martedì 31 luglio 2012

DECRETO DI SCOMUNICA PER I PROFANATORI DEL SANTISSIMO SACRAMENTO A SERVIGLIANO ( FERMO ). INDIZIONE DELLA PUBBLICA RIPARAZIONE CITTADINA IN OCCASIONE DELLA FESTA DEL PERDONO DI ASSISI ( 2 AGOSTO)



L’ ARCIDIOCESI DI FERMO
CURIA ARCIVESCOVILE
Il Vicario Generale
PROT. N.    550/VI.GE./12
Il Codice di Diritto Canonico (CIC) sintetizzando l'abbondante insegnamento conciliare in merito e il perenne ammaestramento della Chiesa, sancisce: «Augustissimo Sacramento è la Santissima Eucaristia nella quale lo stesso Cristo Signore è presente, viene offerto ed è assunto, e mediante la quale continuamente vive e cresce la Chiesa» (can. 897 del CIC); pertanto «i fedeli abbiano in sommo onore la Santissima Eucaristia (...) ricevendo con frequenza e massima devozione questo sacramento e venerandolo con somma adorazione» (can. 898 del CIC).
Si comprende perciò la cura e l'impegno dei Pastori della Chiesa perché questo inestimabile Dono sia profondamente e religiosamente amato, tutelato e circondato di quel culto che esprima nel miglior modo possibile alla limitatezza umana la fede nella reale Presenza di Cristo - corpo, sangue, anima e divinità - sotto le Specie eucaristiche, anche dopo la celebrazione del Santo Sacrificio.
Il can. 1367 del CIC afferma che: "Chi profana le specie eucaristiche consacrate, oppure le asporta o le conserva a scopo sacrilego, incorre nella scomunica latae sententiae riservata alla Sede Apostolica". La pena latae sententiae significa che vi si incorre ipso facto, cioè per il fatto stesso di aver commesso il delitto. Inoltre, è riservata alla Sede Apostolica, nello specifico alla Congregazione per la Dottrina della Fede, quindi, in caso di ravvedimento del reo (o dei rei), la censura non può essere rimessa dal Vescovo, tranne nell'eccezione dell'’articulo mortis, ma solo dalla Santa Sede.
A motivo dei gravissimi fatti delittuosi accaduti nel pomeriggio di ieri nella Chiesa parrocchiale di S. Marco Evangelista in Servigliano (FM), ovvero la profanazione delle specie eucaristiche mediante asportazione e furto delle stesse dal tabernacolo;
Visti i cann. 1367,1376 del Codice di Diritto Canonico,
                                                    SI DICHIARA
che il reo (o i rei) è incorso (sono incorsi) nella scomunica latae sententiae e tale pena comporta di conseguenza:
-  il divieto di ricevere i sacramenti (cann. 1331 § 1, 2°; 915 del CIC);
-  l'esclusione dall'incarico di padrino per il Battesimo e la Confermazione (cann. 874 § 1; 893 § 1 del CIC);
-  la privazione delle esequie ecclesiastiche in mancanza di segni di pentimento (can. 1184 § 1,1° del CIC);
-   la necessità della licenza dell'Ordinario del luogo per l'ammissione al matrimonio
canonico (cann. 1071 § 1, 5°; 1124 del CIC).

Altresì, a norma del can. 1211 del Codice di Diritto Canonico,
                                                            SI DISPONE
che tale oltraggio venga riparato il 2 Agosto p.v., (Perdono d'Assisi) nel seguente modo:
-  si propone un digiuno penitenziale astenendosi dalla cena;
-  ore 19,30 celebrazione eucaristica con numeroso concorso di popolo;
-  a seguire Adorazione Eucaristica fino alle ore 24,00;
-  alle ore 21,30 celebrazione penitenziale con confessione individuale.
Inoltre,   anche   il  pellegrinaggio   Mariano   "Servigliano   -   Santuario  Madonna dell'Ambro" del 1/2 Settembre p.v., avrà carattere di riparazione.
Nonostante qualsiasi disposizione contraria.  
Fermo, 27 Luglio 2012

                                                                                         mons. Pietro Orazi
                                                                   Vicario Generale dell'Arcidiocesi di Fermo

venerdì 27 luglio 2012

S.E.R. MONS.ELEUTERIO FAVELLA HA COMMENTATO LA NOTIZIA CHE PADRE LANG È RITORNATO IN CONVENTO A LONDRA. SIAMO IN ATTESA DELL’APERTURA DEL DICASTERO DEDICATO ALL’ARTE E ALLA MUSICA SACRA.


Sua Eccellenza Rev.ma Monsignor Eleuterio Favella, Arcivescovo tit. di Sinossi in partibus rompendo un lungo silenzio a causa degli esercizi spirituali in un Convento di Suore, ha onorato la mia “bacheca” di Facebook commentando il  triste articolo di Messainlatino che  ha diffuso la triste notizia  che il bravissimo Padre Oratoriano il Professore P.Uve Michael Lang ha lasciato gli incarichi in Vaticano ed è ritornato nel suo convento  Brompton Oratory   di Londra.
L’anziano Arcivescovo, che analizza con particolare acutezza le tristi vicende ecclesiali dell’attuale Pontificato che, se fosse stato accompagnato da nomine in Curia più confacenti alle capacità del Papa sarebbe potuto essere ancor più splendente, ha scritto :
“ Legge monetaristica: la moneta cattiva scaccia quella buona, ovvero il marciume intruppato in Vaticano dalla Segreteria di Stato sta disgustando le persone dabbene che tendono a tornare a casa.
Temo sinceramente che rimpiangeremo p. Lang, cui deve andare il nostro sincero ringraziamento. Dio lo benedica.
+ Eleuterio Favella, arcivescovo “.
Per il momento sembra che P.Lang abbia mantenuto l’incarico di Consultore dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice. 
Non vogliamo scoprire il motivo che ha spinto il religioso a prendere quella decisione.
Recentemente è stato nominato Segretario della Congregazione del Culto Divino di Mons. Arthur Roche , in molti dicono che tale nomina sia stata meritevole a causa del  ruolo che il Prelato che ha avuto nella International Commission on English in the Liturgy, di cui era Presidente, favorendo la nuova traduzione in inglese del messale della forma "ordinaria" in linea con il pensiero liturgico del Papa.
Forse, con l'onestà che lo contraddistingue, Padre Lang constatando che in Congregazione non si concludeva nulla e peggio sarebbe avvenuto nel futuro, ha preferito ritornare nel celebre Convento londinese.
Noi non stiamo “dando spazio ad ossesioni complottistiche che alimentano solo il vittimismo dei tradizionalisti nostalgici” con pittoresche e fantasiose follie di “congiura moderno- massonica- ebraica dietro tutto ciò....” ma osserviamo con molta attenzione e aumentato spirito critico tutto quanto avviene dentro le sacre stanze della Congregazione per il Culto Divino.
Andrea Carradori

