martedì 31 gennaio 2012

UNA VENTATA DI SPERANZA PER TUTTA LA CHIESA : IL NUOVO PATRIARCA DI VENEZIA S.E.R.MONS. FRANCESCO MORAGLIA


Francesco Moraglia è il nuovo Patriarca di Venezia
IL SANTO PADRE BENEDETTO XVI HA NOMINATO PATRIARCA DI VENEZIA (ITALIA) S.E. MONS. FRANCESCO MORAGLIA, FINORA VESCOVO DI LA SPEZIA-SARZANA-BRUGNATO.
S.E. MONS. FRANCESCO MORAGLIA
S.E. MONS. FRANCESCO MORAGLIA È NATO A GENOVA IL 25 MAGGIO 1953.
HA FREQUENTATO IL SEMINARIO DI GENOVA ED HA RICEVUTO L’ORDINAZIONE SACERDOTALE IL 29 GIUGNO 1977.
HA POI PROSEGUITO GLI STUDI A ROMA PRESSO LA PONTIFICIA UNIVERSITÀ URBANIANA CONSEGUENDO IL DOTTORATO IN TEOLOGIA DOGMATICA NEL 1981.
NEL SUO MINISTERO È STATO CHIAMATO A SVOLGERE IL COMPITO DI EDUCATORE PRESSO IL SEMINARIO ARCIVESCOVILE MAGGIORE A GENOVA E DI VICE-PARROCO IN UNA PARROCCHIA DEL CENTRO CITTADINO.
È STATO INSEGNANTE DI TEOLOGIA DOGMATICA PRESSO LA FACOLTÀ TEOLOGICA DELL'ITALIA SETTENTRIONALE, PRESIDE PRESSO L'ISTITUTO DI SCIENZE RELIGIOSE LIGURE E ASSISTENTE DIOCESANO DEL MEIC. HA, INOLTRE, DIRETTO L'UFFICIO DIOCESANO PER LA CULTURA E IL CENTRO STUDI "DIDASCALEION".
È STATO MEMBRO DEL CONSIGLIO PRESBITERALE DIOCESANO E CANONICO DEL CAPITOLO.
IL 6 DICEMBRE 2007 È STATO ELETTO ALLA SEDE VESCOVILE DI LA SPEZIA-SARZANA-BRUGNATO, RICEVENDO L’ORDINAZIONE EPISCOPALE IL 3 FEBBRAIO 2008.
È PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLA FONDAZIONE "COMUNICAZIONE E CULTURA" E CONSULTORE DELLA CONGREGAZIONE PER IL CLERO.

 Queste le prime parole del nuovo Patriarca:
«A S. E. il Cardinale Marco Cè, Patriarca Emerito, A S. E. Mons. Beniamino Pizziol, Amministratore Apostolico, a tutti i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, le consacrate, fedeli laici, a tutti gli uomini e le donne, dimoranti nel territorio diocesano.
Carissimi amici, fin dal primo momento in cui sono stato informato che il Santo Padre mi aveva destinato alla sede patriarcale di Venezia, ho provato un forte sentimento di trepidazione, ma anche una grande fiducia nel Signore; di tale stato d’animo desidero, in primo luogo, farvi parte. Tutti, infatti, - pastore e fedeli - siamo coinvolti nella scelta di Benedetto XVI. Il servizio nel difficile compito della presidenza ecclesiale richiede doti tali di prudenza, di saggezza, di cuore e d’intelletto che nessuno può pensare di possedere; per questo mi rivolgo a Voi chiedendo, fin d’ora, preghiera e aiuto.
Per la Chiesa che è a Venezia e il suo nuovo pastore inizia un tempo in cui ciascuno - per la sua parte - è chiamato ad affidarsi, con più libertà e più fede al Signore e al Suo piano provvidenziale che va sempre oltre quanto gli uomini possono immaginare; è il tempo in cui ciascuno, facendo meno conto su di sé, é chiamato ad aprirsi maggiormente, nella sua vita, al senso della paternità di Dio. E’ il tempo - se vogliamo - della comunione a priori, in cui, pastore e fedeli sono invitati, nella fede, a innalzare lo sguardo all’unico Maestro e Signore.

Sono mandato a voi - nella successione apostolica - come vostro Vescovo; non conto su particolari doti e doni personali, non vengo a voi con ricchezza di scienza e intelligenza ma col desiderio e il fermo proposito d’essere il primo servitore della nostra Chiesa che è in Venezia. Faccio mie le parole dell’apostolo Paolo che, nella seconda lettera ai Corinzi, scrive: «non intendiamo fare da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia, perché nella fede voi siete saldi» (2 Cor 1, 24). Il Vescovo, infatti, non è chiamato, innanzitutto, a portare qualcosa di suo, ma qualcosa che va oltre le sue personali capacità e risorse; in altre parole, la pienezza del sacerdozio di Cristo che - sul piano ministeriale - costituisce la Chiesa.
Sono conscio d’essere mandato a una Chiesa viva, ben presente sul territorio, a una Chiesa che sa esprimere con una fede capace di farsi cultura ma, soprattutto, a una Chiesa che ha una lunga storia scandita dalla santità, anche ordinaria, di molti suoi figli e figlie; una santità confermata, anche recentemente, dalle figure di alcuni suoi grandi pastori come Giuseppe Melchiorre Sarto - San Pio X -, Angelo Giuseppe Roncalli - Beato Giovanni XXIII -, Albino Luciani - Servo di Dio Giovanni Paolo I -. Una Chiesa che, nei suoi membri, può contare su molteplici risorse per dire, oggi, la bellezza di Gesù risorto, il vivente. E tale testimonianza, nella così detta società “liquida” - in cui le situazioni mutano prima di consolidarsi in abitudini e procedure -, è oltremodo urgente.

Il Vescovo è chiamato a servire nella presidenza e, proprio per non venir meno in tale compito sa che, come prima cosa, deve amare la sua Chiesa, perché solo chi ama vede bene ed è in grado di cogliere tutto nella logica del Vangelo. Vengo col desiderio di ascoltare, per capire e conoscere quanto lo Spirito vuol dire a questa Chiesa, nella logica sinodale del comune cammino delle diocesi del Triveneto verso Aquileia 2. Si tratta di molteplici strade e di un comune percorso guardando, con occhi nuovi, alle realtà ecclesiali e socio-culturali, per una nuova evangelizzazione, in dialogo con le culture del tempo, avendo come meta il bene comune. Tale convenire delle Chiese del Nordest s’inserisce nel più ampio orizzonte degli orientamenti pastorali della Chiesa che è in Italia; così a cinquant’anni dall’inizio del Concilio Ecumenico Vaticano II, il più grande evento ecclesiale che ha segnato il XX secolo, siamo invitati a rinnovarci personalmente e comunitariamente in una fede capace di farsi cultura.
Il momento che stiamo vivendo deve caratterizzarsi per la comunione che nasce dalla fede nell’unico Signore; siamo chiamati a “narrare” - come Maria nel Magnificat - le grandi cose che Dio opera in noi.
Da quando sono stato messo a conoscenza della decisione del Santo Padre ho voluto idealmente aprire il mio cuore a tutta la città, all’intera diocesi, a ogni uomo e donna che il Signore mi vorrà fare incontrare nel servizio episcopale in mezzo a voi. Tutti porto nella preghiera e a tutti chiedo la carità della preghiera; in modo particolare la chiedo ai piccoli, ai malati, agli anziani, ai bambini, a coloro che Gesù, nel Vangelo, ci dice contano di più agli occhi del Padre celeste. Chiedo d’essere accolto come un fratello che, per un disegno della Provvidenza, è mandato a voi come padre, pur venendo da una regione lontana dalla vostra che ormai, però, avverto già come a me carissima.

A quanti, nelle differenti vocazioni e stati di vita, concorrono a formare il volto della Chiesa di Dio che è in Venezia, domando aiuto, collaborazione e assunzione di corresponsabilità; il Vescovo, infatti, che è garante dell’unità della Chiesa particolare - nella comunione col Vescovo di Roma - da solo non può fare nulla. Infine chiedo la collaborazione dei confratelli, insigniti del sacerdozio di secondo grado, che costituiscono il reale prolungamento del sacerdozio del Vescovo. Fra essi, in primis, mi rivolgo ai parroci, poi a quanti, a diverso titolo, esercitano il ministero nell’ambito della cultura - ricerca e insegnamento - e ai confratelli che, oggi, in un contesto sociale sempre più a rischio povertà, si misurano, quotidianamente, con tutte le tipologie dei bisogni dell’uomo. Conto anche sui diaconi e sul loro prezioso ministero: il servizio della carità che, sempre, nasce dall’altare e ad esso, sempre, ritorna. Ai consacrati e consacrate chiedo che, nella fedeltà al loro carisma specifico, esprimano il volto sinfonico della Chiesa, ne promuovano la crescita compiendone i lineamenti, in vista di una testimonianza pienamente evangelica, incarnata nell’oggi. Ai fedeli laici e alle aggregazioni laicali dico la mia fiducia e stima, guardo a loro come a una vera ricchezza per un’inculturazione della fede nel contesto di una vera e sana laicità, con particolare attenzione e promozione della realtà della famiglia, nella prospettiva del bene comune.

