sabato 31 dicembre 2011

OMELIA DI PAPA BENEDETTO XVI AL TE DEUM NELLA BASILICA VATICANA





OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AL
" TE DEUM" NELLA BASILICA VATICANA


Signori Cardinali,
venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato,
distinte Autorità,
cari fratelli e sorelle!

Siamo raccolti nella Basilica Vaticana per celebrare i Primi Vespri della solennità di Maria Santissima Madre di Dio e per rendere grazie al Signore al termine dell’anno, cantando insieme il Te Deum. Ringrazio voi tutti che avete voluto unirvi a me in questa circostanza sempre densa di sentimenti e di significato. Saluto in primo luogo i Signori Cardinali, i venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato, i religiosi e le religiose, le persone consacrate ed i fedeli laici che rappresentano l’intera comunità ecclesiale di Roma. In modo speciale saluto le Autorità presenti, ad iniziare dal Sindaco di Roma, ringraziandolo per il dono del calice che, secondo una bella tradizione, ogni anno si rinnova. Auspico di cuore che non manchi l’impegno di tutti affinché il volto della nostra Città sia sempre più consono ai valori di fede, di cultura e di civiltà che appartengono alla sua vocazione e alla sua storia millenaria.

Un altro anno si avvia a conclusione mentre ne attendiamo uno nuovo: con la trepidazione, i desideri e le attese di sempre. Se si pensa all’esperienza della vita, si rimane stupiti di quanto in fondo essa sia breve e fugace. Per questo, non poche volte si è raggiunti dall’interrogativo: quale senso possiamo dare ai nostri giorni? Quale senso, in particolare, possiamo dare ai giorni di fatica e di dolore? Questa è una domanda che attraversa la storia, anzi attraversa il cuore di ogni generazione e di ogni essere umano. Ma a questa domanda c’è una risposta: è scritta nel volto di un Bambino che duemila anni fa è nato a Betlemme e che oggi è il Vivente, per sempre risorto da morte. Nel tessuto dell’umanità lacerato da tante ingiustizie, cattiverie e violenze, irrompe in maniera sorprendente la novità gioiosa e liberatrice di Cristo Salvatore, che nel mistero della sua Incarnazione e della sua Nascita ci fa contemplare la bontà e la tenerezza di Dio. Dio eterno è entrato nella nostra storia e rimane presente in modo unico nella persona di Gesù, il suo Figlio fatto uomo, il nostro Salvatore, venuto sulla terra per rinnovare radicalmente l’umanità e liberarla dal peccato e dalla morte, per elevare l’uomo alla dignità di figlio di Dio. Il Natale non richiama solo il compimento storico di questa verità che ci riguarda direttamente, ma, in modo misterioso e reale, ce la dona di nuovo.

Come è suggestivo, in questo tramonto di un anno, riascoltare l’annuncio gioioso che l’apostolo Paolo rivolgeva ai cristiani della Galazia: «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli» (Gal 4,4-5). Queste parole raggiungono il cuore della storia di tutti e la illuminano, anzi la salvano, perché dal giorno del Natale del Signore è venuta a noi la pienezza del tempo. Non c’è, dunque, più spazio per l’angoscia di fronte al tempo che scorre e non ritorna; c’è adesso lo spazio per una illimitata fiducia in Dio, da cui sappiamo di essere amati, per il quale viviamo e al quale la nostra vita è orientata in attesa del suo definitivo ritorno. Da quando il Salvatore è disceso dal Cielo, l’uomo non è più schiavo di un tempo che passa senza un perché, o che è segnato dalla fatica, dalla tristezza, dal dolore. L’uomo è figlio di un Dio che è entrato nel tempo per riscattare il tempo dal non senso o dalla negatività e che ha riscattato l’umanità intera, donandole come nuova prospettiva di vita l’amore, che è eterno.

La Chiesa vive e professa questa verità ed intende proclamarla ancora oggi con rinnovato vigore spirituale. In questa celebrazione abbiamo speciali ragioni di lodare Dio per il suo mistero di salvezza, operante nel mondo mediante il ministero ecclesiale. Abbiamo tanti motivi di ringraziamento al Signore per ciò che la nostra comunità ecclesiale, nel cuore della Chiesa universale, compie al servizio del Vangelo in questa Città. A tale proposito, unitamente al Cardinale Vicario, Agostino Vallini, ai Vescovi Ausiliari, ai Parroci e all’intero presbiterio diocesano, desidero ringraziare il Signore, in particolare, per il promettente cammino comunitario volto ad adeguare alle esigenze del nostro tempo la pastorale ordinaria, attraverso il progetto «Appartenenza ecclesiale e corresponsabilità pastorale». Esso ha l’obiettivo di porre l’evangelizzazione al primo posto, al fine di rendere più responsabile e fruttuosa la partecipazione dei fedeli ai Sacramenti, così che ciascuno possa parlare di Dio all’uomo contemporaneo e annunciare con incisività il Vangelo a quanti non lo hanno mai conosciuto o lo hanno dimenticato.