Foto : Nuvole micacciose si avventano sul litorale anconetano, luglio 2012.

domenica 22 luglio 2012

LEFEVBRIANI ( ANTI ACCORDISTI) FAN CLUB : MESSAGGI SUBLIMINARI .A MONS. MÜLLER IL GUINNES DEI PRIMATI DEGLI ATTACCHI QUOTIDIANI… MA DAL VATICANO NULLA ( NON LEGGO, NON SENTO, NON PARLO )


Solo un piccolo "assaggio" del 22 luglio 2012, su 3 post diversi di MiL.
A che servono questi attacchi giornalieri contro il neo-prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede ?

"Intervista di Mons. Muller al quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, riportata ieri da Vatican Insider. Il "Custode" della Dottrina della Fede dichiara:

Se i lefebvriani vogliono superare questa separazione devono accettare il fatto che «il Concilio vaticano II è vincolante» ...

«Si può discutere della dichiarazione sul rapporto con i media, ma le affermazioni sugli ebrei, sulla libertà di religione, sui diritti umani hanno delle implicazioni dogmatiche. Quelle non si possono rifiutare senza pregiudicare la fede cattolica».

Ho letto bene?
LA LIBERTA' RELIGIOSA COSI' COME CONCEPITA DAL CONCILIO E POST CONCILIO HA IMPLICAZIONI DOGMATICHE?

E LA SUA NON ACCETTAZIONE PREGIUDICA LA FEDE CATTOLICA?

MA NON E' L'ASSOLUTO CONTRARIO DI QUANTO SANCITO DA PAPA GREGORIO XVI, PIO IX PIO XI E PIO XII?

COSA NE PENSANO MONS. BUX E TUTTI GLI ARRAMPICATORI DIFENSORI DI MULLER CHE SI DILETTANO DI TEOLOGIA?

Comunque oggi nelle chiese italiane, nella Preghiera dei Fedeli, i cattolici italiani del NO hanno pregato così:
<>.
MONS. MULLER, IL SINCRETISMO HA IMPLICAZIONI DOGMATICHE E LA SUA NON ACCETTAZIONE PREGIUDICA LA FEDE CATTOLICA?

POVERA SANTA SEDE!"

INTERESSANTE INVECE QUESTO ARTICOLO :

[SPO] Les conditions de la Fraternité Saint-Pie X
SOURCE - SPO - 21 juillet 2012
Le document n’aurait pas dû fuiter ; il est déjà sur Internet
En date du 18 juillet dernier, l’abbé Thouvenot, secrétaire général de la Fraternité Saint-Pie X adressait une lettre circulaire aux supérieurs de districts, séminaires et maisons autonomes. Il faisait le compte-rendu des derniers mois et notamment des négociations avec Rome. Il rappelait également le déroulement du chapitre général et soulignait que ce dernier avait « donné son placet au Supérieur général à une très large majorité. » Enfin, il indiquait les conditions que la Fraternité Saint-Pie X s’imposait dans ses rapports avec les autorités romaines:

Conditions sine qua non que la Fraternité s’impose et qu’elle réclame des autorités romaines avant d’envisager une reconnaissance canonique:

1. Liberté de garder, transmettre et enseigner la saine doctrine du Magistère constant de l’Eglise et de la Vérité immuable de la Tradition divine ; liberté de défendre, corriger, reprendre, même publiquement, les fauteurs d’erreurs ou nouveautés du modernisme, du libéralisme, du concile Vatican II et de leurs conséquences ;
2. User exclusivement de la liturgie de 1962. Garder la pratique sacramentelle que nous avons actuellement (y inclus : ordres, confirmation, mariage) ;
3. Garantie d’au moins un évêque.

Conditions souhaitables:

1. Tribunaux ecclésiastiques propres en première instance ;
2. Exemption des maisons de la Fraternité sacerdotale Saint-Pie X par rapport aux évêques diocésains ;
3. Commission Pontificale à Rome pour la Tradition en dépendance du Pape, avec majorité des membres et présidence pour la Tradition.

On note donc deux étages dans cette fusée. Le premier étage a été, au moins pour son premier point, l’objet des discussions depuis le 14 septembre. C’est sur ce point principalement que des négociations devraient avoir lieu. Le point numéro deux est une évidence, qui ne devrait pas poser de problèmes. Le troisième point est étonnant dans la mesure où la Fraternité Saint-Pie X possède déjà trois évêques (quatre avec Mgr Williamson, mais qui n’est plus membre du chapitre). C’est donc une condition a minima.

Les conditions souhaitables sont pas nature ouvertes à la négociation. Le point deux s’avère le plus important car il détermine l’avenir. 
Le point trois n’est pas débarrassé d’un vocabulaire facile qui assimile la Fraternité Saint-Pie X à la Tradition de l’Église et en fait même la garante. 
On l’interprétera comme une facilité de langage qui vise à inclure aussi les communautés religieuses qui se situent dans la mouvance de la Fraternité Saint-Pie X.

La longue histoire de l’Église montre que celle-ci trouve toujours les moyens de régler les problèmes et les solutions pratiques nécessaires. Il serait juste temps maintenant que les discussions qui n’ont pas apporté grande chose laissent place aux négociations.


giovedì 19 luglio 2012

Déclaration du Chapitre général de la Fraternité Saint-Pie X , 19-7-2012

Alla fine del Capitolo generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X, riuniti accanto alla tomba del suo venerato fondatore Mons. Marcel Lefebvre, e uniti al suo Superiore generale, noi partecipanti, Vescovi, superiori e anziani di questa Fraternità, teniamo a far salire al cielo le nostre più vive azioni di grazia per i quarantadue anni di protezione divina così meravigliosa sulla nostra opera, in mezzo ad una Chiesa in piena crisi e ad un mondo che si allontana di giorno in giorno da Dio e dalla sua legge.