Nell’alveo e secondo la logica di una sana laicità guardo con attenzione allo Studium Generale Marcianum, polo pedagogico e accademico, strumento di formazione e di ricerca, affinché la nostra Chiesa sia in grado d’elaborare una proposta educativa radicata nell’impareggiabile e unica tradizione storica e civile di Venezia e, insieme, in dialogo costante con tutte le culture e gli uomini.
Ai carissimi giovani, con i quali sarebbe - fin d’ora - mio desiderio intrattenermi a lungo, mi limito a dire: voglio incontrarvi al più presto! Un pensiero di vicinanza amica e fraterna va a quanti appartengono alle differenti confessioni cristiane, alla comunità ebraica, ai credenti di altre religioni presenti nel territorio della diocesi. Infine il mio saluto rispettoso va agli uomini e alle donne non credenti, soprattutto a coloro che sono “in ricerca”, auspicando, per quanto possibile, un comune impegno per l’uomo; in una cultura sempre più individualista, profondamente segnata della tecno-scienza, appare discriminante la questione antropologica, vero “caso serio” per il presente e il futuro della nostra società.

Non posso chiudere questo saluto senza un ricordo del mio predecessore, il Cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano, del Cardinale Marco Cè, Patriarca Emerito; un grazie riconoscente e particolarissimo all’Amministratore Apostolico, Monsignor Beniamino Pizziol per quanto sta facendo, con grande generosità, a servizio della Chiesa che è a Venezia. Agli eccellentissimi Vescovi della sede metropolitana patriarcale e agli eccellentissimi Arcivescovi e Vescovi della Conferenza Episcopale Triveneta dico - nell’attesa d’incontrarli di persona - il mio intenso, fraterno affetto collegiale.
Al Sindaco, al Presidente della Provincia, al Presidente della Regione e a tutte le cariche istituzionali rivolgo il mio deferente saluto e assicuro impegno per una collaborazione leale, nella distinzione dei ruoli.
L’intercessione di San Marco Evangelista, del Proto Patriarca San Lorenzo Giustiniani, soprattutto la materna intercessione della Vergine Nicopeia ci ottengano, da Dio, la grazia di rispondere a quanto Egli si attende da ciascuno di noi.
In attesa d’incontrarVi, tutti benedico con affetto".
+ Francesco Moraglia 


Noi, apprezzando grandemente la nomina del nuovo Patriarca, vogliamo semplicemente ricordare che il Presule non ha esitato neppure un attimo di scendere a fianco degli operai della sua Diocesi in lotta per il sacrosanto posto di lavoro esattamente come fece  il Cardinal Siri quando volle con tutto il suo prestigio aiutare i portuali di Genova in un momento storico particolarmente difficile per la loro categoria.
Preghiamo per il nuovo Patriarca di Venezia e per tutta la Chiesa Cattolica  !

Sull'ottimo sito http://sacrissolemniis.blogspot.com/  alcune immagini dell' annuncio della nomina del nuovo Patriarca di Venezia.

lunedì 30 gennaio 2012

DIO E' MENO IMPORTANTE DELL'ICI ? E' INIZIATO IL CARNEVALE CON IL TRAVESTIMENTO DEL LUPO ...





Dopo gli sfasci incalcolabili al tessuto ecclesiale cattolico a seguito  delle turbolenze dopo il  Concilio Vaticano II i  Vescovi Italiani stanno finalmente riproponendo una "nuova evengelizzazione"  per sostenere  i cristiani nelle "sfide" che la moderna società "laicista" e "senza Dio" impone  anche ai credenti con il sostegno  dei potentissimi mass media.
I gruppi ecclesiali di più recente formazione insistono sul concetto dell’evangelizzazione "porta-a-porta" : “ cristiani si diventa quando si incontra un altro cristiano”.
La CEI, abilissima a sfornare tonnellate di carte condite di burocraticismo,   ha emesso un documento-base che dovrebbe essere valido fino al 2010 :  Orientamenti pastorali dell'Episcopato italiano per il decennio 2010-2020: “Educare alla vita buona del Vangelo”.
Qualcuno, però, già si spinge un po’ troppo a largo, mettendo a pericolo il proseguo della giusta rotta di navigazione anche per la tentazione di fare "il primo della classe" .
Difatti in  questi difficili nostri giorni abbiamo dovuto  leggere il provocatorio appello fatto direttamente e pubblicamente al Papa dal capo carismatico di un Gruppo Ecclesiale : Noi vediamo l`urgenza di passare da una pastorale sacramentale a una pastorale di evangelizzazione".
Anche  il Presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana Mons. Luigi Conti, Arcivescovo Metropolita di Fermo il 3 ottobre 2010 nell'intervento conclusivo per il " Convegno  di tutti gli organismi Parrocchiali e Diocesani " aveva lanciato la medesima sfida ( che possiamo ascoltare dal minuto 50.20 del video linkato ). 
Ho voluto trascrivere solo la parte finale dell'intervento dell'Arcivescovo - Presidente della CEM : 
“ …ma piantatela di dire le messe
qualche volta si può fare senza messa
io spero di fare 150 diaconi prima di morire che vi possano sostituire qualche volta con la liturgia della parola
sennò a forza di dire messe noi preti rischiamo di perdere la fede perché le diciamo per voi perché siamo costretti perché dobbiamo dire 4 o 5 messe è un dramma eh , è un dramma voi che siete vicini ai vostri parroci vi rendete conto.. no?
Però insomma dico questo perché è bene che queste scelte si facciano in comunione e gli organismi di partecipazione ve lo dicevo l’anno scorso sono il luogo primario della comunione di una comunità parrocchiale”.
Quando è forte lo sconforto per l’avanzata, anche nelle nostre già devote contrade, di una società post-cristiana si cerca di ricorrere all'azione, all'impegno di evangelizzare erroneamente a scapito dell’azione santificante dei Sacramenti e della celebrazione eucaristica in particolare.
Quante volte, dalla mia adolescenza, in pieno post concilio, ho sentito il Clero accanirsi contro la pratica sacramentale "tradizionale" con frasi forti come quelle che abbiamo udito dall'Arcivescovo Conti " non vale la pena andare a Messa ... non c'è da andare a Messa se non si è coerenti ... ecc ecc ecc "
Ora tanti di quei preti, ormai vecchi, nel vedere i banchi delle chiese sempre più vuoti si rimangerebbero quello che hanno detto nella loro aitante gioventù ...
Conviene invece rileggere, anche più volte, quanto il Successore di Pietro ha detto, al riguardo, il 5 maggio 2010 : “ … Ma è possibile esercitare autenticamente il Ministero sacerdotale “superando” la pastorale sacramentale? …
E’ necessario riflettere se, in taluni casi, l’aver sottovalutato l’esercizio fedele del munus sanctificandi, non abbia forse rappresentato un indebolimento della stessa fede nell’efficacia salvifica dei Sacramenti e, in definitiva, nell’operare attuale di Cristo e del suo Spirito, attraverso la Chiesa, nel mondo." 
Io sono fermamente convinto che  la devozione al Volto Santo di Cristo ha donato benefici spirituali di santificazione personale a tutti coloro che, in vario modo, sono accorsi per riparare, attraverso la penitenza e la preghiera, al dileggio contro  Nostro Signore Gesù Cristo contenuto nello spettacolo blasfemo di Castellucci a Milano. 
La pubblica preghiera e la  penitenza in quella orrenda occasione avrebbero potuto giovare anche all’evangelizzazione dei cristiani ?
I Vescovi italiani, fatta eccezione di due, non lo ha ritenuto opportuno. Io ritengo invece che la testimonianza della preghiera pubblica, in una chiesa o in una piazza, sia l'espressione più luminosa per la "nuova evangelizzazione" specie se è stata fatta da fedeli  "poveri" , perennemente  "disprezzati" dai potentati economici e mass-mediatici.
La difesa del Volto Santo di Cristo, in occasione dello spettacolo blasfemo di Castellucci a Milano, avrebbe potuto giovare all’evangelizzazione dei cristiani ?
I gruppi ecclesiali, così avvezzi ai maxi-convegni con tante riprese tv, non lo hanno ritenuto opportuno. Mi dispiace perchè avrebbero potuto testimoniare la scomodità del Vangelo e la potenza santificante "scandalo per il mondo" della Croce di Cristo !
La difesa, attraverso la preghiera e penitenza pubbliche, del Santo Volto di Cristo, in occasione dello spettacolo blasfemo di Castellucci a Milano, poteva giovare all’evangelizzazione dei cristiani ?
Le altre comunità cristiane, anche dell’Ortodossia, non lo hanno ritenuto opportuno. Sono rimasto molto deluso dalla mancanza dei fratelli ortodossi e anche di quelli "riformati" : Cristo è il fondamento di tutti ! E' facile partecipare, bellini, bellini, ai congressi eucaristici con le candeline in mano ... se poi ci si dimentica di testimoniare, in situazioni difficili e scomode, Cristo Signore !
Attenzione, io non ho mai scritto : “ la difesa dei concetti , della dignità e della sensibilità dei cristiani” ma “ la difesa del Volto Santo di Cristo” !
La cosa è ben diversa.
Non si tratta della difesa dell’esenzione ICI o della riduzione IVA per taluni esercizi del volontariato cattolico, pur meritevoli di attenzione da parte della comunità dei fedeli, ma è la difesa del Volto Santo di Cristo cioè di quanto abbiamo di più sacro !
Aver lasciato da soli i fedeli  più sensibili al “sacro” , alla “devozione” e alla “tradizione” è stato un grosso errore, un immenso sbaglio  dei Pastori.
Primo perché anche questa categoria di fedeli deve trovare il punto di riferimento e di guida nei legittimi Pastori che, con il loro ambiguo silenzio, favoriscono l’inammissibile “fai-da-te” dei cristiani; secondo perché si invita i sempre più agguerriti anticristiani ( non i gruppi anticlericali che  potrebbero trovare anche una certa legittimazione del loro scellerato operato viste le malefatte di certo clero-imprenditore ...) a proporre sempre più tremende azioni di insulto a Cristo, alla Madonna e ai Santi.
Potrei trascrivere migliaia di interventi che i lettori di Messainlatino hanno fatto dal 23 dicembre scorso per difendere, per pura devozione, il Volto Santo di Cristo, ma ne “incollo” una assai recente scritta a commento della preghiera di sabato scorso 28 gennaio a piazza Libia a Milano : “Questo è il cattolicesimo che amo; quello che non rimane indifferente alle offese fatte al suo Signore, quello tranquillo, quello che pregando ripara...
In questa vicenda un pensiero amaro.. nessun sacerdorte o laico,nessuna associazione della mia regione… ha fatto Messe o altre forme di riparazione, sempre occupati nel sociale , testimoniano poco o niente rispetto per Dio”.
Il commentatore ha scritto bene “rispetto per Dio” !
Il “rispetto per Dio”  ha forgiato migliaia e migliaia di Martiri in ogni periodo della Storia della Chiesa.
Il “rispetto per Dio” quindi il rispetto e la difesa del Volto Santo di Cristo sarebbe stato ottimamente inquadrato nel progetto di evangelizzazione proposto dalla CEI ma non lo hanno voluto.
I Pastori non hanno ritenuto degno di attenzione il “rispetto per Dio” : ancora una volta si sono spogliati dei sacri paramenti per assumere le vesti, laiche, dei dirigenti e, peggio ancora, dei politici.
Senza l’immunità del sacrum nulla vieta a qualsiasi fedele di gridar loro il  disprezzo, sia pur nel rispetto per la sacra unzione che hanno ricevuto, affinchè, una volta pentiti e ritornati sulla via della coerenza evangelica, possano di nuovo guidare le pecorelle che sono state loro affidate dalla Provvidenza Divina.
Oportet ut scandala eveniant “. Forse con il doppio scandalo, lo spettacolo blasfemo e il colpevole silenzio dei Pastori, la Provvidenza ha voluto aprire gli occhi dei fedeli : per farci capire  che dobbiamo ormai incominciare a riconoscere e poi a scappare  dai sorrisi dei lupi travestiti da agnelli. Quelle bestie feroci, comuffate da pecore,  vorrebbero distogliere i nostri sguardi dalle cose celesti e dal “rispetto per Dio”. 
Il sacrilegio più orrendo poichè ogni nostro atto, ogni nostro guardo e ogni nostra azione deve essere rivolta verso il Volto Santo di Cristo e verso la Croce da cuio viene la nostra salvezza.
Maria, Mater Ecclesiae, ora pro nobis .

