giovedì 16 maggio 2013

Papa Francesco, le “sovrastrutture” e il flash mob dei ragazzi russi


Ieri sull’ottimo Cantuale Antonianum ho letto un articolo dedicato al “ grande pianista e compositore russo Sergei Rachmaninoff nacque nel 1873 e morì nel 1943. Il 2013 segna perciò il 140° della sua nascita e il 70° della morte”.
Il post si concludeva con un video improvvisato : “Lo scorso aprile i ragazzi del Coro Accademico dell'Università di Petrozavodsk, in gita scolastica a Barcellona, stavano visitando il Museo Nazionale d'Arte di Catalogna (da consigliare, tra l'altro, per l'incredibile collezione di affreschi staccati da chiese romaniche). Arrivati nella grande sala con la cupola (quella dove ci si può riposare su comodissimi divani mentre si guarda in alto agli affreschi...), gli attenti studenti russi si sono accorti della splendida acustica e hanno improvvisato un flash mob con l'Ave Maria di Rachmaninoff”.
Prima ancora di addentrarmi in commosse e plaudenti considerazioni educativo- musicali sull’esecuzione mi è venuta in mente una frase che il Beato Giovanni Paolo II ha rivolto nel 1980 ( c'era ancora la dittatura comunista ) ai membri del Sinodo dei Vescovi Ucraini : « fedeltà alla propria fede, all' attaccamento al proprio rito, alle antiche tradizioni, in una parola alla propria identità spirituale ».
Tra i tanti irrinunciabili motivi che abbiamo di mantenerci fedeli alla Tradizione della Chiesa è che in essa noi troviamo e viviamo appieno la nostra identità religiosa e culturale.
Troppi sono stati gli attacchi alla nostra identità spirituale da parte del mondo secolarizzato, che ha il dio-danaro come unico padrone, e all'interno della Chiesa post-conciliare  dagli irresponsabili “novatori”  camuffati da “liturgisti”.
La disgregazione dell’identità tradizionale dei cattolici, e fra cui l’enorme patrimonio culturale e artistico , non può essere valutata neppure per le istituzioni civili e laiche come “ mors tua , vita mea”!
Quanti sono stati gli appelli, inascoltati, alla gerarchia all’unisono da parte dei credenti e degli onesti operatori culturali e sociali di non voler recidere la nostra spiritualità, la cultura e l’arte proscrivendo quella Liturgia che di esse è sorgente ed alimento !
La pesante responsabilità della gerarchia cattolica, che ha obiettivamente mancato di carità nei confronti dei fedeli che si rifiutavano di buttare , come fosse un inutile fardello, ogni residuo della Tradizione nel nome dell’« aggiornamento e della pastoralità » ha provocato anche l’impressionante caduta in basso della cultura e dell’educazione giovanile.
La fedeltà ai riti e alle antiche tradizioni costituisce la nostra « identità spirituale » : l’unica difesa
di fronte alle tante insidie presenti nel mondo odierno.
In tempo di crisi economica, provocata “ad hoc” dai soliti potentati, sono sempre più numerose le istituzioni “laiche” che apertamente confidano che la “ DIGA- CHIESA” possa tenere.
Ormai i più onesti spiriti “laici” sanno che non è più tempo di pensare alla “mors tua, vita mea”… perché è in gioco la sopravvivenza di larga parte dell’umanità.
Dobbiamo esprimere la nostra « identità spirituale » nella fedeltà alla fede, alle antiche tradizioni e ai riti trasmessici dai nostri padri come stanno facendo, in larga parte, le istituzioni religiose e civili russe.
Riflettiamo : all’interno di un Museo, durante una gita scolastica il Direttore e i ragazzi del Coro Accademico dell'Università di Petrozavodsk hanno “improvvisato” l’esecuzione di un capolavoro della musica sacra ortodossa .
Non è forse la splendida proclamazione della Fede e dell' « identità spirituale » nell'arte che vale più di tanti discorsi ?
Quando le parole tacciono, diceva un vero liturgista sopravvissutto agli scempi post-conciliari, parla la Liturgia !
I giovani russi hanno cantato la fede e l'eccelsa tradizione musicale legata alla Liturgia ! 
Non vogliamo neppure ipotizzare cosa avrebbero eseguito i nostri ragazzi, anche se allievi di un Conservatorio Statale di Musica … ( ammesso che fossero riusciti nell’intento : “No, cantiamo questo. No, cantiamo quello…) …
Papa Francesco pochi giorni fa ai Vescovi pugliesi ha detto : “che è importante che noi viviamo il rapporto con la liturgia e con la fede con semplicità e senza sovrastrutture”.
Per molti fedeli le “sovrastrutture” sono le costose kermesse che la Gerarchia impunemente propone ai giovani nelle Agorà, nei Congressi d’ogni tipo, nelle GMG facendoli ingozzare di banalità e di cretinerie “alla moda” con la vana speranza di poterli tenere uniti attorno alla Croce.
Cari Vescovi, cari “esperti” di comunicazioni sociali e di “nuova evangelizzazione” guardate e riguardate il video girato a Barcellona : non è forse  una mirabile testimonianza di fede ?

Andrea Carradori