Noi esprimiamo la nostra profonda gratitudine a tutti i membri di questa Fraternità, sacerdoti, frati, suore, terziari, alle comunità religiose amiche, come ai cari fedeli, per la loro dedizione quotidiana e le loro ferventi preghiere in occasione di questo Capitolo, che ha conosciuto un franco confronto e svolto un lavoro molto fruttuoso. Tutti i sacrifici, tutte le pene accettate con generosità hanno certamente contribuito a superare le difficoltà che la Fraternità ha incontrato in questi ultimi tempi. Noi abbiamo ritrovato la nostra profonda unione nella sua missione essenziale: conservare e difendere la fede cattolica, formare dei buoni sacerdoti e lavorare per la restaurazione della Cristianità.


Abbiamo definito ed approvato le necessarie condizioni per una eventuale regolarizzazione canonica. Si è stabilito che, in questo caso, sarà convocato prima un Capitolo straordinario deliberativo. Ma non dimentichiamo che la santificazione delle anime comincia sempre in noi stessi. Essa è opera di una fede vivificata ed operante attraverso la carità, secondo le parole di San Paolo: «
Non abbiamo infatti alcun potere contro la verità, ma per la verità» (II Cor. XIII, 8), e anche: «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, al fine… di renderla santa e immacolata» (Cfr. Ef. V, 25 ss.).

Il Capitolo ritiene che il primo dovere della Fraternità nel servizio che intende rendere alla Chiesa, sia quello di
continuare a professare, con l’aiuto di Dio, la fede cattolica in tutta la sua purezza e integrità, con una determinazione proporzionata agli attacchi che questa stessa fede oggi non cessa di subire.

È per questo che ci sembra opportuno riaffermare la nostra fede nella Chiesa cattolica romana, la sola Chiesa fondata da Nostro Signore Gesù Cristo,
al di fuori della quale non c’è salvezza né possibilità di trovare i mezzi che conducono ad essa; nella sua costituzione monarchica, voluta da Nostro Signore, che fa sì che il potere supremo di governo su tutta la Chiesa appartenga solo al Papa, Vicario di Cristo sulla terra; nella regalità universale di Nostro Signore Gesù Cristo, creatore dell’ordine naturale e soprannaturale, alla quale ogni uomo e ogni società devono sottomettersi.

Per tutte le novità del Concilio Vaticano II che restano viziate da errori, e per le riforme che ne sono derivate,
la Fraternità può solo continuare ad attenersi alle affermazioni e agli insegnamenti del Magistero costante della Chiesa; essa trova la sua guida in questo Magistero ininterrotto che, con la sua azione di insegnamento, trasmette il deposito rivelato in perfetta armonia con tutto ciò che la Chiesa intera ha sempre creduto, in ogni luogo.

Parimenti, la Fraternità trova la sua guida nella Tradizione costante della Chiesa, che trasmette e trasmetterà fino alla fine dei tempi l’insieme degli insegnamenti necessari al mantenimento della fede e alla salvezza,
in attesa che sia reso possibile un dibattito aperto e serio mirante ad un ritorno delle autorità ecclesiastiche alla Tradizione.

Noi ci uniamo ai altri cristiani perseguitati nei diversi paesi del mondo, che soffrono per la fede cattolica, spesso fino al martirio. Il loro sangue versato in unione con la Vittima dei nostri altari è la prova del rinnovamento della Chiesa
in capite et membris, secondo il vecchio adagio «sanguis martyrum semen christianorum».

«
Infine, ci rivolgiamo alla Vergine Maria, anch’ella gelosa dei privilegi del suo Figlio divino, gelosa della sua gloria, del suo Regno sulla terra come in Cielo. Quante volte ella è intervenuta in difesa, anche armata, della Cristianità, contro i nemici del Regno di Nostro Signore! Noi la supplichiamo di intervenire oggi per scacciare i nemici interni che tentano di distruggere la Chiesa più radicalmente dei nemici esterni. Che ella si degni di conservare nell’integrità della fede, nell’amore per la Chiesa, nella devozione al successore di Pietro, tutti i membri della Fraternità San Pio X  e tutti i sacerdoti e i fedeli che operano con le stesse intenzioni, affinché ella ci difenda e ci preservi tanto dallo scisma quanto dall’eresia.
«
Che San Michele Arcangelo ci trasmetta il suo zelo per la gloria di Dio e la sua forza per combattere il demonio.
«
Che San Pio X ci faccia partecipi della sua saggezza, della sua scienza e della sua santità per discernere, in questi tempi di confusione e di menzogna, il vero dal falso e il bene dal male.» (Mons. Marcel Lefebvre, Albano, 19 ottobre 1983).
 Ecône, 14 luglio 2012

                           LA PRIMA RISPOSTA DELLA SANTA SEDE 

Città del Vaticano, 19 luglio 2012 (VIS).
Nel primo pomeriggio di oggi la Sala Stampa della Santa Sede ha emesso il Comunicato di seguito riportato, a proposito della Dichiarazione del Capitolo Generale della Fraternità San Pio X. "Il Capitolo Generale della Fraternità sacerdotale San Pio X, concluso nei giorni scorsi, ha pubblicato una Dichiarazione a proposito della possibile normalizzazione canonica della relazione fra la Fraternità e la Santa Sede.
Pur essendo stata resa pubblica, tale Dichiarazione rimane anzitutto un documento interno, per lo studio e la discussione fra i membri della Fraternità".
"La Santa Sede ha preso atto di questa Dichiarazione, ma resta in attesa della annunciata Comunicazione ufficiale da parte della Fraternità Sacerdotale, per la continuazione del dialogo fra la Fraternità e la Commissione “Ecclesia Dei”.

domenica 15 luglio 2012

FRATERNITA' SAN PIO X : ALLA FINE HAN DETTO : " NO, GRAZIE". TRISTE EPILOGO !