Andrea Carradori

( Foto : il  lupo travestito da agnello. 
La preghiera a piazza Libia la sera del 24 gennaio 2012- da Repubblica -)

giovedì 26 gennaio 2012

«VERY IMPORTANT PERSON» O UMILI SERVITORI DI CRISTO?



Il Concilio Vaticano II aveva avuto, tra i principali scopi, quello di riorganizzare la Chiesa, aggiornandone le strutture in modo da far fronte con maggiore efficacia alle esigenze del mondo moderno.
Una risposta, si era detto, più efficace in un’epoca in cui l'uomo stava cambiando radicalmente il modo di vivere .
Il modo d’attuazione del Concilio stupì poi gli stessi Padri Conciliari : alle caute disposizioni conciliari, rispettose in genere della Tradizione e preoccupate di non stravolgere l'aspetto della Chiesa, hanno fatto seguito, invece, iniziative assunte da certi ambienti anche nella Curia Romana nei quali si erano annidati gruppi di potere a netta caratterizzazione neo-modernista.
Atti che, in diversi casi, hanno addirittura tradito la volontà delle disposizioni conciliari e contro il proposito di quegli stessi organismi di tipo sinodale che pure erano stati vantati come una novità volta a « democratizzare » il governo della Chiesa.
Si è cercato pure di spacciare come «   azioni  pastorali per avvicinare i non credenti » talune iniziative, maledette, che si prefiggevano di  « umanizzare » la religione !
Noi sappiamo, dati statistici alla mano, che questo nefasto « spirito conciliare » , la maggior parte delle volte operante  in spregio ai testi autentici del Vaticano II, è stato la causa di tutti i più gravi mali della Chiesa che anziché inaugurare l'auspicata « nuova Pentecoste » ha visto abbattersi sulla Chiesa la crisi (e non certo di crescita!) più grave di tutta la sua storia moderna.
Malattie, ormai croniche, che tuttora affliggono la salute anche della Curia Romana , i cui membri affidiamo alla devota, costante e sincera preghiera di tutti i credenti.
Il Servo di Dio Papa Paolo VI con le sue indimenticabili parole rivolte al Clero Romano nell’ormai lontano 10 febbraio del 1978 aveva tremendamente constatato : « Uno studio calcolato si è impossessato della psicologia di alcuni, vogliamo credere pochi, confratelli nel sacerdozio per sconsacrarne la figura tradizionale; un processo di desacralizzazione si è impossessato dell'istituzione sacerdotale per demolirne la consistenza e per coprirne le rovine, una mania di lai¬cizzazione ha strappato le infule esteriori dell'abito sacro ed ha divelto dal cuore di alcuni la sacra riverenza dovuta alla loro stessa persona, per sostituirvi una ostentata vanità del profano e talvolta perfino l'audacia dell'illecito e dello spregiudicato ».
Noi che per una triste sorte anagrafica abbiamo osservato da decenni il triste avvicendamento di certi gruppi ecclesiali per arrivare all’ascesa NON del Monte del Signore, che appartiene a chi ha cuore innocente e mani pure, proviamo ancora   disgusto per la lettura sui quotidiani o per  l’ascolto in trasmissioni TV di documenti che sarebbero dovuti restar ultra-segreti, per la natura stessa del contenuto e per coloro a cui erano indirizzati.
Invece alcuni curiali non hanno resistito alle tentazioni mondane e, nonostante l'attuale Papa abbia coraggiosamente indicato per quale via i Consacrati debbano transitare per giungere alla salvezza della loro anima e soprattutto per condurre a Dio le pecorelle che sono state loro affidate, esattamente come avvenne alcuni decenni fa, hanno riaperto l'infame  circo che nel giro di pochissimo tempo si è popolato di gladiatori e di belve feroci per esibirsi nel peccaminoso gioco del consolidamento del potere e nella ricerca di  potenza e di prestigio ...
In questo squallido gioco al massacro, prima che la pesante Mano del Giusto Giudice cadrà per rendere giustizia alla Mistica Sposa di Cristo, il degno e il giusto soccombono mentre l’abile e il furbo trionfano.
Nonostante le sempre più frequenti ammonizioni del mite e fin troppo misericordioso Successore di Pietro, che ha raccolto un’eredità  tremendamente difficile, la cupidigia di potere e l’orgasmo delle promozioni hanno distolto le menti dalle evangeliche aspirazioni di troppi curiali.
Ma il fedele, a cui sta a cuore le sorti della Chiesa, al di fuori della quale non c’è salvezza, invoca umilmente la Giustizia Divina “Non c'è sincerità sulla loro bocca, è pieno di perfidia il loro cuore; la loro gola è un sepolcro aperto, la loro lingua è tutta adulazione. Condannali, o Dio, soccombano alle loro trame, per tanti loro delitti disperdili, perché a te si sono ribellati”.
Il Papa, questo meraviglioso Papa, a cui, come sottolineavo sopra,   è stata addossata una pesantissima eredità, è stato lasciato solo, come un agnello sacrificale, mentre con odio demoniaco il mondo " laico", padrone dei mass-media, le armi più efficienti e micidiali, gli addossava le più incredibili colpe ... 
Fa senso ora leggere che  la struttura curiale, reagendo indignatamente, non permette che i collaboratori del Papa possano soffrire la stessa sorte del Bianco e mite Successore di Pietro.
Qualcuno ha scritto pure che il silenzio che tace il male per non far scandalo si trasforma in complicità. Viene citata, anche troppo,  la famosa frase evangelica 
 « Oportet ut scandala eveniant » . 
Anche l'energica Santa Caterina da Siena disse che " a forza del silenzio che il mondo si è imputridito", ma in questo perverso  "gioco al massacro" mi pare sia saggio ritornare alla sana cultura popolare che nel famoso proverbio :  " i panni sporchi si lavano in casa" ha una salutare elevatura umana e cristiana.
Mentre dobbiamo tristemente constatare che i veri nemici di Cristo e della Sua unica Chiesa sono riusciti a far scoppiare uno scandalo curiale persino in questo Pontificato, che si sta distinguendo per l' impostazione evangelica sobria ed efficace.
Ovviamente  la santità dei Consacrati e tanto più l'evidente miglioramento della Curia Romana, che tende alla perfezione evangelica in questo fulgido pontificato, non piace al demonio e ai suoi alleati ... ecco spiegato l'ennessimo attacco al Bianco Padre .
Per questo dobbiamo centuplicare la nostra preghiera alla Santissima Vergine Maria  , Mater Ecclesiae, affinchè protegga sotto il Suo manto la Santa Chiesa assistendo maternamente il Papa e tutti i Consacrati ! Amen.