La quaestio fidei è la sfida pastorale prioritaria anche per la Diocesi di Roma. I discepoli di Cristo sono chiamati a far rinascere in se stessi e negli altri la nostalgia di Dio e la gioia di viverlo e di testimoniarlo, a partire dalla domanda sempre molto personale: perché credo? Occorre dare il primato alla verità, accreditare l’alleanza tra fede e ragione come due ali con cui lo spirito umano si innalza alla contemplazione della Verità (cfr Giovanni Paolo II, Enc. Fides et ratio, Prologo); rendere fecondo il dialogo tra cristianesimo e cultura moderna; far riscoprire la bellezza e l’attualità della fede non come atto a sé, isolato, che interessa qualche momento della vita, ma come orientamento costante, anche delle scelte più semplici, che conduce all’unità profonda della persona rendendola giusta, operosa, benefica, buona. Si tratta di ravvivare una fede che fondi un nuovo umanesimo capace di generare cultura e impegno sociale.

In questo quadro di riferimento, nel Convegno diocesano dello scorso giugno la Diocesi di Roma ha avviato un percorso di approfondimento sull’iniziazione cristiana e sulla gioia di generare nuovi cristiani alla fede. Annunciare la fede nel Verbo fatto carne, infatti, è il cuore della missione della Chiesa e l’intera comunità ecclesiale deve riscoprire con rinnovato ardore missionario questo compito imprescindibile. Soprattutto le giovani generazioni, che avvertono maggiormente il disorientamento accentuato anche dall’attuale crisi non solo economica ma anche di valori, hanno bisogno di riconoscere in Gesù Cristo «la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana» (Conc. Vat. II, Cost. Gaudium et spes, 10).

I genitori sono i primi educatori alla fede dei loro figli fin dalla più tenera età; pertanto è necessario sostenere le famiglie nella loro missione educativa attraverso opportune iniziative. In pari tempo, è auspicabile che il cammino battesimale, prima tappa dell’itinerario formativo dell’iniziazione cristiana, oltre a favorire la consapevole e degna preparazione alla celebrazione del Sacramento, ponga adeguata attenzione agli anni immediatamente successivi al Battesimo, con appositi itinerari che tengano conto delle condizioni di vita che le famiglie devono affrontare. Incoraggio quindi le comunità parrocchiali e le altre realtà ecclesiali a proseguire con impegno nella riflessione per promuovere una migliore comprensione e recezione dei Sacramenti attraverso i quali l’uomo è reso partecipe della vita stessa di Dio. Non manchino alla Chiesa di Roma fedeli laici pronti ad offrire il proprio contributo per edificare comunità vive, che permettano alla Parola di Dio di irrompere nel cuore di quanti ancora non hanno conosciuto il Signore o si sono allontanati da Lui. Al tempo stesso, è opportuno creare occasioni di incontro con la Città, che consentano un proficuo dialogo con quanti sono alla ricerca della Verità.

Cari amici, dal momento che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito, perché noi potessimo ottenere la figliolanza adottiva (cfr Gal 4,5), non può esistere per noi compito più grande di quello di essere totalmente al servizio del progetto divino. A tale proposito desidero incoraggiare e ringraziare tutti i fedeli della Diocesi di Roma, che sentono la responsabilità di ridonare un’anima a questa nostra società. Grazie a voi, famiglie romane, prime e fondamentali cellule della società! Grazie ai membri delle molte Comunità, delle Associazioni e dei Movimenti impegnati ad animare la vita cristiana della nostra Città!

«Te Deum laudamus!» Noi ti lodiamo, Dio! La Chiesa ci suggerisce di non terminare l’anno senza rivolgere al Signore il nostro ringraziamento per tutti i suoi benefici. È in Dio che deve terminare l’ultima nostra ora, l’ultima ora del tempo e della storia. Dimenticare questo fine della nostra vita significherebbe cadere nel vuoto, vivere senza senso. Per questo la Chiesa pone sulle nostre labbra l’antico inno Te Deum. È un inno pieno della sapienza di tante generazioni cristiane, che sentono il bisogno di rivolgere in alto il loro cuore, nella consapevolezza che siamo tutti nelle mani piene di misericordia del Signore.

«Te Deum laudamus!». Così canta anche la Chiesa che è in Roma, per le meraviglie che Dio ha operato e opera in essa. Con l’animo colmo di gratitudine ci disponiamo a varcare la soglia del 2012, ricordando che il Signore veglia su di noi e ci custodisce. A Lui questa sera vogliamo affidare il mondo intero. Mettiamo nelle sue mani le tragedie di questo nostro mondo e gli offriamo anche le speranze per un futuro migliore. Deponiamo questi voti nelle mani di Maria, Madre di Dio, Salus Populi Romani. Amen.

CONTRO LA DEPRESSIONE : TIRATE FUORI I BEI PARAMENTI ANTICHI ! IN CHIESA ABBIAMO BISOGNO DELLA BELLEZZA ! NON DEPRIMETE I FEDELI CON LO SPETTRO DELLA CRISI !