Domenica 15 luglio 2012 ore 11,45.
Telefonata dalla Francia.
Vengo "informato" che la Fraternità Sacerdotale San Pio X ha deciso di far decadere ogni  ipotesi di "accordo" con la Santa Sede, si anche fa riferimento all'ultima parte di un'omelia di pochi minuti prima.
La telefonata parla anche del ringraziamento che Fraternità farà alla Santa Sede  per le condizioni canoniche che le erano state prospettate.
Tanto per ribadire la nostra "posizione"  , espressa in questo blog diverse volte, posto il commento che un caro amico, ecclesiastico, ha avuto la bontà di scrivere su Facebook : " Ogni tanto bisogna alzare la voce e dire due parole, nude e crude, che non piaceranno agli amanti del "politicamente corretto" ecclesiale. Domani ci saranno due categorie di persone a brindare per una sconfitta annunciata che riguarda tutta la Chiesa: modernisti di varia e dubbia estrazione orfani del '68, e pseudotradizionalisti i quali, sostenendo che i Papi e i Concili insegnino l'errore, sono piuttosto inclini a considerare non Roma ma Econe come baluardo della fede cattolica. Chi - in area tradizionalista - saluterà la mancata firma dell'accordo come un evento positivo, necessario, non ama né la Chiesa né la Tradizione "
A.C.
1) AGGIORNAMENTO : Tornielli
Secondo un’anticipazione riportata da José Manuel Vidal sul sito Religión Digital, i lefebvriani hanno preparato un documento-dichiarazione nel quale si direbbe definitivamente «no» alla proposta di un ritorno nella piena comunione con Roma, pur ringraziando il Papa per quanto ha fatto in questa prospettiva e per l’occasione che ha dato alla Fraternità di esporre i suoi punti di vista.
I lefebvriani avrebbero concluso di non poter accettare il magistero del Vaticano II così come richiesto nel preambolo dottrinale consegnato al vescovo Bernard Fellay dal cardinale William Levada lo scorso 13 giugno, perché la firma sotto il preambolo comporterebbe l’accettazione degli «errori del Concilio».
La pubblicazione del documento della Fraternità era atteso per questa mattina. In realtà, la risposta verrà prima inviata alle autorità romane e quindi, all’inizio della settimana entrante, lo stesso Fellay presenterà la posizione presa dal capitolo generale in un’intervista. Tutti i segnali pubblici – le dichiarazioni di Fellay e di altri responsabili lefebvriani – come pure le indiscrezioni fino ad oggi pubblicate fanno pensare che la risposta sarà negativa. Anche se è possibile che i lefebvriani chiedano di poter nuovamente discutere sul testo del preambolo dottrinale.

2) AGGIORNAMENTO : " Luisa" su MIL
 La Stampa all`attacco!  
Non ci bastava Tornielli adesso ci si mette pure Galeazzi  ed evidentemente tutti e due sanno che ci sarà un no.  
È da mesi che Tornielli segue con una solerzia sorprendente il dossier FSSPX,  facendo soffiare il caldo e poi il freddo, l`accordo c`è e poi non c`è più, Mons. Fellay ha detto sì e la sua risposta conviene al Papa,  Mons. Fellay va a Roma per incontrare ad Albano i sacerdoti  e poi Levada il giorno dopo, è fiducioso, l`accordo si farà, tutto sembra ok ...ah no la Commissione non è d`accordo, innesta la marcia indietro e blocca la macchina al mese di settembre, gli avversari della FSSPX sembrano aver vinto la loro battaglia, e poi il Papa nomina come in una specie di tir groupé Roche, Di Noia e Müller....  
Non so che ruolo abbiamo giocato queste continue anticipazioni, quel soffiare il caldo e il freddo, quel nutrire le speranze di taluni e le inquietudini di altri,  quel dire, anzi, quell`insistere sull`accordo che era vicino, per certo le anticipazioni di Tornielli hanno fatto il giro del web in qualche secondo, sulle sue motivazioni o intenzioni sono molto perplessa.