Andrea Carradori

sabato 21 gennaio 2012

TRIBUS MIRACULIS. TRIBUS TAPIRORUM AUREORUM. I NEOCATECUMENALI AL RITORNO DA ROMA.



Ieri, 20 gennaio, avevo avevo messo in valigia tre incantevoli “tapiri d’oro” realizzati in metallo ad uno dei quali, non potendo incolare una  fascia, avevo fatto applicare un bordo paonazzo.
Nel pomeriggio di oggi, festa di Sant’Agnese, avrei consegnato i tre tapiri ad altrettanti onestissimi lavoratori della Vigna del Signore.
Avevo acquistato i tre tapiri d’oro dopo che un anziano sacerdote, assai vicino al Cammino Neocatecumenale, un mese fa mi aveva detto  che i Neocatecumenali sarebbero ritornati dal pellegrinaggio “ad limina Apostolorum ” di ieri 20 gennaio portando  tre doni, che avrebbero ricevuto dal Papa : l’approvazione definitiva della Liturgia, con la Comunione ricevuta rimanendo seduti; il placet ai riti che sono “propri” del cammino ed infine il “grazie” della Chiesa  per quanto, in tutto il mondo, sta facendo  il Cammino.
Ma i tapiri ormai li avevo comprati.
Considerato che stiamo in tempo di recessione economica li ho riciclati.
Ad uno ho  tolto il bordo paonazzo applicando al muso un pezzo di un fazzoletto di carta con cui si è soliti asciugare le lacrime : “sunt lacrimae rerum” . 
Quel tapiro sarà destinato all’anziano sacerdote, vicino al Cammino Neocatecumenale, che ieri non ha ricevuto l'atteso dono per i suoi amati  e prediletti figli .
In verità ne avrebbe meritati due  : senza il sognato regalo romano dell 'approvazione per la liturgia inventata dai responsabili del Cammino, ha avuto  l’automatica conferma del ( a suo dire)  "sorpruso" subìto dal Vescovo Diocesano ( che Dio lo benedica ) che ha preteso che nelle Liturgie presiedute da lui la Comunione deve essere amministrata come previsto dal Messale Romano.
Al secondo tapiro ho incollato, nella base, un piccolo ritaglio di uno spartito musicale . 
Quel tapiro è destinato ad un caro, leale e schietto (il vostro parlare sia si,si,no,no ciò che è in più viene dal maligno ) Rettore di un Santuario Internazionale a cui viene attribuita, unilateralmente, la mancata accoglienza di un numeroso gruppo Neocatecumenale due mesi fa … episodio controverso che vede due versioni diametricalmente opposte.
Da tempo mi sono messo in un atteggiamento di osservazione del fenomeno neocatecumenale, che, assieme al Rinnovamento nello Spirito, ha cambiato la religiosità della mia amata Regione .
I “frutti”, soprattutto sacerdotali e religiosi, del Cammino ci sono e stanno salvando parrocchie, monasteri e interi paesi dalla mancanza di preti e di claustrali.
I “frutti” del missionariato di famiglie intere che , dopo aver lasciato il lavoro, si recano in località assai difficili per annunciare e testimoniare il Vangelo, ci sono. 
Chi lo farebbe ? Noi che stiamo sempre incollati al computer ? 
Eppure quelle famiglie che fanno parte del Cammino lo fanno !
Lo ha fatto Andrea Pianesi morto, in  giovane età, in Africa mentre annunciava il Vangelo lasciando la moglie e 6 figli piccoli !
I “frutti” della generosa donazione di una parte delle proprie ricchezze alle necessità del Cammino, ci sono e vengono apprezzati soprattutto nel loro significato ecclesiale.
Ma quando dico queste cose mi arrivano contro  le urla di disapprovazione  di preti e di fedeli, non solo dal fronte tradizionalista, anzi ...
Ho visto dei  parroci addirittura piangere ogni qual volta sentivano parlare dei Neocatecumenali e, persino un già caro amico missionario, che mi ha tolto il saluto, mi ha dato del "traditore" perchè, secondo lui, io sosterrei il Cammino quando ricordo, nelle riunioni ecclesiali, i “frutti” di cui sopra.
Insomma i Neocatecumenali sono un  segno di contraddizione” che, a parte le loro liturgie inventate a tavolino quindi da rifuggire senza se e senza ma, mi stanno più simpatici di altri gruppi ecclesiali perchè sono indigesti ai modernisti e ai progressisti.
Presi di mira in due fuochi, dal mondo tradizionalista e da quello progressista, i Neocatecumenali si difendono, assai bene, con l’arma della furbizia, com’è avvenuto ieri.
Ho fatto “analizzare” il testo pontificio ed alcuni comunicati stampa di agenzie vicino al Cammino da un mio amico, attento giurista cattolico, temuto e rispettato da tutti . 
La sua risposta è stata : “Dal poco che ho potuto leggere sinora, non parrebbe ci sia stata la nuova approvazione di una particolare liturgia sacramentaria, ma i toni dei messaggi sono stati comunque così alludentemente ambigui, da permettere ai Neocatecumenali di farlo credere ai fedeli sprovveduti (che costituiscono la grande maggioranza) . Come dicevo, purtroppo, il solito pasticcio”.
In conclusione gli amici marchigiani Neocatecumenali avrebbero dovuto tornarsene da Roma con tre doni ma si dovranno accontentare dei miei due tapiri d’oro,  pure riciclati ...
Sembrerebbe che debba avanzare un tapiro.
Non avanzano mai i tapiri quando si parla dello status della Curia romana nei nostri giorni.
C'è sempre un curiale meritevole di ricevere un tapiro d'oro : difatti quello rimanente sarà consegnato a due miei amici di due Congregazioni romane per far ornare “aeque principaliter i loro severi uffici.
Anche se gli scarni uffici si trovano in due palazzi e in due piazze diverse : il tapiro d'oro potrà stare sei mesi in uno studio e sei mesi in un altro.
Non posso, infatti, a questo punto assegnare il tapiro d’oro ad uno dei due fin tanto che , con uno stile curial-italiano, si scambiano reciprocamente le responsabilità …
Ha ben commentato un arguto amico : “ Anche nella Chiesa, tutto all'italiana! Si dice, si disdice, si parla sotto metafora, una botta al cerchio e una alla botte, non ci si sbilancia e tutto procede, ma stentatamente , senza entusiasmo e fiducia! 
C'è da ringraziare Dio se si possiede una fede della quale si è convinti! Se si dovesse prestare ascolto ai suoi ministri, dall'alto al basso, diverremmo tutti miscredenti”!
Non posso e non voglio ritornare alla fabbrica nel paese “ uno dei più bei Borghi d’Italia” per acquistare altri tapiri d’oro … ma temo che, prima o poi, dovrò farlo ...

Andrea Carradori











giovedì 19 gennaio 2012

LA SEGRETERIA DI STATO VATICANA, A NOME E PER CONTO DI PAPA BENEDETTO XVI, BENEDICE COLORO CHE CON FERMEZZA MANIFESTERANNO CONTRO L'OPERA BLASFEMA DI CASTELLUCCI AL TEATRO PARENTI DI MILANO




Segreteria di Stato
Prima Sezione - Affari Generali

Dal Vaticano, 16 gennaio 2012

Reverendo Padre,

con stimata lettera dell' 8 gennaio corrente, Ella ha voluto esprimere sentimenti di devozione al Sommo Pontefice, segnalando un'opera teatrale attualmente rappresentata in Italia che risulta offensiva nei confronti del Signore Nostro Gesù Cristo e dei cristiani.
Sua Santita ringrazia vivamente per questo segno di spirituale vicinanza e, mentre auspica che ogni mancanza di rispetto verso Dio, i Santi e i simboli religiosi riscontri la reazione ferma e composta della Comunità cristiana, illuminata e guidata dai suoi Pastori, Le augura ogni bene per il ministero e invia di cuore l'implorata Benedizione Apostolica.
Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinta stima

dev.mo nel Signore
Mons. Peter B. Wells, Assessore

____________
Reverendo Signore
Convento San Domenico
Piazza San Domenico, 13
40124 BOLOGNA

martedì 17 gennaio 2012

UN VERO PASTORE : LE CHIARE PAROLE DI MONS.LUIGI NEGRI SULLO SPETTACOLO BLASFEMO DEL REGISTA CASTELLUCCI


Quando la Chiesa non può tacere

di Luigi Negri*
16-01-2012


Sulla vicenda della rappresentazione teatrale “Sul concetto di volto del Figlio di Dio”, in programma a Milano dal 24 al 28 gennaio, che tanto fa discutere per il suo contenuto blasfemo e per le manifestazioni annunciate da diversi gruppi cattolici che propongono messe e preghiere di riparazione, abbiamo sentito il vescovo di San Marino-Montefeltro, monsignor Luigi Negri.


"Intervengo sulla base delle notizie lette e ascoltate in questo periodo. Notizie che sono a volte confuse e contraddittorie sui dettagli, ma chiare quanto alla sostanza, provengono da fonti diverse e certamente perciò non sono ideologicamente condizionate.

Mi pare che innanzitutto ci sia da dire che questo è un episodio miserevole dal punto di vista della espressione, non dico artistica, ma dell’espressione umana. Ed è certamente la conferma di quello che ho già detto immediatamente dopo gli scontri di Roma del 15 ottobre scorso, in ordine alla distruzione della statua della Madonna: il filo conduttore, che unisce espressioni che apparentemente sembrano divergere moltissimo, è l’anticristianesimo.