 Il vaticanista Andrea Tornielli aveva dato per primo la notizia che per "coerenza" allo stato di crisi economica italiana nella Basilica Cattedrale di Rieti non era stato realizzato il consueto grande presepe in una delle cappelle laterali, sostituito da un ben più modesto "gruppo della Natività con pastori" collocato il 23 dicembre scorsi direttamente sui gradini dell'altare.
Il modo, ingenuamente semplicistico, con cui il giornale diocesano aveva presentato la notizia, troppo in fretta collegata al clima di austerità conseguente alla cosiddetta "crisi economica", aveva fatto gridare allo scandalo numerosi fedeli.
Una notizia ghiotta per la stampa !
A tutti la vicenda di Rieti è parsa una "note stonata" contrapposta alla devozione dei fedeli nei confronti del presepe ed anche ai ripetuti appelli di Papa Benedetto XVI a favore dei simboli religiosi e particolarmente del presepe tradizionale.
Questa mattina la notizia è stata ripresa dal blog Messainlatino.
Fra i diversi commenti degli indignados lettori del blog legato alla Tradizione ho preso il testo di un'e mail che un Sacerdote di Cremona ha oggi, 31 dicembre, inviato alla Curia di Rieti.
Con molta sorpresa ho positivamente letto anche l'immediata risposta del segretario del Vescovo di Rieti.
Ecco il breve scambio epistolare fra i due Sacerdoti :

" Un'ora ( 31 dicembre 2011) fa ho mandato questa email al Vescovo di Rieti:

Apprendo dai giornali l'incredibile notizia che vi riguarda, cioè la 'soppressione' del presepio dalla vostra cattedrale: valuto tale comportamento una vergogna.

Per carità cristiana taccio dal commentare le motivazioni che vengono addotte e che sembrano da riferirsi ad un vostro comunicato.

Davvero una vergogna.

Ma ognuno di noi renderà conto a Dio dei propri comportamenti. se con incarichi ecclesiali con ancor maggior rigore: "A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più". (Lc. 12,48).

cordialmente, don Achille Bolli, Cremona


Ricevo questa risposta che 'immediatamente' giro:

Rev.do Bolli Don Achille,
Le scrivo in ordine alla e-mail ricevuta questa mattina,
con la quale manifestava il suo disappunto
per il mancato allestimento del Presepe in Cattedrale.
Tempestivamente Le rispondo che Le è giunta una notizia errata in quanto
il Presepe che presenta la scena della Natività del Signore Gesù con Sua
Madre Maria e Giuseppe contornata da pastori e altri personaggi (secondo
tradizione) è stato realizzato nel Duomo dal 23 dicembre.
La "polemica", amplificata dai media, di cui presumibilmente è venuto a
conoscenza, è nata dal fatto che il Presepe differentemente dagli anni
passati non è stato realizzato in una cappella laterale della Basilica
dove venivano utilizzati "effetti" di luci, ruscelli e suoni.
Il richiamo all'essenziale non è riferito al mistero dell'Incarnazione,
ma all'apparato che lo ricorda.

La saluto con cordialità augurandole ogni bene dal Signore Gesù.

Don Emmanuele
Segretario del Vescovo "

Ora alcune mie parole di commento, che ho messo sul blog di Messainlatino.
" Parliamoci con franchezza, almeno in questo ultimo giorno dell'anno.
Quanto costa realizzare un presepe medio-grande in una chiesa ?
Pochi spiccioli.
Il presepe è uno dei gesti squisitamente cattolici che fa leva sul più puro volontariato cattolico, esattamente come  i campanari,  i cantori,  alcuni organisti di chiesa,  taluni addobbatori ecc ecc
Avete mai guardato il viso di coloro che realizzano i presepi ?
Il loro volto è irradiato da un permanente sorriso.
Ho visto tanti presepi realizzati anche per strutture "laiche" ( ad esempio per Comuni o Comunità Montane) ma i presepai hanno percepito nulla ... anzi spesso ci rimettono  di tasca loro ...
Una "passione" come loro stessi dicono !
Quanto sarà costato realizzare negli scorsi anni il presepio nella Basilica Cattedrale di Rieti  nella cappella laterale, di cui parla il Segretario del Vescovo?
Se lo chiedessi ai  realizzatori dell'opera essi mi risponderebbero di sicuro " poco, nulla ...".
Quasi tutti i materiali sono riciclati ed al massimo si povvede, all'occasione, all'acquisto delle luci non più funzionanti.
Non entro in merito alla decisione di smantellare la struttura, che pare non rispondeva più ai requisiti di sicurezza ma al comunicato improvvido nel giornale diocesano che ha scatenato le proteste e gli articoli susseguenti.
Non si può accostare la mancata realizzazione di un presepio artistico con la "crisi economica" che, grazie ai mass media, affligge e deprime le nostre menti giornalmente.
Allo sprovveduto direttore del giornale diocesano di Rieti, allargando il discorso, chiedo : "Quanto costa abbellire convenientemente il culto divino" ?
Poco nulla.
Quanto costa prendere dalle sagrestie i vecchi paramenti per le celebrazioni ? Nulla.
Eppure la furia iconoclasta, che  ha fatto piazza pulita dei paramenti, spesso preziosissimi, delle sagrestie, ha fatto spendere cifre innominabili per acquistare stracci che dovevano dare l'idea di una Chiesa povera e semplice: effetto ottico secondo il teorema del Gattopardo : «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi»
Ciò che un tempo era considerato un vanto della religiosità e della generosità dei fedeli improvvisamente si è ammantato di vergogna, di lusso ( come se venisse giudicato il passato stesso della Chiesa) e demagogia populista.
Quanto costa far cantare un coro, serio per le funzioni natalizie ? 
Poco, nulla : non aspettano altro ... eppure gli squali con le chitarre hanno sempre la meglio ...
Quanto costa far suonare a mano le campane ( dove questo è possibile ) rinverdendo un'antica tradizione tutta italiana ? Poco, nulla. Una cena forse.
Eppure, ammesso che vengono suonate le campane ( talvolta non lo fanno più per non disturbare, nel nome della laicità, i non cattolici ) i chierici non tengono conto che esistono gruppi e associazioni di campanari.
Il Papa ci ha spronato recentemente di essere fieri dei simboli cattolici.
Evidentemente non tutti hanno ascoltato queste mirabili parole di Benedetto XVI.
Meno demagogia e più zelo nel lodare il Signore : tirate fuori in tempo di crisi, i presepi, le pianete preziose, risponverate i turiboli artistici suonate l'Organo e le campane ! Non costa nulla e riescono a donare a tutti noi un pizzico di serenità che prende forma dalla bellezza.
Se ne accorgeranno i chierici imbevuti di materialismo ? 
Ad essi, in questo ultimo giorno del'anno, un consiglio : inginocchiatevi davanti al neonato Bambino , come si fa per entrare nella Cappella della Natività a Betlemme per riappropriarvi del senso salvifico dell'umiltà.
Tirate fuori dalle sagrestie e dai musei i paramenti che la pietas dei nostri padri hanno donato alla lode di Dio e rendete finalmente belle le celebrazioni " Soli Deo gloria" !
Auguri di cuore a tutti !
Andrea Carradori