3) AGGIORNAMENTO : L'INTERVISTA DI S.E.MONS.FELLAY
 e mutisme doctrinal n’est pas la réponse à « l’apostasie silencieuse »
DICI : Comment s’est déroulé le Chapitre général ? Dans quelle atmosphère ?
Mgr Fellay : Dans une atmosphère assez chaude, parce que le mois de juillet est particulièrement torride, en Valais ! Mais dans une atmosphère très appliquée, sur le fond, car les membres du Chapitre ont pu échanger en toute liberté, comme il convient dans une telle réunion de travail.
DICI : Les relations avec Rome ont-elles été traitées ? N’y avait-il pas de questions interdites ? Les dissensions qui se sont manifestées au sein de la FSSPX, ces derniers temps, ont-elles pu être apaisées ?
Mgr Fellay : Cela fait beaucoup de questions ! Au sujet de Rome, nous sommes vraiment allés au fond des choses, et tous les capitulants ont pu prendre connaissance du dossier complet. Rien n’a été mis de côté, il n’y a pas de tabou entre nous. Je me devais d’exposer précisément l’ensemble des documents échangés avec le Vatican, ce qui avait été rendu difficile par le climat délétère de ces derniers mois. Cet exposé a permis une discussion franche qui a éclairé les doutes et dissipé les incompréhensions. Cela a favorisé la paix et l’unité des cœurs, et c’est très réjouissant.
DICI : Comment voyez-vous les relations avec Rome après ce chapitre ?
Mgr Fellay : Toutes les ambiguïtés ont été levées chez nous. Nous ferons très prochainement parvenir à Rome la position du Chapitre qui nous a donné l’occasion de préciser notre feuille de route en insistant sur la conservation de notre identité, seul moyen efficace pour aider l’Eglise à restaurer la Chrétienté. Car, comme je vous l’ai dit récemment, « si nous voulons faire fructifier le trésor de la Tradition pour le bien des âmes, nous devons parler et agir » (voir entretien du 8 juin 2012, dans DICI n°256). Nous ne pouvons garder le silence devant la perte de la foi généralisée, ni devant la chute vertigineuse des vocations et de la pratique religieuse. Nous ne pouvons nous taire devant « l’apostasie silencieuse » et ses causes. Car le mutisme doctrinal n’est pas la réponse à cette « apostasie silencieuse » que même Jean-Paul II constatait, en 2003.
Dans cette démarche, nous entendons nous inspirer non seulement de la fermeté doctrinale de Mgr Lefebvre, mais aussi de sa charité pastorale. L’Eglise a toujours considéré que le meilleur témoignage en faveur de la vérité était donné par l’union des premiers chrétiens dans la prière et la charité. Ils ne faisaient « qu’un seul cœur et qu’une seule âme », nous disent les Actes des Apôtres (4, 32). Le bulletin de liaison interne de la Fraternité Saint-Pie X s’intitule Cor unum, c’est un idéal commun, un mot d’ordre pour tous. Aussi nous nous séparons avec force de tous ceux qui ont voulu profiter de la situation pour semer la zizanie, en opposant les membres de la Fraternité les uns aux autres. Cet esprit-là ne vient pas de Dieu.
DICI : Que vous inspire la nomination de Mgr Ludwig Müller à la tête de la Congrégation pour la Doctrine de la Foi ?
L’ancien évêque de Ratisbonne, où se trouve notre séminaire de Zaitzkofen, ne nous apprécie pas, ce n’est un secret pour personne. Après l’acte courageux de Benoît XVI en notre faveur en 2009, il n’avait guère paru vouloir collaborer dans le même sens, et nous traitait comme des parias ! C’est lui qui déclarait alors que notre séminaire devrait être fermé et que nos étudiants devraient aller dans les séminaires de leur région d’origine, avant d’affirmer sans détour : « Les quatre évêques de la Fraternité Saint-Pie X doivent tous démissionner » ! (voir entretien dans Zeit Online du 8 mai 2009).
Mais plus important et plus inquiétant pour nous est le rôle qu’il va devoir assumer à la tête de la Congrégation de la Foi qui doit défendre la foi, dont la mission propre est de combattre les erreurs doctrinales et les hérésies. Car plusieurs textes de Mgr Müller sur la transsubstantiation véritable du pain et du vin au Corps et au Sang du Christ, sur le dogme de la virginité de Marie, sur la nécessité pour les non-catholiques d’une conversion à l’Eglise catholique… sont plus que discutables ! Sans aucun doute, ils auraient fait autrefois l’objet d’une intervention de la part du Saint-Office dont est issue la Congrégation de la Foi qu’il préside aujourd’hui.
DICI : Comment se présente l’avenir de la Fraternité Saint-Pie X ? Dans son combat pour la Tradition de l’Eglise, est-elle toujours sur une ligne de crête ?
Mgr Fellay : Plus que jamais nous devons effectivement garder cette ligne de crête fixée par notre vénéré fondateur. C’est une ligne difficile à tenir, mais absolument vitale pour l’Eglise et le trésor de sa Tradition. Nous sommes catholiques, nous reconnaissons le pape et les évêques, mais devons avant tout conserver inaltérée la foi, source de la grâce du Bon Dieu. Il faut par conséquent éviter tout ce qui pourrait la mettre en danger, sans pourtant nous substituer à l’Eglise catholique, apostolique et romaine. Loin de nous l’idée de constituer une Eglise parallèle, exerçant un magistère parallèle !
Mgr Lefebvre a très bien expliqué cela, il y a plus de trente ans : il n’a voulu que transmettre ce qu’il avait reçu de l’Eglise bimillénaire. Et c’est tout ce que nous voulons à sa suite, car ce n’est qu’ainsi que nous pourrons aider efficacement à « restaurer toutes choses dans le Christ ». Ce n’est pas nous qui romprons avec Rome, la Rome éternelle, maîtresse de sagesse et de vérité. Pour autant il serait irréaliste de nier l’influence moderniste et libérale qui s’exerce dans l’Eglise depuis le concile Vatican II et les réformes qui en sont issues. En un mot, nous gardons la foi dans la primauté du Pontife romain et dans l’Eglise fondée sur Pierre, mais nous refusons tout ce qui contribue à l’« autodestruction de l’Eglise », reconnue par Paul VI lui-même, dès 1968. Daigne Notre-Dame, Mère de l’Eglise, hâter le jour de son authentique restauration !
(Source : DICI n°258)
Entrevista con Mons. Bernard Fellay, tras la conclusión del Capítulo General de la Fraternidad San Pío X (16 de julio de 2012)
Interview with Bishop Bernard Fellay on the occasion of the General Chapter of the Society of St. Pius X (July 16, 2012)
Interview mit S.E. Bischof Bernard Fellay anlässlich des Generalkapitels der Priesterbruderschaft St. Pius X. (16. Juli 2012)