Ormai l’ideologia dominante è quella anticristiana, quella che tende all’abolizione sistematica della presenza e dell’annunzio cristiano, sentito come una anomalia che mette in crisi questa omologazione universale operata dalla mentalità laicista, consumista, istintivista.

Quindi da questo punto di vista il giudizio non può che essere inappellabilmente negativo: è un’espressione meschina di una volontà di eliminare la tradizione cristiana, in questo caso colpendo il contenuto fondamentale della fede. Colpendo l’immagine e la figura di Gesù Cristo nei confronti del quale nella scritta finale – credo che apparirà ancora malgrado tutte le modificazioni a cui in qualche modo sono stati costretti – apparirà il rifiuto di essere figli di Dio. E quindi si manifesta la volontà di sostituire alla figliolanza divina la proclamazione della propria autonomia e autosufficienza, che è stato il delirio della modernità.

C’è poi il problema della reazione. Su questo io mi devo avventurare con molta circospezione perché non intendo prestare il fianco a nessuna critica nei confronti di altre Chiese o di altri confratelli. Sono stato molto lieto nell’apprendere che - in situazione analoga - la Chiesa francese e in particolare il capo della Conferenza episcopale francese, il cardinale di Parigi, ha proposto un gesto rigorosamente penitenziale in ordine a questa blasfemia implicando la struttura fondamentale della Chiesa.

Io mi chiedo questo, e su questa domanda mi fermo: una Chiesa particolare - o una connessione di Chiese particolari che aderiscono alle Conferenze episcopali nazionali - che non reagisca in termini assolutamente essenziali e pubblici a questo attacco violento alla tradizione cattolica, io mi chiedo: se non interviene su questo punto, su che cosa interviene?

Che cosa mette più in crisi la possibilità di una comunicazione obiettiva della fede di questa serie di iniziative tese a screditare, a criminalizzare, a corrompere la nostra tradizione? Certo che se le Chiese cosiddette ufficiali – ma il termine mi è assolutamente ostico perché la Chiesa è una sola, non è né quella ufficiale né quella carismatica, la Chiesa è il mistero del popolo di Dio nato dal mistero di Cristo morto e risorto e dall’effusione dello Spirito, quindi c’è una Chiesa sola –; se la Chiesa non reagisce adeguatamente in modo certamente non rancoroso, non livido, assumendo in senso uguale e contrario l’atteggiamento demenziale di questi parauomini di cultura; se non reagisce la Chiesa, allora necessariamente possono intervenire in maniera protagonistica gente o gruppi che nella Chiesa non hanno a cuore soltanto la difesa della Chiesa ma hanno a cuore l’espressione legittima delle loro convinzioni.

Allora poi non si dica che la protesta è dei tradizionalisti; la protesta è dei tradizionalisti perché la Chiesa come tale non prende una posizione, che a me sembrerebbe assolutamente necessaria.

Nella mia diocesi non è previsto lo spettacolo, fortunatamente. Questo è il vantaggio delle piccole comunità diocesane, ai margini del grande impero massmediatico. Ma nel caso che nella diocesi di MIlano questo spettacolo si verificasse effettivamente, io devo considerare che sono ancora immanente alla Chiesa di Milano e vi sarò finché campo. Sono capo, sono padre della Chiesa di San Marino-Montefeltro, ma sono figlio della Chiesa di Sant’Ambrogio e di San Carlo, nella quale ho ricevuto il battesimo e tutti i sacramenti fino all’ordinazione episcopale. Non potrò quindi non considerare una presa di posizione discreta, misurata, che dica il dissenso di un vescovo di origine ambrosiana nei confronti di quello che accade nell’ambito della società milanese".

* Vescovo di San Marino-Montefeltro

sabato 14 gennaio 2012

SULLO SPETTACOLO BLASFEMO DI CASTELLUCCI : " si dovrà rispondere del proprio operato su questa terra a quel Dio che spesso abbiamo oltraggiato come in questo caso"


 " E' triste constatare l'accanimento sempre crescente contro la figura del Cristo. Tempo fa, al festival di Venezia, in un film, Martin Scorsese (“l’ultima tentazione di Cristo) si vede un Gesù solo terreno, sposato con la Maddalena con relative scene d'amore.
A questo proposito ricordo un gesto di inaudita forza morale di un’umile signora che al passaggio di questi cinematografari gnostici, con lo sguardo rivolto a terra, alzò un cartello dove si leggeva: Gesù è Dio. Ricordo che mi commossi molto e immagino (o perlomeno spero) che molti di quei personaggi fossero scossi.
A volte un gesto cosi significativo vale molto di più di mille discorsi !
La causa di tutto questo antagonismo fa parte di quel misterium iniquitatis che ci accompagna da sempre.
Probabilmente per certi intellettuali deriva dal fatto che Gesù tratta a "pesci in faccia" i sapienti e i potenti. Questi che si ritengono gli illuminati, il sale della terra, non concepiscono di esser trattati in questo modo e dai tempi degli scribi e farisei questo astio è sempre stato presente.
A questo Castellucci, (che sicuramente farà parte di questa categoria) non-credente nella divinità di Gesù Cristo, mi sentirei di rispondere come rispose un certo Bryan Houghton, (convertito inglese al cattolicesimo), ad un suo amico il quale gli chiedeva come era possibile che un uomo intelligente come lui potesse ancora credere al Cristianesimo. Passi credere in Dio, ma in Cristo, in quell'insieme di miti orientali che sono i Vangeli, no e poi no.
Hougthon replicava in questo modo:
"In tutte le religioni o irreligioni quell'Essere non-contingente che chiamiamo Dio gode della sua Onnipotenza, nell'eterna felicità di una perfezione infinita. Dio beato, si gira eternamente i pollici. Intanto però crea esseri contingenti, noi, ai quali distribuisce sofferenze e sventure. Per colmo si crede che esiga da noi che si soffra nobilmente, fino al martirio, per l'onore del suo nome. In questo modo poichè non esiste nobiltà più alta che la sofferenza nobilmente sopportata, l'uomo diviene più nobile di Dio.
Dio è una sorta di poltrone, magari sadico, che esige dagli altri ciò che non fa egli stesso.
E' dunque qui che risiede la Rivelazione fondamentale del Cristianesimo, la sua novità sconvolgente e unica: Dio non è ne’ un poltrone ne’ un sadico. Non esige dagli altri che sopportino ciò che non è disposto a sopportare egli stesso. In effetti si è incarnato proprio per fare in quanto uomo ciò che non poteva fare in quanto Dio: Soffrire il Soffribile. Per quanto mi sembra che, se almeno una religione è vera, è il Cristianesimo che lo è; esso solo rende Dio più nobile dell'uomo. Noi creature abbiamo il nostro fardello di disgrazie e di sofferenze, ma sappiamo che il Dio creatore questi fardelli li ha portati tutti.
E' possibile (Hougthon chiede all'amico) che una dozzina di popolani galilei abbia inventato questa prospettiva prodigiosa, che è la sola che può salvare l'onore di Dio ? “
Fin qui Hougton; io di mio aggiungerei che se non ci fosse Gesù Cristo personalmente sarei potuto essere benissimo ateo o nel migliore dei casi agnostico, giusto come lo sarà Castellucci.
Infatti in tutte le altre religioni, compresa l’ebraica e la musulmana ,dio è messo alle corde dal problema del male e della sofferenza, tanto è vero che moltissimi ebrei persero la fede dopo l’olocausto.
Il dio che permette il male e la sofferenza senza parteciparvi è un dio che non merita adorazione, perché, come dice Hougthon, l’uomo sofferente è migliore moralmente di questo dio.
Che passava per la mente di questo dio quando ha permesso la pazzia, il cancro; oppure quando decise di togliere ai vecchi la possibilità di controllare l’orina, gli escrementi o quando permette di far nascere i deficienti, i focomelici, gli spastici ?
L’unica possibilità di cavarsela sarebbe di non esistere e se esistesse, dicevano i rivoluzionari parigini del 1789 bisognerebbe fucilarlo, perché, oltretutto, ha deciso di far piangere i bambini.
Ecco, immagino forse sia questa una delle cause del rifiuto dei non-credenti, (che non tengono in conto la sofferenza del Cristo) della loro chiusura al Cristianesimo, ritenuto responsabile dei mali del mondo.
Castellucci non fucila il Cristo come i rivoluzionari parigini, ma fa una cosa simile: lo lapida, lo smerda.
Da qui si può constatare quindi che il pensiero moderno razionalista e positivista, la riflessione filosofica e quant’altro è sempre inferiore alla profondità del pensiero teologico di duemila anni di Cristianesimo, e ai Castellucci di questo mondo (quelli che non credono alla Rivelazione cristiana) vorrei aggiungere che il Dio di Cristo ci si è rivelato assumendo tutte quelle caratteristiche che gli uomini da sempre considerano l’opposto stesso della divinità e cioè l’umanità, la debolezza, il disonore, l’abbandono, la morte, l’umiltà.
Obiettivamente, chi poteva inventare un Dio di questo genere, se non ci fosse stato rivelato ?
Come si poteva inventare nella terra di Palestina di allora che un uomo fosse uguale a Dio ? questo poteva avvenire dappertutto nell’antichità, meno che in Palestina dove rappresentava il più grande sacrilegio che un pio ebreo di allora (e anche di oggi) potesse commettere.
Chi poteva inventare l’assurdità della Croce, addirittura nascosta dai primi cristiani perché se ne vergognavano ?
Un Dio che muore sulla croce !
Assurdo ! era il modo di morire dell’ultimo degli schiavi !
Per cui uno si chiede come abbia fatto ad avere successo questa religione masochista dei cristiani; a viste umane questa era una fede che doveva fallire in partenza, nella culla, invece, caro Castellucci, dura da duemila anni per il semplice motivo che è divina.
Se tutto ciò non convince, c’è sempre, in ultima analisi, da prendere in considerazione per salvare la propria anima il suggerimento dato da Benedetto XVI ai non-credenti che cercano Dio e non lo trovano: “vivete come se Dio esistesse” e quindi comportatevi di conseguenza rispettando la legge naturale (laica) che è in voi che vi suggerisce di fare il bene e di evitare il male e che in religione è l’equivalente dei Comandamenti.
Oppure prendere in considerazione quel che diceva Pascal nella famosa scommessa: secondo il calcolo delle probabilità i non-credenti hanno il 50% dei casi di aver ragione, l’altro 50% lo debbono però riconoscere ai credenti; con la differenza che se hanno ragione i Castellucci vari non lo sapremo mai perchè cadremo nel Nulla.
Se, al contrario, hanno ragione i credenti, si dovrà rispondere del proprio operato su questa terra a quel Dio che spesso abbiamo oltraggiato come in questo caso. Non dico di più…i Castellucci traggano le loro conclusioni ".
F.V.