Vale proprio la pena leggere il bellissimo commento, sempre sullo stesso tema, dell'ottimo Cantuale Antonianum condivisibile in toto !

mercoledì 28 dicembre 2011

PERUGIA : CALENDARIO LITURGICO MESI DI GENNAIO-GIUGNO 2012


Perugia : il calendario gennaio-giugno 2012 delle Sante Messe nel Rito Antico ( Centro Storico)

Gli amici di Perugia ci hanno gentilmente comunicato il calendario, gennaio-giugno 2012, delle celebrazioni della S. Messa nel Rito Romano Antico che avranno luogo, come sempre, in due bellissime chiese del Centro Storico :












a) presso la Chiesa del Gesù, Piazza Matteotti 14 (centro storico Perugia):
• sabato 14 gennaio ore 17:00
• sabato 28 gennaio ore 17:00
• sabato 11 febbraio ore 17:00
• sabato 25 febbraio ore 17:00
• sabato 10 marzo ore 17:00
• sabato 24 marzo ore 17:00
• sabato 14 aprile ore 17:00
• sabato 28 aprile ore 17:00
• sabato 12 maggio ore 17:00
• sabato 26 maggio ore 17:00
• sabato 9 giugno ore 17:00
• sabato 23 giugno ore 17:00

b ) presso la Chiesa di S. Filippo Neri , in Via dei Priori (centro storico):
• domenica 1 gennaio ore 17.00
• venerdì 6 gennaio ore 17.00
• domenica 8 gennaio ore 17.00
• lunedì 16 gennaio ore 19.15 (Beati Iosephi Vaz Conf. Congr. Orat.)
• domenica 22 gennaio ore 17.00
• mercoledì 25 gennaio ore 19.15 (In Conversione S. Pauli Ap.)
• lunedì 30 gennaio ore 19.15 (B. Sebastiani Valfrè Conf. Cong. Orat.)
• giovedì 2 febbraio ore 19.15 (In Purificatione Beatae Mariae Virginis)
• domenica 5 febbraio ore 17.00
• domenica 19 febbraio ore 17.00
• mercoledì 22 febbraio ore 19.15 (Cathedrae S. Petri Apostoli)
• sabato 3 marzo ore 19.30 (S. Fortunati Milit. et Mart.)
• domenica 4 marzo ore 17.00
• domenica 18 marzo ore 17.00
• lunedì 19 marzo ore 19.15 (S. Ioseph Sponsi B. Mariae V.)
• mercoledì 22 marzo ore 19.15 (S. Gregorii Magni Pp. Conf. Doct.)

venerdì 23 dicembre 2011

PERUGIA : LE SANTE MESSE TRADIZIONALI


A Perugia le Sante Messe nella forma extraordinaria del rito romano saranno celebrate :
- Santo Natale ore 17:00 presso la Chiesa di S. Filippo Neri di Perugia in Via dei Priori (centro storico).
- S. Stefano lunedì 26 dicembre ore 10:30 presso la Chiesa di S. Stefano di Perugia in Via dei Priori (centro storico).

Gli amici perugini desiderano, con l'occasione, augurare di cuore a tutti un Santo Natale :
" Possano essere giorni di serenità, pace e luce che solo il Signore che nasce e si fa uomo può donare in maniera piena e totalmente gratuita".

