lunedì 1 ottobre 2012

FSSPX E SANTA SEDE : INDIETRO TUTTA ! “BISOGNA ADESSO SPINGERE L’ECCLESIA DEI A METTERE TUTTE LE SUE ENERGIE NELLA DIFESA DEI FEDELI SUMMORUM PONTIFICUM E NELLA SALVAGUARDIA E NELLO SVILUPPO DELLA FORMA STRAORDINARIA A CORTO, MEDIO E LUNGO TERMINE! SPERIAMO, ORA CHE LA “DIVERSIONE FSSPX” È STATA RIDIMENSIONATA, CHE DETTA COMMISSIONE SIA PIÙ CONCENTRATA SU QUESTA SUA REALE FUNZIONE ECCLESIALE “. ( "SIMON DE CYRÈNE" )



Forse non abbiamo pregato abbastanza.
Forse non abbiamo offerto sufficienti mortificazioni personali al Sacro Cuore di Gesù perché l’agognata positiva risoluzione della Fraternità San Pio X e la Santa Sede Apostolica potesse giungere a buon porto.
Siamo alla vigilia di un organizzato attacco mediatico contro la Santa Sede e il Papa Benedetto XVI da parte di qualche sostenitore della Fraternità Sacerdotale San Pio X.
Peccato che costoro fanno più del male al citato gruppo ecclesiale che vorrebbero, in buona fede, sostenere ...


A farne le spese, in Italia, sarà anche il Pellegrinaggio Internazionale Una Cum Papa Nostro del 3 novembre che risentierà negativamente dei ritetuti e incredibili attacchi di gestori di siti che si pensava fossero di area tradizionale.
Sta di fatto che abbiamo letto questo raggelante articolo di Andrea Tornielli :

“ Lo scorso 30 giugno Benedetto XVI ha inviato una lettera (scritta in francese) al superiore generale della Fraternitrà San Pio X, il vescovo Bernard Fellay. Questoè l’articolo che ho scritto su Vatican Insider. A rivelare l’esistenza della missiva – una corrispondenza che doveva rimanere privata – è stato un altro vescovo lefebvriano, Bernard Tissier de Mallerais, nel corso di una conferenza tenuta il 16 settembre in Francia.
Dopo l’incontro del 12 giugno tra Fellay e il cardinale William Levada, nel palazzo del Sant’Uffizio, quando al superiore della San Pio X è stata consegnata l’ultima versione del preambolo dottrinale accompagnata da una proposta di soluzione canonica (una prelatura personale), il capo dei lefebvriani ha deciso di scrivere direttamente al Papa.
E gli ha chiesto un incontro, per spiegare le difficoltà ancora esistenti rispetto al testo del preambolo.
Benedetto XVI, che era stato dettagliatamente informato sui colloqui dottrinali durati due anni, come pure sulle diverse stesure del preambolo dottrinale e delle discussioni avvenute all’interno della Congregazione per la dottrina della fede, ha preferito rispondere per iscritto, con la lettera del 30 giugno, nella quale non si fa menzione alla richiesta di un incontro espressa da Fellay.
Ratzinger si è limitato a esortare i lefebvriani a sottoscrivere il preambolo, spiegando, come ha rivelato Tissier de Mallerais, che “ per essere reintegrati nella Chiesa occorre veramente accettare il concilio Vaticano II e il magistero post-conciliare”.
Le parole usate da Tissier de Mallerais, contrarie all’accordo e molto dure verso il Concilio come pure verso la messa secondo il rito scaturito dalla riforma liturgica post-conciliare, descrivono ancora una volta la spaccatura che esiste all’interno della Fraternità.  
In ogni caso, non è affatto detto che la partita sia definitivamente chiusa.
I nuovi vertici della Congregazione per la dottrina della fede e della pontificia commissione Ecclesia Dei si sono appena insediati: bisognerà vedere come cercheranno di portare a compimento il processo che è iniziato.
 Di certo, il cammino appare in salita”.
Non voglio addentrarmi, non avendone le capacità intellettive, su delicate questioni politico – religiose ( il presunto DICTAT della Comunità Ebraica Internazionale – preoccupata della salvaguardia della propria immagine in vista di un imminente attacco all’IRAN- che, non è mistero, non vuole assolutamente all’interno della Chiesa Cattolica Romana la “vivace” comunità lefebvriana) oppure di veri e propri ricatti intervenuti dai vertici delle Conferenze Episcopali soprattutto nord europee… 

Intendiamoci bene. 