venerdì 13 gennaio 2012

"SUL CONCETTO DEL VOLTO DI DIO" SANTO ROSARIO IN RIPARAZIONE DELLO SPETTACOLO BLASFEMO IN PROGRAMMA AL TEATRO PARENTI DI MILANO

Sta suscitando polemiche e indignazione la tourné italiana dello spettacolo di Romeo Castellucci dal titolo "Sul concetto del volto del Figlio di Dio". Lo spettacolo sarà messo in scena al teatro Parenti di Milano il prossimo 24 gennaio. Dopo le vivaci reazioni di numerosi cattolici francesi … è adesso l'Italia che lentamente comincia ad agitarsi per una pièce nella quale il volto di Cristo viene preso a sassate... Il punto è che l'opera è meramente scatologica –come afferma lo stesso regista - non si apre ad alcuna prospettiva di redenzione e salvezza. Il Cristo gnostico, tanto caro all'arte contemporanea, è un masochista, è specchio di una decadenza, di una umiliazione, di una consunzione della quale ci si compiace perché non si vede altra via d'uscita.
Lo afferma il regista stesso in una voltairiana missiva rivolta ai suoi detrattori: "Questo spettacolo è una riflessione sul decadimento della bellezza, sul mistero della fine. Gli escrementi di cui si sporca il vecchio padre incontinente non sono altro che la metafora del martirio umano come condizione ultima e reale."
Condizione ultima: la decomposizione è il destino dell'uomo, persino di quel Cristo che ha annunciato di aver vinto la morte. La realtà umana è un carcere di materia putrescente, escrementizia. Questo è il senso dell'opera di Castellucci, che di spirituale ha ben poco, al massimo il tipico contorsionismo esistenzialista del teatro d'avanguardia. La sua opera d'altronde non la ritiene blasfema perché l'immagine di Cristo che vi assiste inerte è quella di un grande sapiente e non del Redentore” . Da fidesetforma.
Questo inaudito e micidiale evento blasfemo segna l'inizio ufficiale (acerrima anteprima di prossime persecuzioni) della Crocifissione dell'intera Chiesa, Sposa di Cristo e Suo Corpo Mistico.
SIAMO TUTTI INVITATI A PARTECIPARE ALLA RECITA DEL SANTO ROSARIO A MILANO davanti al Teatro F. Parenti via Pier Lombardo, 14 (zona corso Lodi) Milano - martedì 24 gennaio 2012, ore 19:30 - 22.30 per la "prima" dello spettacolo blasfemo e sabato 28 gennaio 2012 dalle ore 19:00
Doverose informazioni :
1)  Ci sarà SOLO la recita del Santo Rosario : nessuna irruzione in teatro! Si rischiano accuse e definizioni infondate e ingiuste (quali "cattolici vicini all'estremismo di destra" ecc) nulla di più falso : "Candidi come colombe ma astuti come serpenti" .
2) Verrà organizzato un servizio d'ordine interno per bloccare gli "esagitati esterni" che faranno SOLO del male alla manifestazione;
3) Sarà impugnato SOLO il Santo Rosario che sarà recitato interamente, inginocchiati pregando ovviamente per la conversione dei bestemmiatori;
4) La preghiera riparatoria sarà fatta in piena unità tra tutti i Cattolici (nella lotta contro il Nemico non ci sono "Tradizionalisti" e non Tradizionalisti") e  con gli altri Cristiani (speriamo che possano intervenire anche altri fedeli di altre confessioni cristiane).
5) NON ci sarà alcun vessillo politico : la Santa Croce è la SOLA nostra bandiera !
Su tutti i siti cattolici, messainlatino, fidesetforma, difenderelaverafede, sacripalazzi , famigliaeciviltà, lepanto ecc ecc ecc ci saranno gli approfondimenti circa la  preghiera di riparazione a Milano.

Gli Amici di San Patrignano, che parteciperanno al S. Rosario davanti al Teatro Parenti di Milano sabato 28 gennaio 2012, hanno inviato questa "loro" bella preghiera al Volto Santo di Gesù.
" Noi vi adoriamo, Divino Volto del nostro Signor Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dai nostri peccati e per il Cuore Immacolato di Maria, vostra Madre, e per San Giuseppe, suo Sposo, vi domandiamo la grazia di poter perseverare fino alla fine e di potervi difendere anche a costo della nostra vita. Amen
Eterno Padre, noi vi offriamo il Volto adorabile di Gesù, vostro amato Figlio, per l’onore del vostro Santo Nome, per il trionfo della Chiesa, per la salvezza della nostra Patria e del mondo intero.
O mio Gesù, guardateci con misericordia, volgete il Vostro volto a ciascuno di noi, come già lo volgeste alla Veronica, non perché lo vediamo con gli occhi del corpo, noi non lo meritiamo, ma fate che lo veda il cuore affinché, ricordandovi, ci sia dato di sempre attingere a questa sorgente di forza il vigore necessario ai combattimenti che ci si preparano. Cosi sia
Volto Santo di Gesù - che io ti ami sempre più
Volto Santo del Signore – resta impresso nel mio cuore
Mostrateci, o Signore, il vostro Volto e saremo salvi "
Andrea Carradori




mercoledì 11 gennaio 2012

PETRIOLO : LA FESTA DI SANT'ANTONIO ABATE E LE PAGNOTTELLE


PETRIOLO (MC): PER LA FESTA DI SANT’ANTONIO ABATE LA CONFRATERNITA DEL SANTISSIMO SACRAMENTO DISTRIBUISCE PAGNOTTELLE TRADIZIONALI


Le tradizioni popolari o usanze religiose hanno sempre seguito le scadenze calendariali da gennaio a dicembre. La vita paesana di Petriolo era un tempo ricca di colore tutto proprio, non privo di gusto e genialità. Le usanze religiose, inserite nel ciclo liturgico dell’anno, scandivano gli appuntamenti più importanti della vita del paese. Oggi purtroppo molte di queste usanze si sono perse o sono state cancellate dalla liturgia attuale. Grazie all’operato della Confraternita del Santissimo Sacramento, tante tradizioni religiose sono comunque rimaste vive seppur la partecipazione non susciti lo stesso interesse di un tempo. Il 17 Gennaio, giorno della festa di Sant’Antonio Abate protettore del bestiame, la Confraternita celebra l’antica benedizione delle “pagnottelle de Sant’Andò”. Nella notte della vigilia di questa ricorrenza, la leggenda vuole che il Santo passi per ogni stalla e parli con gli animali per assicurarsi della loro buona custodia e cura. Pertanto i contadini provvedono a far sì che tutto sia in ordine e che venga concessa anche una doppia razione di mangime, volgarmente detta “satollacciù”. In questo giorno molti fedeli giungono nel Santuario della Madonna della Misericordia per prendere parte alla celebrazione della Messa e per confessarsi. La Confraternita, inoltre, in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, è consueta offrire a tutti i partecipanti un ricco buffet composto da pizza e bibite. Terminato il momento conviviale, la Confraternita è solita omaggiare i presenti con “pagnottelle” benedette e un classico souvenir: il calendario del “Lunario Campagnolo”. Nonostante il tentativo delle nuove tecnologie di prendere il soppravvento, c’è chi ancora oggi rimane fedelmente attaccato a quelle che sono le classiche tradizioni del passato. Come la Confraternita del Santissimo Sacramento di Petriolo che ogni anno ha come obiettivo quello di preservare quel patrimonio di valori ed usanze religiose che altrimenti rischierebbe di estinguersi.

martedì 10 gennaio 2012

" INTEGRALISTI E FANATICI" GIA' VEDO I TITOLI DEL CORRIERONE E DI REPUBBLICA ... MA IL CLERO E I POLITICI "CATTOLICI" COSA FANNO ?