TOLENTINO, FUNZIONI NATALIZIE


Tolentino ( MC)
Centro Storico : Chiesa del Sacro Cuore ( detta "dei sacconi")
Lunedì 26 dicembre 2011, Festa di Santo Stefano, Protomartire
ore 18,00 S. MESSA CANTATA nella forma extraordinaria del Rito Romano
celebrata dal Rev.do Parroco Don Andrea Leonesi
Debutto del Coro di Voci Bianche " Angeli Mariae"di Tolentino diretto da Vania Longhi.
Bacio del Bambinello.

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Tolentino, Insigne Basilica di San Nicola da Tolentino, retta dai Padri Agostiniani
Sabato 31 dicembre 2011, ore 18,30
SOLENNE TE DEUM tradizionale e BENEDIZIONE EUCARISTICA
Canto del Te Deum, del polifonista romano Giuseppe Pitoni ( 1657 – 1743) alternato con il canto gregoriano ( da oltre 200 anni si canta questo Inno di lode sempre nello stesso modo).
Schola Cantorum " Giuseppe Bezzi" della Basilica di San Nicola diretta da Andrea Carradori.

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AGGIUNTA :
Tolentino, Chiesa del Sacro Cuore : Domenica 1 gennaio 2012 Santa Messa nel Rito Romano antico, Canto del Veni Creator Spiritus.


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Tolentino, Insigne Basilica di San Nicola da Tolentino, retta dai Padri Agostiniani
Domenica 1 gennaio 2012, ore 19,15
SOLENNE CANTO DEL VENI CREATOR SPIRITUS ( in canto gregoriano ) e BENEDIZIONE EUCARISTICA.
Schola Cantorum " Giuseppe Bezzi" della Basilica di San Nicola diretta da Andrea Carradori.

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Tolentino, Insigne Basilica di San Nicola da Tolentino, retta dai Padri Agostiniani
Visita al tradizionale Presepio completamente rinnovato, realizzato dai PP.Agostiniani.

lunedì 19 dicembre 2011

BENEDETTO XVI : IN AFRICA CORDIALITA' CHE IN EUROPA E' OSCURATA





 PAPA A REBIBBIA: IN AFRICA CORDIALITA' CHE IN EUROPA E' OSCURATA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 18 dic.

"Sono stato molto felice per l'accoglienza da parte degli africani, hanno mostrato una cordialita' che in Europa e' un po' oscurata: abbiamo tante cose che rendono un po' duro il cuore". Lo ha detto il Papa rispondendo alla domanda di un detenuto africano nella cappella del carcere di Rebibbia che ha ricordato il recente viaggio di Benedetto XVI in Benin. "Nonostante le sofferenze e la poverta' - ha osservato il Pontefice - in Africa c'e' una gioia di vivere. E' la gioia di essere una creatura umana: essere uomo e' essere amato da Dio". "Per me - ha confidato - e' stata una Impressione preponderante forte, vedere questa gioia". Qui invece, ha continuato, "con la massa delle cose che abbiamo siamo come allontanati da noi stessi: potere e ricchezza non rendono felici, e averli puo' essere anche una cosa negativa che mi impedisce di vivere realmente". "Dio - ha concluso il Pontefice parlando del mondo occidentale - ci chiama tutti perche' noi facciamo tutto affinche' possano uscire da queste oscurita' delle malattie. E nel farlo possiamo diventare piu' allegri: le due parti del mondo debbono completarsi. Loro possono aiutarci a capire che le cose materiali non sono l'ultima parola".

© Copyright (AGI)

PAPA A REBIBBIA: SI PARLA IN MODO FEROCE DI VOI MA ANCHE DI ME

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 18 dic.

"Si parla in modo feroce di voi, purtroppo e' vero. Ma parlano in modo feroce anche contro il Papa, e tuttavia andiamo avanti". Benedetto XVI ha risposto cosi' a un detenuto che parlando del senso di esclusione che si prova stando in carcere ha detto: "Fuori spesso si parla in modo feroce di noi".
"Altri - ha poi assicurato il Pontefice - pensano bene di voi. Penso alla mia famiglia papale: quattro suore laiche che pregano per voi, hanno contatti con alcuni carcerati. Bisogna incoraggiare questo dialogo. Io faro' il mio per invitare tutti a pensare in modo giusto. Ognuno puo' cadere ma Dio vuole che tutti arrivino a trovare sempre rispettata la loro dignita' e trovare gioia nella vita. Anche i passi oscuri hanno il loro senso. Il Signore vi autera' e noi siamo vicino a voi".