Quante volte ci siamo chiesti con quale  faccia la Santa Sede si incaponisce di  far firmare un preambolo dottrinale alla FSSPX mentre lascia tranquilli e paceti delle bestie, apertamente eretiche,  austriche,francesi olandesi etc etc.

I lefebvriani saranno vivaci e a volte eccessivi ma Roma pare essere strabica.

Tutto questo non giova alla Chiesa : non si può ignorare quanto l'Ecclesia Dei est adflicta, soprattutto nel Nord Europa, e la disciplina canonica non può colpire solo la parte più fedele alla Dottrina cattolica ignorando quella progressista che di fatto sta distruggendo , con grave rischio per la salute delle anime, ogni forma di cattolicità ! 
Sarebbe ridicolo parlare della Chiesa come se vivesse un periodo di pieno ordine quando ci sono interi episcopati in stato di scisma e da Cattedre gloriose vengono propagate dottrine almeno materialmente eretiche.
Desidero , però, mantenere la questione sulle basi esclusivamente religiose e disciplinari.
Si è Cattolici solo nell’obbedienza piena a totale con Pietro e il Collegio Episcopale.

E' la difficile, sofferta ma  doverosa  obbedienza al Magistero , anche quando dimostra segni di evidente strabismo.
Un onesto intellettuale cattolico, noto sui blog con lo pseudonimo di Simon de Cyrène, ha prontamente scritto : 
Chiaro il richiamo di Pietro nel Suo divino ed evangelico mandato di riconfermare i Suoi fratelli nella fede: chiaro anche il rifiuto ormai ufficiale di far parte della Chiesa cattolica da parte della FSSPX.
Personalmente, anche se mi dispiace per le anime concrete coinvolte in questo peccato contro lo Spirito che seguono ciecamente la chiesa lefebvriana, non posso che pensare che ciò sia un’ottima cosa per la Tradizione nella Chiesa: ormai il buon grano, il “popolo Summorum Pontificum” è chiaramente separato dal loglio tradiprotestante.
Bisogna adesso spingere l’Ecclesia Dei a mettere tutte le sue energie nella difesa dei fedeli Summorum Pontificum e nella salvaguardia e nello sviluppo della forma straordinaria a corto, medio e lungo termine! Speriamo, ora che la “diversione FSSPX” è stata ridimensionata, che detta commissione sia più concentrata su questa sua reale funzione ecclesiale.
Quanto alle relazioni colla chiesa scismatica lefebvriana esse dovrebbero ormai spostarsi dalla CDF al dicastero dell’ottimo Card. Koch e così lasciar libera la commissione ED da perdite di tempo che non fanno altro che fermare il progresso e la buona ricezione della Tradizione nel corpo ecclesiale, specialmente presso certi nossignori vescovi.

In effetti, il fatto che questi nostri fratelli abbiano deciso di volontariamente continuare a voltare le spalle alla Santa Chiesa come lo han fatto sempre più decisamente fin dal 1975 è oggettivamente una tragedia umana e spirituale e dobbiamo assolutamente pregare affinchè ognuno di loro possa ravvedersi, al più tardi almeno in punto di morte.
Quanto all’istituzione FSSPX, in quanto persona morale, essa è chiaramente diventata una struttura di peccato dove si coltivano la mormorazione, la disobbedienza sistematica al Magistero, le tesi eretiche sullo Stesso, le calunnie, le dicerie contro il Papa, i cardinali, i vescovi, i sacerdoti e chiunque sia un fedele genuino della Chiesa cattolica.
A questa struttura non va da essere concessa nessuna pietà in quanto solo un suo smantellamento radicale potrebbe giovare alle anime che ne dipendono, sacerdoti e seminaristi in primis, ed in questo mi associo ad alcune antiche affermazioni dell’allora Vescovo di Regensburg, S.E. Mons Mueller.
Massima carità per le persone, fermezza medicinale inverso la struttura".