Dal 23 dicembre scorso Messainlatino ed altri Siti Cattolici stanno informando i propri lettori e l’opinione pubblica che prossimamente nella Città di Milano ci sarà la rappresentazione di uno spettacolo teatrale che, nella tournèe in Francia, è stato oggetto di un’audace contestazione da parte di numerosi giovani cattolici a causa dei contenuti altamente blasfemi, vere e proprie bestemmie, scagliate contro  Nostro Signore Gesù Cristo e il Suo Volto Santissimo.
Diversi dei giovani contestatori francesi sono stati educati in seno alla Fraternità Sacerdotale San Pio X : per questo alcuni mass media hanno “liquidato” la contestazione come il  frutto dell' integrismo e del  fanatismo. Niente di più falso !
In realtà i francesi autenticamente cattolici sono assai più coraggiosi di noi perché conservano nella memoria una delle più terribili persecuzioni inflitte alla Chiesa durante la “rivoluzione- detta- francese” . Per questo non hanno esitato di dare prova di fedeltà a Cristo cercando di interrompere lo spettacolo pur sapendo che sarebbero stati flagellati dalla stampa “conformista”. Hanno voluto seguire coraggiosamente le orme dei Martiri che preferirono la persecuzione piuttosto che cedere alla violenza di coloro che cercavano di distruggere la Fede nel suolo francese : «Nulla anteporre all'amore di Cristo» !
Il mio vero timore, tuttavia, non sta nelle persecuzioni esterne alla Chiesa, come saggiamente ci ha recentemente ricordato il Santo Padre Benedetto XVI, ma nel tradimento dei Chierici, cosa non nuova nel corso della storia della Chiesa, i quali, avendo da diversi decenni la mente protesa verso il prurito di novità e verso il dialogo con tutti, non si limiteranno a dimenticare questo ulteriore atto sacrilego contro Nostro Signore ma addirittura di cercarne una giustificazione
Queste mie considerazioni sono, in realtà, l’elaborazione di alcuni interventi che i lettori di MiL hanno scritto negli ultimi post sull'inquietante argomento.
Ho fatto precedere un doveroso ricordo dei Santi  Martiri vittime della persecuzione iconoclasta in Oriente.
Andrea Carradori

Dall’intimo del cuore dell’uomo sgorga una delle più belle invocazioni, che spesso diventa un grido d’angoscia :
“ Di te ha detto il mio cuore: "Cercate il suo volto"; il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto”.
Ci sono molte altre invocazioni al Volto di Dio che il Salmista propone alla nostra meditazione.
Il Volto di Dio si è rivelato nel nostro Divin Redentore Gesù Cristo : “quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna”.
I pastori e i Magi contemplarono per primi il Volto Santo di Dio, fatto uomo.
Cristo Signore, pur essendo di natura divina, espose il Suo Sacratissimo Volto per farsi “Uomo dei dolori che ben conosce il patire” affinchè dalle Sue sante piaghe noi potessimo guarire e ricevere grazie su grazie.
La Santa Chiesa ha dato sempre onore al Volto Santo di Cristo Signore venerando, in primis, i sacri lini della Sindone e della Veronica.
La pia tradizione attribuì a diverse Icone del Divin Redentore e della Sua Santissima Madre il titolo di acheiropita, non dipinte da mani d’uomo.
Anche a seguito della diffusione dell’Islam si propagò in Oriente l’eresia iconoclasta in risposta alla quale Papa Gregorio III originario della Siria, il 1°novembre 731 convocò un sinodo a Roma con 93 vescovi deliberando la scomunica per tutti gli avversari delle immagini sacre : «In futuro, chiunque strapperà, distruggerà, disonorerà, insulterà le immagini del Signore, quelle della sua santa Madre, o degli apostoli,... non potrà ricevere il Corpo e il Sangue del Signore e sarà escluso dalla Chiesa».
Nella prima fase dell’eresia iconoclasta dell’Imperatore Leone III furono perseguitati il Patriarca di Costantinopoli, poi deposto, San Germano , Autore del De haeresibus et synodis, scritto tra il 730 e il 733, dal quale apprendiamo che ci furono molte distruzioni di icone e di affreschi, le reliquie dei santi vennero profanate e moltissimi iconoduli furono mutilati; e i Santi Giorgio di Cipro e Giovanni Damasceno.
Tra quelli che conseguirono la corona del martirio a causa dell’eresia iconoclasta ricordiamo santo Stefano il Giovane, eremita sul Monte sant'Auxenzio, in Bitinia, san Mamas, martirizzato nel circo alla presenza dell'imperatore, san Pietro il Calybita, gettato in mare; san Giovanni, igumeno del monastero di Monagria, gettato in un sacco e sprofondato in mare perché si era rifiutato di calpestare l'icona della Madre di Dio e, infine, san Paolo di Creta, arrestato nel suo monastero dal generale Teofane Lardatyris. Questi mostrandogli un’icona del Signore crocifisso e i terribili strumenti di tortura, gli propose di scegliere tra calpestare l'immagine sacra o essere consegnato ai supplizi; per risposta, il Santo si inginocchiò e baciò l'icona con devozione. I soldati lo presero e lo sospesero a testa in giù su un rogo.
Il 25 agosto del 765 diciannove alti funzionari iconofili furono arrestati e condotti nell'Ippodromo dove trovarono la morte. Molti monaci cercarono rifugio in luoghi solitari per continuare la loro vita ascetica, come il monte Athos, in quel tempo disabitato: così vi si stabilirono numerosi asceti, come san Pietro l'Athonita e sant'Eutimio il Giovane, spesso rappresentati negli affreschi dei monasteri della Santa Montagna.
Le nefaste conseguenze dell’eresia iconoclasta ebbero fine, grazie alle deliberazioni del Concilio di Nicea II, l’11 marzo 843, giornata festiva per i nostri fratelli Ortodossi.
Ai Santi Martiri Orientali si aggiunge la numerosissima schiera di coloro che hanno difeso con il loro sangue la santa Dottrina della Chiesa e la venerazione delle Immagini Sacre : uccisi “in odium” a Cristo e alla Sua unica Chiesa nella riforma protestante e anglicana, nella rivoluzione detta francese, nelle persecuzioni nazista e comunista , nelle terre di missione e in ogni parte del mondo nei tristissimi giorni che ci è dato di vivere.
La tristezza, che diviene angoscia, ci è soprattutto inflitta poichè dobbiamo constatare che stragrande maggioranza dei cattolici, clero, religiosi e fedeli, è pronta a fare come Pilato : che Gesù sia consegnato ai carnefici.
Difatti, nel più puro stile "liberal-liberista" acconsentiamo che che la   Parola di carità, di amore e di perdono del nostro Divin Redentore sia lasciata al linciaggio mediatico… 
Noi, per amore dei nostri onnipotenti interessi, non ce la sentiamo di sbilanciarci a favore a Gesù " ...se poi dovesse poi capitarci la stessa sorte… la nostra posizione, la nostra tranquillità ne verrebbero a soffrire  … La Croce ? No ! Il post-concilio parla della Risurrezione , la Chiesa si è aggiornata ..."
Per la maggior parte del Clero non è più tempo dei Martiri, ma di moderati politicesi: "Vivi e lascia vivere": rispettiamo le idee di tutti ... “ il Concilio ha inaugurato un nuovo modo di fare chiesa…  tanto il volto di Dio lo trovi dei sofferenti e dei poveri …” se poi, nelle Nazioni post-cristiane Cristo è offeso si recita sempre la comoda litania : “ tanto, si sa: Gesù è infinitamente buono e perdona tutto e tutti...che pecchino pure tranquillamente; non giudicare se non vuoi essere giudicato!” ... così via con simili squallide mistificazioni del Vangelo, che hanno ottenebrato le menti di coloro (clero e laici) che hanno dimenticato, assieme alla Fede, anche il Sacrificio dei Martiri di tutti i tempi. Testimoni scomodi per il quieto vivere !
Eppure la Santa Chiesa è fiorita sul Loro prezioso Sangue versato per amore a Cristo, e i cosiddetti cattolici di oggi in buona parte lo hanno obliato il valore del martyrion= testimonianza a Cristo anche contro i voleri, le mode e i poteri del mondo.
In questo desolante panorama attaccare i Cattolici è talmente facile, che quasi, quasi non c'è più gusto.
Chi, tuttavia, non si scandalizza davanti alla profanazione del Santo Volto di Dio non è più cattolico e forse non lo è mai stato.
La Chiesa e le Gerarchie debbono intervenire con atti di pubblica riparazione, con la pubblica preghiera, alla sacrilega rappresentazione nella quale si offende arrogantemente N.S.G.C. ridicolizzando i veri cristiani, una chiara dimostrazione  di essere ispirato dal demonio che da sempre combatte Dio.
Il silenzio assordante della Chiesa ufficiale da una parte e la verbosità rivelatrice di alcuni ecclesiastici che si dicono favorevoli, nel nome della modernità e del libero pensiero alla pubblica bestemmia dello spettacolo, fanno capire che la paura di Paolo VI circa la presenza di Satana nella Chiesa del post-concilio è ora una certezza: Satana opera stabilmente e con efficacia (visti i frutti), all'interno di essa, in particolare nella gerarchia ecclesiastica e via via a scendere sino all'ultimo animatore-distributore di particole parrocchiale. Ma più alto è il grado gerarchico, maggiore è la preparazione teologica e di conseguenza più grande la responsabilità dell'errore; infatti, le grandi eresie e i grandi scismi non sono mai nati dal popolo!
In realtà quei nemici (fraudolenti amici, lupi in veste di agnelli come disse San Pio X) sono qui presenti nelle alte Gerarchie : sempre sprezzanti e arroganti si ritengono sempre nel giusto e sono pronti a definire, sul Corriere della Sera, sempre a senso unico e sulle ospitali TV, "talebani" e fanatici” coloro che compiangono Nostro Signore ricoperto di insulti e di oltraggi !
Talebani e fanatici” sarebbero coloro che invocano la Giustizia e la Misericordia di Dio sulla sua Chiesa stravolta, bastonata, flagellata da mille violenze, imbavagliata, schernita, imprigionata, soffocata e ricoperta di lordure : questo inaudito e micidiale evento blasfemo segna l'inizio ufficiale (acerrima anteprima di prossime persecuzioni) della Crocifissione dell'intera Chiesa, Sposa di Cristo e Suo Corpo Mistico. Reagiamo : che le nostre liturgie siano liberate dal non sacro, i preti ritornino a parlare di Dio , basta con i Sacerdoti che fanno psicoterapeuti, che i nostri preti ritornino a vestirsi con onore! Facciamoci conoscere con i nostri simboli senza nasconderci : aiutiamo i preti a riprendere le novene , la liturgia delle ore ed a celebrare il Santo Sacrificio della Messa degnamente buttando finalmente fuori dal tempio tutto ciò che è profano : dalle canzonette alle chitarracce . Riprendiamo la preghiera autentica ed il canto gregoriano perchè grazie al loro abbandono è stato permesso a Satana di entrare nella Chiesa con le conseguenze che stiamo soffrendo quotidianamente !
Tutti noi, cattolici della “piètaille”, a cui appartengono tutti i Martiri e gli eroi della Cattolicità perseguitata in ogni parte del mondo,  siamo incoraggiati a riparare, con la nostra preghiera, con il nostro sacrificio e con la nostra penitenza, l'offesa di uno spettacolo che è solo l’inizio di una bestemmia nei confronti del Divin Redentore e della Sua Chiesa.
Ci incoraggiano i Santi i quali ci hanno insegnato che talvolta bisogna abbaiare e non belare e la coraggiosa frase dell’umile Santa Caterina da Siena che ammonìsce : “E’ a forza di silenzio che il mondo si è imputridito”.
Che il Signore ci aiuti ad amare fino all’ultimo nostro respiro la Santa Chiesa !