© Copyright (AGI)

AGGIUNTA DI UN COMMENTATORE DI MESSAINLATINO A PROPOSITO DELL'ARTICOLO DI OGGI " IL PAPA E I SEGNI DAL CIELO " http://blog.messainlatino.it/2011/12/il-papa-e-i-segni-del-cielo-la-stampa.html

 Che pena tutti questi distinguo e ragionamenti pseudo dotti. Molti africani cattolici- di fede schietta, certo con molti difetti ma comunque senza troppi schermi - sono andati subito in cappella a pregare per ringraziare Dio. Così, semplicemente. Qui si vuole spaccare il capello in quattro facendosi tutti (pseudo) teologi, leggendo le Scritture a uso e consumo della propria ideologia, con letture degli eventi assurde. Ha ragione il Papa: l'Occidente, non solo quello secolarizzato, ha il cuore un po'duro. Non è soltanto colpa della "roba" e del consumismo, ma anche di un ipercriticismo razionalista di certo mondo cattolico che va oltre l’ovvia prudenza e si avvicina molto a quello dei post-illuministi. Per caso Gesù i segni - resurrezioni, moltiplicazioni di pani e altro non li ha fatti, soprattutto per i duri di cuore? E' ovvio che i segni possono essere letti solo da cuori disponibili (non si è creduto neanche di fronte a Lazzaro risorto, del resto). Però il Signore i segni li ha voluti fare comunque, e continua a farli come a Fatima. La prudenza eccessiva del Vaticano e dei Bertone è denigrata solo quando fa comodo?  
Questo papato sembra essere accompagnato da particolari segni celesti: anche l'arcobaleno ad Auschwitz è una pura coincidenza? Sarà...

giovedì 15 dicembre 2011

TOLENTINO : IMMAGINI DELLA FESTA DELL'IMMACOLATA : PROCESSIONE E SANTA MESSA IN TERZO














Sub tuum praesidium confugimus, Sancta Dei Genetrix. 
Nostras deprecationes ne despicias in necessitatibus, sed a periculis cunctis libera nos semper, Virgo gloriosa et benedicta. 
Amen. 
Tolentino, Chiesa del Sacro Cuore ( dei Sacconi)  Parrocchia del Santissimo Crocifisso.

Celebrante : Don Andrea Leonesi
Diacono : P. Giuseppe F.I.
Suddiacono : P.Carlo F.I.
Cerimoniere : Nicolas Fulvi
Foto : Bruno Fianchini

lunedì 12 dicembre 2011

POTENZA PICENA: UNA LEZIONE DI BUON GUSTO




Nell'ancora desolante situazione dell'arte sacra cattolica, nell'angosciante momento di colpevole distruzione di quanto è rimasto ancora di bello nelle nostre chiese,  mi viene in mente quanto il Cardinal Siri, di santa memoria, ebbe a dire quando si accorse che si stava intronizzando il "brutto" ( sia nella Chiesa che nella società civile) " E' giunta l'èra di Satana" !
Per un momento, in questo santo tempo d'Avvento, possiamo tirare un sospiro di sollievo ammirando la nuova sistemazione del presbiterio dell'Insigne Collegiata di Santo Stefano in Potenza Picena nella gloriosa Arcidiocesi di Fermo.
Il giovanissimo Parroco, don Andrea Bezzini, che non ha mai fatto mancare ai suoi fedeli esempi di buon gusto liturgico, sull'esempio di quanto sta facendo il Santo Padre Benedetto XVI, ha cercato in ogni modo di rimediare agli infausti danni che i suoi predecessori avevan fatto distruggendo, dopo il Concilio Vaticano II,  il bellissimo presbiterio dell'Insigne Collegiata, chiesa che vanta antiche memorie anche dei Signori Cardinali Mario e Prospero Compagnoni Marefoschi e dei Signori Cardinali Buonaccorso e Simone Buonaccorsi, provenienti dalle due più illustri Casate cittadine.
Nella devota prospettiva dell'esaltazione della bellezza, con occhio attento a tutto quanto il Santo Padre Benedetto XVI sta da tempo affermando, il Parroco di Potenza Picena ha coraggiosamente donato alla Comunità Parrocchiale il nuovo assetto liturgico del presbiterio.
Certamente, avendo visto le foto dell'area presbiteriale prima dell'innocente Concilio Vaticano II, non possiamo dire che il nuovo altare e il nuovo ambone riescono a rimediare alla scellerata distruzione delle opere d'arte antiche che, ci dicono, fossero state di stupenda fattura.
Un passo avanti, però, è stato fatto : i tavolini di legno o di pietra, che orrendamente erano stati piazzati al centro del mutilo presbiterio, sono ormai un ricordo del recente passato.
Con la collocazione delle nuove strutture, artigianalmente realizzate da una qualificata Ditta specializzata, c'è un senso di ritrovata dignità e sacralità.
La Collegiata di Potenza Picena, al pari delle chiese "colleghe" in tante località marchigiane, era comunque stata violentata nel punto più importante : il presbiterio.
Ci occuperemo in futuro, aiutati da eloquenti testimonianze fotografiche, di altre distruzioni perpetrate nel territorio marchigiano un vulnus alla devozione e al senso artistico !
Ciò che un tempo era considerato il luogo più inviolabile improvvisamente è diventato terreno per sperimentazioni selvagge e per affermare un concetto, quanto mai nuovo nella storia della Chiesa, dell'indebita penetrazione dell'arte astratta e laica nel Tempio Santo di Dio.
Il Parroco don Andrea Bezzini, collocando nel Presbiterio, il luogo riservato ai Consacrati, degli elementi liturgici dignitosi e artistici ha valorizzato la Liturgia e ha messo in pratica le raccomandazioni, più volte fatte all'intera comunità dei credenti, da Papa Benedetto XVI.
Spesso avviene  che, in questi difficili tempi che stiamo vivendo,  coloro che sono fedeli al Papa vengono guardati fra il disprezzo e l'ironico.
Non dimenticheremo mai le improvvide dichiarazioni di  un importante curiale ( Io seguo il Papa ma non in tutto) proferite per "giustificare" il suo disprezzo verso il Motu Proprio "Summorum Pontificum". 
Noi postiamo, ad perpetuam rei memoriam, queste foto, tratte dal Sito Diocesano, della dedicazione del nuovo altare dell'Insigne Collegiata di Potenza Picena, officiata dall'Arcivescovo Metropolita S.E.R. Mons. Luigi Conti,  affinchè siano ammirate da coloro che sperano sull'urgente consolidamento di una nuova "classe sacerdotale" diametricalmente opposta a quella che ha sfasciato, assieme alle opere d'arte sacre , anche la stessa "identità" cattolica.
La feconda pianta benedettiana sta dando nuovi frutti !
Come marchigiano e come fedele di questa terra benedetta ringrazio il giovane Parroco don Andrea Bezzini per questa lezione di buon gusto ecclesiale che si aggiunge ai mirabili restauri dell'Organo Bazzani, di tutte le cappelle laterali, restituite all'originario splendore e di tante opere d'arte presenti nella storica Collegiata.
Anche  le altre chiese della Città, che sono sotto la giuristizione del Parroco della Collegiata sono dignitosamente conservate , in modo esemplare.
Tutta cittadinanza di Potenza Picena, l'antica Monte Santo, fino all'unità d'Italia, è molto riconoscente al giovane Parroco che ha ridato splendore alle Chiese di cui la Città è fiera !
Nella mia mente debbo  fare dei paragoni con altri paesi della zona...
Grazie don Andrea per questa splendida testimonianza di fede e di buon gusto artistico !