4) AGGIORNAMENTO : L'Editoriale dell'Abbè   Régis de Cacqueray, Superiore del Distretto francese della FSSPX :
Quelle sera la crédibilité du verdict que la Rome conciliaire rendra peut être bientôt à propos de la Fraternité ? La déclarera-t-elle schismatique, de nouveau excommuniée ou l'exonérerat- elle de ces sobriquets ? 
Quoi qu'il en soit de la conclusion qui pourrait être portée, il ne faudra pas lui accorder une importance excessive...
Au fur et à mesure que se sont déroulées les années de la vie de la Fraternité, ce sont tantôt des menaces et des peines infligées par le Vatican, tantôt de grands compliments, différentes promesses et des mains tendues qui se sont succédé.
Les peines de l'Église, et jusqu'aux plus graves d'entre elles, venaient sanctionner la pertinacité de la Fraternité à refuser les erreurs du Concile, la nouvelle messe, le nouveau code de Droit canon, la nouvelle religion. Quant aux promesses qui lui étaient faites, elles ont toujours recherché, comme unique contrepartie, de faire cesser ses critiques et d'obtenir qu'elle taise son opposition sur les mêmes sujets.
On comprendra, dès lors, que cette interminable palinodie finisse par nous laisser de marbre et par discréditer à nos yeux ceux qui manient avec tant de facilité la carotte et le bâton... À être excommunié, puis « dés-excommunié », à être de nouveau menacé d'être excommunié, on finit par ne plus guère être impressionné par ces coups de théâtre et toutes ces volte-face.
Nous avons tant de raisons d'estimer ces peines injustes, nulles et non avenues ! 
Elles sont déconsidérées à nos yeux. D'abord, nous gardons le souvenir de 1988. 
C'est par l'excommunication que fut récompensé le signalé service rendu par Mgr Marcel Lefebvre à la sainte Église en la pourvoyant de quatre excellents évêques catholiques, grâce à qui la transmission du sacerdoce catholique s'est fortifiée. 
Nous avons, à cette occasion, constaté comment, par un mystère d'iniquité, les meilleurs serviteurs de l'Église se trouvent maltraités.
Nous n'en ressentons pas d'amertume mais l'on peut déduire de tout cela que la peine de l'excommunication ne nous fasse plus guère trembler.
En cette année du sixième centenaire de la naissance de sainte Jeanne d'Arc, nous nous rappelons d'ailleurs, dans l'histoire de l'Église, qu'assez nombreux sont les saints qui furent malmenés par des tribunaux d'Église. N'est-ce d'ailleurs pas l'histoire du Verbe incarné lui-même ?
Et nous ne sommes pas aveugles. Comment se fait-il, encore aujourd'hui, que des prêtres, des évêques, des cardinaux, et en grand nombre, peuvent enseigner de véritables hérésies, prôner une morale qui n'est plus catholique, sans pour autant être inquiétés ? Qui mériterait d'être excommunié ? Ceux qui s'efforcent de transmettre ce que l'Église a toujours enseigné ou ceux qui travestissent le dépôt révélé ? Quant au pape lui-même, il faut quand même rappeler que nous aurions quelques raisons de douter du bien-fondé de sanctions éventuelles qu'il prendrait à notre égard. Certes, il a adopté une manière d'appliquer le Concile plus mesurée et plus sage que son prédécesseur mais il est cependant résolument demeuré sur ses traces. Réunions interreligieuses, visite de mosquées et de synagogues, participation active à une cérémonie liturgique luthérienne à Rome, éloge appuyé de Martin Luther, réitération du scandale d'Assise, béatification de Jean-Paul II, vêpres célébrées en présence du pseudo-archevêque de Canterbury...
S'il décidait que nos évêques ou que nous-mêmes devions être « réexcommuniés », nous devrions alors nous demander : « Mais "réexcommuniés" par quelle Église ? » Par l'Église catholique ou par cette église conciliaire qui lui est une métastase ?
Or cela est clair : ce n'est que cette église conciliaire qui procéderait à cette "réexcommunication" :
« Le cardinal Ratzinger est contre l'infaillibilité, le pape est contre l'infaillibilité de par sa formation philosophique. Que l'on nous comprenne bien, nous ne sommes pas contre le pape en tant qu'il représente toutes les valeurs du siège apostolique, qui sont immuables, du siège de Pierre, mais contre le pape qui est un moderniste qui ne croit pas à son infaillibilité, qui fait de l'oecuménisme. Évidemment, nous sommes contre l'Église conciliaire qui est pratiquement schismatique, même s'ils ne l'acceptent pas. Dans la pratique, c'est une Église virtuellement excommuniée, parce que c'est une Église moderniste. Ce sont eux qui nous excommunient, alors que nous voulons rester catholiques. » (Mgr Lefebvre, Fideliter n° 70, p. 8)
Voilà pourquoi l'excommunication ou la déclaration de schisme qui proviendrait de l'Église conciliaire, secte qui s'est introduite jusqu'au coeur de la partie humaine de la sainte Église, ne doit pas nous inquiéter.
Nous nous réjouirions si nous devions être condamnés pour crime de fidélité à l'Église éternelle !
Abbé Régis de Cacqueray †, Supérieur du District de France


sabato 14 luglio 2012

LA RELIGIONE "ESPERTA DI UMANITA'" IL CANCRO CHE HA DIVORATO IL SACERDOZIO CATTOLICO, UN TEMPO MODELLO DI SANTITA' E DI PERFEZIONE, ANCHE PER I NON CATTOLICI. I VESCOVI CHE PREDICANO L'IMPEGNO CRISTIANO A SCAPITO DELLA DEVOZIONE E DELLE PIE PRATICHE SONO OBBLIGATI DALLA PROVVIDENZA A GUARDARE L'OPERA DELLA LORO INSENSIBILITA' VERSO IL SACRO !


Sono troppo peccatore per poter esprimere un minimo commento di un fatto che sta scolvolgendo in questi caldi giorni una diocesi della mia amata regione.
Le notizie di stampa che ho dovuto leggere   hanno provocato nel mio animo un disgusto fisico che mi ha impedito anche di pranzare.
Alla nausea e lo sconforto deve però subentrare la fede !
La Divina Provvidenza, che governa ogni cosa al fine di salvare le anime ( questo è l'unico scopo della Chiesa e del Sacerdozio cattolico ) tramuterà sicurissimamente ogni cosa a maggior gloria di Dio : “dove abbondò il peccato sovrabbondò la grazia”.
Proprio perché sono peccatore e conosco l’infinita misericordia di Dio riesco a gridare a chi impugna il bastone pastorale le parole della Sacra Scrittura : “ « Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore … Suonate il corno in Sion, proclamate un solenne digiuno, convocate una riunione sacra. Radunate il popolo, indite un’assemblea solenne, chiamate i vecchi, riunite i fanciulli… I sacerdoti, ministri del Signore, dicano: “Perdona, Signore, al tuo popolo e non esporre la tua eredità al ludibrio e alla derisione delle genti”»
Un tempo anche nelle più minuscole parrocchie più volte durante l'anno liturgico si cantava, battendosi il petto : “Parce, Domine, parce populo tuo: ne in aeternum irascaris nobis”.
E si facevano processioni penitenziali non certo per allontare dall'ira di Dio soltanto quelle buone e povere popolazioni  quanto per pregare per l'intera Chiesa sempre bisognosa di grazia !
E la bilancia, bene-male, preghiera-indifferenza religiosa, colpa-grazia si equilibrava grazie alle incessanti preghiere della povera gente !
Poi sopraggiunse la nuova religione “esperta di umanità” che sta distruggendo velocemente , come un terribile cancro, il Sacerdozio Cattolico , l' alter Christus,  l'unto del Signore, colui che mediante il santo sacramento dell'Ordine ricongiunge a Dio l’uomo povero e peccatore.
Non abbandoniamo nel nome di una presunta “modernità” il Consacrato alle insidie del diavolo e alle sue nefaste tentazioni !
Le parole della Sacra Scrittura ci fanno ricordare che " Anche il profeta e il sacerdote si aggirano per il paese e non sanno che cosa fare. Hai forse rigettato completamente Giuda, oppure ti sei disgustato di Sion?"
Si ritorni con la massima urgenza all'insegnamento soprattutto nei seminari dei "novissimi", si ritorni  soprattutto nei seminari all'insegnamento del "giudizio di Dio" si ritorni soprattutto nei seminari alla pratica della penitenza per combattere le tentazioni ! 
Prima che sia troppo tardi  si cambi modo di insegnare e di gestire i Seminari !
Riprendiamo le armi del Santo Rosario, delle sante devozioni , della penitenza e della preghiera per aiutare i nostri Sacerdoti in questa difficile lotta quotidiana contro le tentazioni !
La religione “esperta di umanità” e l’orizzontalismo liturgico e dottrinale producono solo disgrazie e peccato !
Chi semina vento raccoglie tempesta : si convertano in primis coloro che sono stati posti dalla Provvidenza a pascere il popolo santo di Dio !
Essi risponderanno delle loro azioni, delle loro omissioni e delle loro testardaggini ideologiche ( e liturgiche) davanti al tribunale di Dio !
Nessuno vorrebbe stare al posto dell’Episcopus, tanto più ora … ma ho la speranza che quanto sta accadendo nella sua Diocesi forse riuscirà  ad aprire un varco nel cuore dell'Episcopus, puro e sacerdotale, per innestarvi  la vera e salutare devozione  alla Santissima Eucaristia, ai primi venerdì del mese, alle pie pratiche mariane dissolvendo le niree nubi di una falsa religione basata solo sull'effimero, sul sociale e sull'impegno... ( in che ???)
Meno interventi sindacali sul "sociale" e più dottrina di cui l'Episcopus è maestro !
La Santissima Vergine Maria, Madre di tutti i Sacerdoti, la beata Madre Teresa di Calcutta, che non ha mai tralasciato la preghiera prima di dedicarsi ai poveri e agli abbandonati e tutti i Santi di quella Diocesi così duramente piagata intercedano per le anime Consacrate e tutti i membri della comunità cristiana !
Andrea Carradori

