaco.
Il corpo del Santissimo Ciriaco fu invece sepolto ai piedi del monte Calvario, là dove egli aveva trovato la Croce di Cristo, da uomini timorati, i quali lo cosparsero di aromi e gli resero onori con inni e lodi. Ed ivi il suo sepolcro è tenuto in massimo rispetto dagli abitanti di quel luogo, a lode e gloria del Signore nostro Gesù Cristo, al quale spettano onore e gloria per i secoli dei secoli. Amen.
Per mandato del Reverendissimo Padre in Cristo, Pasquale da Varese, Ministro generale dell’Ordine dei Minori, io sottoscritto Segretario Generale ho visto e controllato che gli atti qui dietro scritti, ovvero “Storia e Passione del Santo Ciriaco Vescovo e Martire, celeste Patrono della Città di Ancona”, in tutto e parola per parola corrispondono al loro originale, che si trova conservato a Roma, nella Biblioteca Vallicelliana, e dal quale è stata fedelmente ed esattamente trascritta la qui presente “Storia e Passione ecc.”. Che così sia io attesto, e questa mia attestazione della veridicità della cosa ho garantito col piccolo sigillo del mio ufficio.
Per il Sigillo
Roma, Ara Coeli, 16 aprile 1787
Frate Giovanni Antonio, Notaio Papale e Segretario Generale dell’ Ordine
I quali Atti, ovvero storia ecc., io, Canonico Vincenzo Baroni, Penitenziere della Cattedrale di San Ciriaco, trascrissi in Ancona di mia propria mano dalla medesima copia autentica, presso il Signor Camillo Albertini, e con essa, fatto il riscontro parola per parola, quest’ultima copia concorda perfettamente ecc. Così è.
Il suddetto Canonico Vincenzo Baroni ecc.

LEGGERE QUI LA STORIA DELLA CHIESA DI ANCONA di cui è Patrono San Ciriaco

TUTTA LA DOCUMENTAZIONE STORICA DELLA VITA, DEL MARTIRIO E DELLE RICOGNIZIONI SCIENTIFICHE ESEGUITE RECENTEMENTE SUL SUO CORPO (INCORROTTO DA 1700 ANNI) E' PUBBLICATA IN UN LIBRO.
Per eventuali richieste, scrivere al Prof. Giorgio Nicolini : giorgio.nicolini@poste.it