giovedì 5 gennaio 2012

FESTA DELL'EPIFANIA A TOLENTINO, IN EPIPHANIA DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI

"Diem sacratissimum celebrántes, quo Unigénitus tuus, in tua tecum glória coætérnus, in veritáte carnis nostræ visibíliter corporális appáruit: sed et memóriam venerántes, in primis gloriósæ semper Vírginis Maríæ, Genitriícis Dei et Dómini nostri Iesu Christi:sed et beáti Ioseph, eiúsdem Vírginis Sponsi, et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Páuli, Andréæ, Iacóbi, Ioánnis, Thómæ, Iacóbi, Philíppi, Bartholomǽi, Matthǽi, Simónis, et Thaddǽi: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrisógoni, Ioánnis et Páuli, Cosmæ et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuæ muniámur auxilio".

mercoledì 4 gennaio 2012

LA PASQUELLA "TRIDENTINA" D'INIZIO ANNO

Mi sono accorto che l’umilissimo blog che gestisco non ha avuto ancora un articolo per il nuovo anno 2012.
Buon segno : le feste mi hanno tenuto occupato tanto da farmi dimenticare di “iniziare l’anno” sul blog.
Per fortuna ieri, 3 gennaio, un caro amico mi ha riservato il grande onore di invitarmi a colazione, con la sua cattolicissima Famiglia, nella sua residenza adagiata sulle ridenti colline jesine .
Terminato il pranzo le tre splendide nipotine del mio amico mi hanno donato un concertino strumentale e vocale al termine del quale è stata eseguita la famosa “ Pasquella” che nelle nostre campagne si canta (va) nella sera del 5  gennaio mentre si accendevano i “focaracci dell’Epifania”.
Si è tradizionalisti fino in fondo, è stata la battuta del Padrone di casa !
Il “modus canendi” delle bambine, voce impostata “ di testa” quindi gradevolmente modulata e vellutata ( caratteristiche del canto  che dovrebbe essere di tutte le ragazze ) mi ha commosso !
Quello è il vero modello delle bambine :  educate, composte e dignitose anche nel canto!
Dicevano gli antichi maestri che il canto dei bambini è ispirato dalle celesti melodie degli Angeli ! Diversi anni fa avevo ascoltato, estasiato, dei bambini e delle bambine cantare in modo eugualmente soave in occasione di alcuni edificanti pellegrinaggi organizzati da gruppi cattolici  francofoni .
"Dimmi come canti e ti dirò chi sei" . Possibile che nessun componente delle tante“radio-mobili”, che la famosa emittente cattolica RadioMaria invia nell'italico territorio per trasmettere diverse azioni liturgica "in diretta", abbia il coraggio di dire alle ragazze che, accompagnate dalle chitarre, urlano e sbraitano dai testi sacri al Santissimo nome di Maria, che quel tipo di canto  è un’offesa permanente a Dio ed alla Sua Santissima Madre ?
Il vero canto, quello dignitosamente devoto, l’ho ascoltato a casa del mio amico da tre bambine di 6, 9 e 12 anni! Quale lezione soprattutto per me !
Ovvio che dietro quei canti, gradevolmente ispirati, c’è un grandissimo insegnamento religioso.
Una"fede vissuta" di cui è stata"biglietto da visita" la piccola “cerimonia” che è stata fatta prima della colazione : la recita della Novena al Santo Bambino di Praga, preghere recitate a memoria dalle ragazze, seguita da quelle riservate prima del pranzo.
Mi è subito venuta in mente una specie di profezia di Papa Paolo VI : « Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia».
Sembra paradossale che il Papa che fu artefice e vittima di interminabili misfatti che  hanno inflitto alla Santa Chiesa le stesse sofferenze che furono del nostro Divin Redentore :  l'abbandono del Padre , il rinnegamento di Pietro, il tradimento e l’ingiuria, tracciò nel lontano 1977, con il pennello intriso di lacrime, il ritratto della situazione della Chiesa che non è mutato, aimè, nei nostri giorni : «C’è un grande turbamento in questo momento nel mondo e nella Chiesa, e ciò che è in questione è la fede... Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non-cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia» (  Paolo VI al filosofo Jean Guitton , 1977)
Le tre nipotine del mio coraggioso amico mi hanno regalato il più gradito dei concerti accendendo nel mio animo , all’inizio di questo nuovo anno, la fiamma della speranza indispensabile per riprendere lo stanco cammino del sempre più difficile insegnamento agli scatenati adolescenti.
Diversamente, pochi giorni fa, a nulla sono valse le mie paterne raccomandazioni  ad un amico, che pure sta facendo, sicuramente con sincerità, un cammino di fede : l'ho supplicato di non recarsi almeno in questi santi giorni in discoteca ... ma l’orgoglio e l'edonismo hanno prevalso sull'ancora debole convinzione religiosa.
Io, perdente, avevo chinato il capo .
L’ho rialzato ieri dopo essere stato a casa del mio meraviglioso amico : le tre bambine, con la loro educata e devotissima compostezza,  hanno testimoniato che la Santa Chiesa, come il Suo Divin Fondatore, il terzo giorno resusciterà, vittoriosa tornando ad essere guida a milioni di uomini nei secoli dei secoli. Amen.
Santa Maria Goretti, prega per noi !
San Gabriele dell’Addolorata, prega per noi !
San Giovanni Bosco, prega per noi !

Leggiamo le dieci strofe della Pasquella delle colline jesine-chiaravallesi : c’è una simpatica “variazione sul tema” nelle strofe 8 e 9 che farà piacere …
La Pasquella 

1) L'anno novo è già venudo 
Già che Dio ce la mandado
Ce la mandado con allegria
Bon'anno novo Epifania
Ce la mandado con allegria
Bon'anno novo Epifania

2) Fade presto e non tardade
Che dal ciel cade la brina
Fa veni la tremarella
Bon'anno novo bona Pasquella
Fa veni la tremarella
Bon'anno novo bona Pasquella

3) E quel fiume de Giordano
Dove l'acqua diventa vino
Pe' lava Gesù bambino
E pe' lavagne la faccia bella
E pe' lavagne la faccia bella
Bon'anno novo bona Pasquella

4) No' pregamo a Sant'Antonio
Che ce guarda tutto il bestiame
Dalla peste e dalla fame
Da qualunque maladia
Da qualunque maladia
Bon'anno novo Epifania

5) La capoccia su per le scale
Qualche cosa ci vorrà dare
Senza gnente 'n ce manna via bon anno novo Epifania
Senza gnente ‘n ce manna via
Bon'anno novo Epifania 

6) Se ce dade 'na pollastrella
Non c'emporta se piccolella
Basta che rimpa la padella
Bon'anno novo bona Pasquella
Basta che rimpa la padella
Bon'anno novo bona Pasquella

7 ) Se ce dade 'na pacca de porco
Nun c'emporta se ce sta il pelo
Glie daremo 'na raschia della
Bon'anno novo bona Pasquella
Glie daremo 'na raschiadella
Bon'anno novo bona Pasquella

8) Nella chiesa del Rosario
c’è la Messa in latino
Con il rito tridentino
Bon’anno novo bona pasquella
Con il rito tridentino
Buon anno novo bona pasquella

9) La prima domenica del mese,
alle undici della mattina
La corona mezz’ora prima
Buon anno nuovo bona pasquella
La corona mezz’ora prima
Buon novo anno bona pasquella

10) Ce venimo da chi d'intorno
Nun piade eì paio del forno Semo venudi per l'allegria
Se non volede annamo via :
Semo venudi per l'allegria
Bon'anno novo Epifania