Queste, dure,  parole di Simon duettano, in perfetta consonanza melodica ed armonica, con quelle, talvolta assai più spietate, di un mio amico Sacerdote ( ordinato in piena comunione “una cum” ma formatosi in una struttura seminariale della FSSPX.
Quando, in scriptis, io ho più volte manifestato le mie intenzioni di preghiera affinchè la Fraternità potesse ritornare sotto l’obbedienza canonica del Magistero il mio amico sacerdote mi ha rimproverato perché , a suo dire, non conoscendo io la realtà dei fatti avrei dovuto pregare per il suo “smantellamento radicale” .
Si porta ad esempio il cattivo esempio, dal forte sapore ereticale, frnito da alcuni formatori dei seminari che , in occasione delle visite dei seminaristi in alcuni Santuari, permettevano di fare la genuflessione davanti al Tabernacolo “sub condicione”  dopo essersi accertati dell’ortodossia di fede del Parroco-Rettore.
Forse ha ragione il mio amico Sacerdote : non avendo vissuto al di dentro della struttura della FSSPX non sono neppure in grado di apprezzarne quanto di bello riluce esternamente ma il mio cuore sta, almeno in parte, con quel che ho sempre visto della Fraternità : assoluta dedizione al Sacerdozio Cattolico e alla Santa Tradizione !
In attesa di capirci qualcosa di più preferisco continuare a pregare per la piena conversione di tanti bravi Sacerdoti di Cristo di cui il Vicario di N.S. e Successore del Principe degli Apostoli ha limpidamente scritto :
Se dunque l’impegno faticoso per la fede, per la speranza e per l’amore nel mondo costituisce in questo momento (e, in forme diverse, sempre) la vera priorità per la Chiesa, allora ne fanno parte anche le riconciliazioni piccole e medie.
Che il sommesso gesto di una mano tesa abbia dato origine ad un grande chiasso, trasformandosi proprio così nel contrario di una riconciliazione, è un fatto di cui dobbiamo prendere atto.
Ma ora domando: Era ed è veramente sbagliato andare anche in questo caso incontro al fratello che "ha qualche cosa contro di te" (cfr Mt 5, 23s) e cercare la riconciliazione?
Non deve forse anche la società civile tentare di prevenire le radicalizzazioni e di reintegrare i loro eventuali aderenti – per quanto possibile – nelle grandi forze che plasmano la vita sociale, per evitarne la segregazione con tutte le sue conseguenze? Può essere totalmente errato l’impegnarsi per lo scioglimento di irrigidimenti e di restringimenti, così da far spazio a ciò che vi è di positivo e di ricuperabile per l’insieme?
Io stesso ho visto, negli anni dopo il 1988, come mediante il ritorno di comunità prima separate da Roma sia cambiato il loro clima interno; come il ritorno nella grande ed ampia Chiesa comune abbia fatto superare posizioni unilaterali e sciolto irrigidimenti così che poi ne sono emerse forze positive per l’insieme.
Può lasciarci totalmente indifferenti una comunità nella quale si trovano 491 sacerdoti, 215 seminaristi, 6 seminari, 88 scuole, 2 Istituti universitari, 117 frati, 164 suore e migliaia di fedeli?
Dobbiamo davvero tranquillamente lasciarli andare alla deriva lontani dalla Chiesa? Penso ad esempio ai 491 sacerdoti.
Non possiamo conoscere l’intreccio delle loro motivazioni. Penso tuttavia che non si sarebbero decisi per il sacerdozio se, accanto a diversi elementi distorti e malati, non ci fosse stato l’amore per Cristo e la volontà di annunciare Lui e con Lui il Dio vivente.
Possiamo noi semplicemente escluderli, come rappresentanti di un gruppo marginale radicale, dalla ricerca della riconciliazione e dell’unità? Che ne sarà poi?
Andrea Carradori