martedì 22 gennaio 2013

Mons.Edoardo Cerrato : “ lectio caritatis” ai fedeli che seguono il Motu Proprio “Summorum Pontificum”



Nei giorni scorsi abbiamo ringraziato la Divina Provvidenza  per il gesto , di grande portata teologica e pastorale, che il nuovo Vescovo d’Ivrea Mons. Edoardo Aldo Cerrato aveva fatto assistendo  alla Santa Messa nella forma antica nella chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo in Rivarolo Canavese (TO)  Diocesi di Ivrea, per iniziativa della Associazione “John Henry Newman”.
Il Presule  ha spiegato ai fedeli della Sua Diocesi le motivazioni adducendo, a latere, saggi ragionamenti del "sentire cum Ecclesia" :  una vera lezione di verità e di carità per tutti !
All’alba di oggi ho letto il testo dell'articolo del Vescovo Mons. Cerrato diffuso da Cordialiter e mi ha repentinamente colpito questa frase  : “Non è amore di verità enfatizzare la celebrazione di una S. Messa – come è stato fatto da quelli a cui si deve l’iniziativa – quasi che si trattasse di un evento straordinario, mentre “straordinaria” è solo la “forma” in cui il Rito, questa volta, è stato celebrato. "
Ora ritrovo su Mil, dove è stato poi postato l’intero intervento del Vescovo di Ivrea questo sagace commento : “Perfetto. E allora cari Vescovi fate in modo che il celebrare la Messa di sempre non sia un evento straordinario, bensì ordinario!”
Una bella e intelligente " provocazione " del lettore di MiL sulla quale vale la pena di fare un po’ di storia recente per capire fino in fondo il ( giusto ) rilievo che l’Ecc.mo Vescovo d’Ivrea ha voluto esprimere.
Dopo la pubblicazione del Motu Proprio “Summorum Pontificum” c’è stata una vera primavera liturgica su cui , spero, nessuno ha da ridire.
La Liturgia difatti attraverso la riaffermazione del modus celebrandi secondo la Dottrina Cattolica ne ha tratto grande giovamento anche per la forma celebrativa rinnovellata dopo il Concilio Vaticano II .
Conseguentemente al Summorum Pontificum sono nati dei  gruppi  di fedeli ( al 99/100 laici) che hanno promosso in Italia ed all'estero la forma liturgica antica spronando il sonnacchioso clero, che aveva smarrito il fecondo fascino della Liturgia “  digne , attente ac devote " a riprendere le antiche forme liturgiche che tanta santità e fedeltà alla Chiesa avevano prodotto per quasi 2000 anni !
Noi sostenitori della ritrovata Messa antica abbiamo  sbagliato nell’enfatizzare troppo questo tipo di celebrazione ?
Forse si.
Perché abbiamo sbagliato ? 
Perché siamo stati sempre lasciati tutti soli dai nostri Pastori, dai Vescovi in primis.
Sia pur con un leggero rimprovero rivolto al cosiddetto " popolo del Summorum Pontificum" per la prima volta è stato rotto l'episcopale muro di silenzio nei nostri confronti , ancora considerati reprobi figliastri ...
Neppure il solenne documento  del Summorum Pontificum era riuscito a far considerare le pecorelle legate all’antica liturgia in una nuova ottica da parte dei Vescovi !
I nostri errori sono stati per eccesso di zelo  ( forse il Signore Onnipotente ce ne renderà merito a prescindere dai nostri peccati … ), per entusiasmo "adolescenziale" ecc ecc ma  certamente sono stati generati da un evidente  difetto d'amore dei parte dei nostri Pastori i quali ci hanno non solo snobbato ma anche emarginato come mentecatti e ribelli .
Dalle pagine del Settimanale Diocesano per la prima volta un Vescovo italiano ha parlato chiaramente correggendo, come solo un padre sa fare,  gli errori organizzativi commessi dai fedeli legati al Summorum Pontificum.
Concordo con il lettore di MiL che ha notato che "Il tono - dell'intervento del Vescovo - è un po' quello della difesa d'ufficio. D'altronde, credo che i vescovi oggi tendano diffusamente - ciascuno secondo la propria sensibilità - alla normalizzazione forzata, al contenimento dei potenziali conflitti provocati, in gran parte, dalle contraddizioni dottrinali e pratiche predominanti in questo postconcilio. Per rimanervi, poi, penosamente invischiati e finendo con lo scontentare tutti. ..."
Sentiamo l'esigenza però di usufrire delle attenzioni pastorali di un Pastore che talvolta si rivolga anche a quella parte del gregge a cui sta tanto a cuore la Santa Liturgia !
Se ci si interroga su cosa impedisca oggi, a sei anni dall’entrata in vigore del Motu Proprio Summorum Pontificum e dopo gli interventi a favore di quell’atto da parte di Benedetto XVI, dal far dimenticare la diffidenza nei confronti della Messa antica non può trovarsi alla base che un DIFETTO D’AMORE da parte dei nostri Pastori.
Abbiamo noi forse mai ricevuto da parte dei nostri Pastori un incoraggiamento o un grazie per quanto in ogni parte della nostra Penisola i nostri gruppi, per lo più formati da giovani, stanno facendo ?
Abbiamo forse mai ricevuto da parte dei nostri Pastori una critica costruttiva per gli errori che abbiamo commesso quando abbiamo abbracciato, a sola lode di Dio ed amore per la Chiesa, la croce del Motu Proprio ?
Il Santo Padre si è fatto garante nel proclamare attraverso il Summorum Pontificum l’opportunità di celebrare nelle parrocchie nell’antico rito, per motivi esclusivamente santificanti per noi come lo fu per le generazioni passate.
Un attento lettore di MiL ha commentato un po' pessimisticamente : "Spiace notare che questi tuffi episcopali nel mondo trad. siano affrontati con una profilassi tanto minuziosa che fanno perdere la speranza di intravedervi sincere cure paterne...."
Manteniamo tuttavia  nei  cuori  il desiderio, sostenuto dalla nostra preghiera,  che il muro della diffidenza nei confronti dei fedeli legati alle forme liturgiche disciplinate dal Summorum Pontificum cada sotto i colpi della verità e della carità !
A.C.