Foto : San Paterniano che protegge la Città di Fano.


lunedì 9 luglio 2012

LA NOMINA DI SUA ECCELLENZA REV.MA MONS . GERHARD LUDWIG MÜLLER A PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE DOTTRINA DELLA FEDE E LA DOVEROSA, INCONDIZIONATA OBBEDIENZA ANCHE A QUELLA ROMA SILENTE IN ATTESA DELLA BATTAGLIA PER “RECONQUISTA”.


( seconda parte)
Iniziamo con una citazione storica tratta dalla pubblicazione  « La chiesa di san Catervo a Tolentino – arte-storia – spiritualità , Tolentino 2007 » .
Dalla pagina 180 estrapolo un pezzo dell’ampio studio del Prof. Mons.  Egidio Pietrella :  "La chiesa di San Catervo terza cattedrale di Tolentino, storia religiosa dal 1817 ai nostri giorni" ( dalla quale curiosamente è stata omessa in toto, a pagina 209) la Solenne Celebrazione Eucaristica  che Sua Eminenza Rev.ma il Signor Cardinale Protodiacono Card. Jorge Arturo Augustin Medina Estévez  ha presieduto in occasione dei festeggiamenti per la riapertura del Duomo Tolentinate nel giorno della festa del Santo Patrono San Catervo Martire il 17 ottobre 2006 –… stranezze delle pubblicazioni storiche… ma forse conosco la motivazione "metropolitana" ... )  
Il più lungo e attivo fu l'episcopato del ma­ceratese Raniero Sarnari.
La sua attività pastorale fu impegnata soprattutto nella diffusione del catechismo, per il quale intro­dusse nelle diocesi successivamente (1905; 1913) i due nuovi testi di S. Pio X. A questo tema dedicò per le due diocesi l'importante "Notificazione per l'istruzione catechistica" (21 novembre 1905) e le lettere pastorali del 1904, 1906, 1911.
Costituì, inoltre, in ogni parrocchia la "Confraternita della Dottrina Cristiana".
In realtà il problema dell'istruzio­ne religiosa interessava fortemente l'intero episcopato marchigiano su cui esso inter­venne in varie lettere collettive (del 1901, 1911, 1916) e organizzò (21-23 aprile 1914) a Loreto il primo congresso catechistico re­gionale, che tra l'altro, stabilì di istituire in ogni diocesi il Consiglio Catechistico Dio­cesano, che il vescovo Sarnari creò subito sia a Macerata che a Tolentino. Questi, devotis­simo della SS. Eucaristia (su cui scrisse tre lettere pastorali il 1910, 1912, 1913) e della B. Vergine Maria, favorì l'Azione Cattolica, curò i seminari di Macerata e Tolentino, e il movimento cattolico.
Tolse il non expedit nelle elezioni del marzo 1909 imponendo ai cattolici di votare a Macerata Vittorio Bian­chini e a Tolentino Anselmo Ciappi.
Infine, svolse un'intensa attività anche in campo culturale, per contrastare la cultura laicista e antireligiosa.
Il Sarnari dovette combattere contro il socialismo ormai dovunque organizzato nelle Marche.
I vescovi della regione affrontaro­no questo problema nelle lettere collettive del 1904 e del 1911; e il Sarnari tornò spesso su questo tema, specialmente nelle lettere pastorali del 1907 e 1908.
Un altro errore, interno alla Chiesa, era il modernismo che si diffuse anche nelle due diocesi per ope­ra di Romolo Murri (che parlò a Tolentino nel teatro "Vaccai" nel 1901 e a Macerata nel teatro "Lauro Rossi" nel 1909).
La "crisi modernista" toccò il suo culmine a Macera­ta negli anni 1908-1909, quando Giovanni Sforzini, canonico e professore di filosofìa nel seminario, attaccò aspramente la Chiesa da cui apostatò facendosi metodista.
Contro il modernismo (su cui erano intervenuti i vescovi marchigiani nella lettera collettiva del 1906) scrisse il Sarnari ripetutamente nel 1903,1907,1908,1909.
( sottolineature mie N.d.R.)
Dopo un'attività apostolica così intensa e varia (in 14 anni scrisse 13 lettere pastorali e altrettanti interventi e notificazioni), il ve­scovo Sarnari si spense nel pieno della prime guerra mondiale contro la quale si schiere con una chiara condanna, sostenendo dapprima la neutralità dell'Italia, per passare poi, a guerra iniziata, a sostenere sentimenti patriottici”.
Il canonico e professore di filosofia al Seminario Diocesano don Giovanni Sforzini, avendo aderito al modernismo, come conseguenza "logica" apostatò e si fece protestante- metodista.
Non tutti i modernisti ebbero la sciagurata, ma intellettualmente onesta, "conclusione" del canonico sopra citato ( speriamo almeno che in punto di morte si sia pentito e confessato…)
Molti modernisti preferirono rimanere in cantina protetti dalle tenebre per poter uscire allo scoperto solo quando le circostanze glielo avrebbero consentito.
E’ anche vero che la condanna del modernismo, “sintesi di tutte le eresie”, prevaricò i nobili scopi previsti nell’enciclica “Pascendi” di San Pio X giungendo fino ad un’inaccettabile e anti-evangelica "caccia" nei confronti di  tutti coloro che invocavano alcuni cambiamenti ecclesiali in una società che stava cambiando in modo rapidissimo.