martedì 6 dicembre 2011

TOLENTINO : FESTA IMMACOLATA, PROCESSIONE E MESSA


PETRIOLO : PROCESSIONE CON LA CASETTA DI LORETO


A Petriolo ( Prov.Macerata, Arcidiocesi Metropolitana di Fermo) si rinnova ogni anno la tradizionale processione pomeridiana il 10 dicembre, festa della Traslazione della Santa Casa di Loreto, con la “Casetta” .
Particolarmente i bambini accompagnati alle mamme o dalle nonne si recano nel Santuario della Madonna della Misericordia per suonare la campanella della “Casetta”, che viene esposta accanto all’altare, in segno di giubilo per la tradizionale festività recitando un’Ave Maria.
Già la sera precedente il 9 dicembre dopo la messa delle 18,30, i fedeli e tra questi molti bambini si recano, recitando il Rosario, alla periferia del paese per l'accensione del tradizionale falò della “Venuta”, preparato dal Priore della Confraternita e, mentre la legna arde, cantano le Litanie Lauretane.
La venerazione della “Casetta” di Loreto è una caratteristica delle Marche : quasi tutti i paesi della Marca conservano la “casetta” sormontata dalla statua della B.V.Maria tra dagli angeli festosi che veniva esposta alla venerazione dei fedeli in occasione della festa della Traslazione.
La storica Confraternita del Santissimo Sacramento di Petriolo ( Macerata, Arcidiocesi di Fermo) organizzava un pellegrinaggio al Santuario di Loreto fin dal lontano anno 1593.
La Confraternita aveva anche acquistato un simulacro laureano, la “Casetta” oggi conservata nel Museo della Confraternita, che in occasione della festività della Madonna di Loreto, il 10 dicembre di ogni anno, viene trasportata in chiesa per essere esposta alla venerazione dei fedeli.
Sugli annuali pellegrinaggi lauretani della Confraternita, l’Ing.Aldo Chiavari scrive nella sua ricerca: “Le testimonianze di questa pratica di fede sono numerosissime e se ne trova menzione anno dopo anno non solo nei libri dei consigli, ma anche nei libri delle adunanze della Confraternita o Compagnia della Misericordia, come in origine veniva detta, che ne era promotrice e vi partecipava con i suoi officiali e numerosi confratelli”.
“Una delle prime menzioni del pellegrinaggio in cui mi sono imbattuto nei libri consiliari è del 1593. I verbali di due adunanze del maggio 1609 e del maggio 1627 ci fanno meglio comprendere le modalità organizzative”, continua ancora il Confratello, giacchè anche il vitto necessario per il lungo viaggio era posto a carico della Confraternita, che provvedeva anche a pagare i cavalli dei carriaggi per il trasporto delle derrate. Ciò perché, affermano verbali “è nostro debito secondo il nostro solito et consuetudine annuale andare a visitare la S.ma Casa di Loreto per reconoscere la grazia particolare che la Maestà divina ci fa di averci dato et in conservaci sì gran tesoro et inestimabile reliquia in questo ns. paese della Marca Anconetana”.
Mariano Mercuri