Non esiste tuttavia anche nella cosiddetta chiesa post-conciliare, per usare un'infelicissima terminologia di un Cardinale ora defunto,  interruzione e tanto meno contraddizione fra la  "Pascendi" , la Dichiarazione "Dominus Jesus" , il  Motu Proprio “Ad Tuendam Fidem” e l' Enciclica "Fides et Ratio" – del Beato Giovanni Paolo II. La condanna alla “sintesi di tutti gli errori” è stata anche più volte ripresa  dall’attuale Papa Benedetto XVI con il nome :  “relativismo” .
Più volte il Beato Giovanni Paolo II  aveva messo in guardia il gregge a Lui affidato contro le gravi deviazioni dalla Fede cattolica sia negli  ambienti teologici che , aimè, cosa assai più grave, nelle singole coscienze dei semplici cattolici.
Non riferisco, essendo un perfetto ignorante in materia, quanto insospettati teologi e anche Officiali di Curia mi hanno detto circa le fin troppo citate posizioni teologiche dell’attuale Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede Sua Eccellenza Rev.ma Mons . Gerhard Ludwig Müller.
Mi è stato anche suggerito, da più parti, di “non bere tutto quello che viene da Roma”, di “aprire gli occhi perché Roma è nell’apostasia” ed infine di “assumere un atteggiamento meno puerile e servile nei confronti di quello che vien detto da Roma” ecc. ecc. ecc.
Avendo dolorosamente constatato che Roma, da molti sollecitata di intervenire via web sulle delicate e spinose accuse nei confronti di Mons. Müller , non si è espressa in alcun modo, noi, dovendo perseverare nella doverosa rinnovazione quotidiana  della   filiale fiducia ai collaboratori del nostro amatissimo Papa, cercheremo di trarre un qualche insegnamento dalla prima parte, di carattere storico, di questo articolo.
In attesa della battaglia finale della “RECONQUISTA” che affronteremo con la forza  della fede, ricompattati e soprattutto motivati noi continueremo a ripudiare ogni tipo di relativismo sui Dogmi poiché essi sono verità certe e permanenti e non sono suscettibili di variazione subordinata alla crescita , all’evoluzione o alla conoscenza  dell’uomo .
I Dogmi  sono verità assolute, come anche l’interpretazione dei  libri Sacri e i Sacrosanti Sacramenti che non sono solo delle rappresentazioni simboliche !
Ha solennemente espresso il Beato Pio IX nella COSTITUZIONE APOSTOLICA “DEI FILIUS: « La dottrina della fede che Dio rivelò non è proposta alle
menti umane come una invenzione filosofica da
perfezionare, ma è stata consegnata alla Sposa di Cristo
come divino deposito perché la custodisca fedelmente e la insegni con magistero infallibile.
Quindi deve essere approvato in perpetuo quel significato dei sacri dogmi che la Santa Madre Chiesa ha dichiarato, né mai si deve recedere da quel significato con il pretesto o con le apparenze di una più completa intelligenza.
Crescano dunque e gagliardamente progrediscano, lungo il corso delle età e dei secoli, l'intelligenza e la sapienza, sia dei secoli, sia degli uomini, come di tutta la Chiesa, ma nel proprio settore soltanto, cioè nel medesimo dogma, nel medesimo significato, nella medesima affermazione…
[VINC. LIR. Common., n. 28].
[…]
Se qualcuno dirà che può accadere che ai dogmi della
Chiesa si possa un giorno - nel continuo progresso della
scienza - attribuire un senso diverso da quello che ha inteso e intende dare la Chiesa: sia anatema ».
 (fine della  seconda parte)

Andrea Carradori

mercoledì 4 luglio 2012

"Non siate frettolosi del fare la genuflessione". Dagli insegnamenti di San Josemaria Escrivá de Balaguer


Vorrei che, solo per il fatto di veder fare una genuflessione,
i fedeli dicessero, questo è un sacerdote che ama Gesù Cristo.
Non siate frettolosi nel fare la genuflessione,
non siate come i soldati che erano a casa di Pilato,
che prendevano in giro quel Re, di burla,
che era Cristo Gesù, Re dei Re e Signore dei dominatori.
Non siate frettolosi nel preparare la Messa,
non siate frettolosi nel dire la Messa,
non siate frettolosi nel ringraziare dopo la Messa .
So che non potete fermarvi molto tempo,
ma almeno quei dieci minuti dopo aver terminato..., quelli si.
Inoltre conviene che vi sediate nel confessionale,
nella chiesa dove lavorate,
nelle chiese dove lavorate,
se è nel capoluogo lo stesso,
non ci va nessuno, non importa,
con la luce accesa e il libro di lettura spirituale, e poi il breviario,
il rosario e poi..., quando siete lì già da tre ore, ve ne andate.
Smetterete, perché non potrete pregare il rosario, il breviario, né fare la lettura spirituale.
La gente ricorrerà a voi, verrà e farete un lavoro di teologia pastorale meraviglioso.


San Josemaria Escrivá de Balaguer

Video :  http://www.youtube.com/watch?v=NPzSRaZl114&feature=relmfu