http://www.confraternitamuseopetriolo.com/index.html

venerdì 2 dicembre 2011

CATANIA : CONFERENZA E SANTA MESSA TRIDENTINA



Domenica 4 dicembre, alle ore 17 nella chiesa di san Giuseppe al Transito (P.zza Maravigna – Catania), il prof. Giuseppe Adernò modererà l’incontro dal titolo La Riforma della Riforma: l’Episcopato Francica Nava tra i Pontificati di Leone XIII e San Pio X, organizzato dalle confraternite di San Giuseppe al Transito e di San Giovanni Battista, dalla Nobile Arciconfraternita dei Bianchi, in collaborazione con il Sovrano Militare Ordine di Malta e il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (Spagna).
Relatori saranno il prof. Antonio Blandini, storico e giornalista, e don Antonio Ucciardo, docente di Teologia presso l’ISSR ‘San Luca’ di Catania, nonché cappellano della Delegazione SMOM e Nobile Arciconfraternita dei Bianchi.
L’evento cade nell’83° Anniversario del pio transito dell’Em.mo Card. Giuseppe Francica Nava di Bondifè Arcivescovo di Catania, e sarà seguito dalla celebrazione della Santa Messa in Rito Romano Antico nella II Domenica di Avvento. Presterà servizio il “Collegio Liturgico Card. Francica Nava”.

Chiesa di San Giuseppe al Transito
P.zza Maravigna - Catania

A CHE GIOCO GIOCHIAMO ?


Ieri notte è arrivato un sms che ho potuto leggere solo questa mattina .
L’sms è di un Sacerdote, molto attento alle tematiche dell’Arte Sacra, decisamente contrario alle pagliacciate teologiche-liturgiche e artistiche.
Un giovane Sacerdote del “nuovo corso” Benedettiano, il neonato movimento di serietà liturgica che stenta a crescere, speriamo che non muoia ancor infante… soffocato ai potentati liturgici, con l’appoggio dei colpevoli Vescovi a cui dobbiamo lo sfascio teologico, devozionale e artistico degli ultimi tristissimi decenni.
Il messaggio sms diceva “ AVVENIRE DI OGGI DEDICA UN PAGINONE DI ELOGI PER LA CATTEDRALE DI REGGIO EMILIA E DICE CHE – COSTITUISCE UNA PIETRA MILIARE PER IL DIALOGO TRA ARTE E FEDE- APOLOGIA DI UN ORRORE !”
In attesa di leggere il pezzo di ANDREA DALL’ASTA S.J. in “Agorà” di Avvenire di ieri, citato nel messaggio sms del giovane prete mi sento di fare un unico commento : 
A che gioco giochiamo? 
Al gioco della “casta” che si autodifende?
A chi sbaglia in buona fede va tributato l’onore perché solo chi opera, chi fa può anche sbagliare perché errare è umano.
Chi sbaglia sapendo di sbagliare deve essere  accusato di dolo, augurandosi che qualcuno prima o poi possa porre rimedio all’errore volontario e pernicioso.
Non occorre che un autorevole quotidiano cattolico intervenga a difesa dell’indefendibile : non solo otterrà l’effetto contrario ma aumenterà il già basso livello di stima dell’opinione pubblica nei confronti delle organizzazioni ecclesiastiche in generali.
Niente difesa, anche se solo “d’ufficio”, della bruttura entrata nel Duomo di Reggio Emilia o del Concerto di musica consumistica , anche se piacevole, del Maestro Allevi al Congresso Eucaristico di Ancona.
So che un esponente CEI, fra una tartina e l’altra, ha esclamato “ … tanto noi abbiamo la pienezza dell’informazione … lasciamoli scrivere …”
Anche Pilato e i Giudei, insieme, avevano la pienezza dell’informazione nella loro epoca… che si è dissolta alla radiosa luce della Risurrezione di Cristo : via , verità e vita !

A.C.

Vale la pena di fare : copia-incolla del commento di B.Z. " In genere quando si parla di un grande artista si dice anche che ha la pazzia del genio. Nel caso di Reggio Emilia, dove si é voluto modernizzare una struttura d'epoca con opere d'avanguardia é bastata la sola pazzia".

AGGIORNAMENTO 
Da IL CARLINO DI REGGIO, Venerdì 2 Dicembre 2011 :

"IL VESCOVO CI RIDIA IL NOSTRO DUOMO!”
Eccellenza, io sono una pecorella del Suo gregge e come tale sono consapevole di non poter eguagliare i pensieri e gli intendimenti del suo Pastore, tuttavia essendo la cattedrale l’ovile dei reggiani, mi permetto alcune considerazioni e le pongo una domanda. Lei ritiene che i fedeli siano spinti, passando per la piazza, ad entrare per raccogliersi in preghiera nella cattedrale così “adeguata”? Dove potrebbero inginocchiarsi se i banchi sono stati sostituiti da orribili seggiole di ferro? Qualora questa difficoltà fosse giudicata superabile dovrebbero raccogliersi davanti ad un “blocco” di marmo spoglio. Io che sono una pecora abituata agli alpeggi, di simili massi ne incontro a decine e in confidenza le dico che mai mi hanno ispirato non dico a farmi il segno della Croce ma neanche attirato uno sguardo distratto! Eccellenza al termine del suo mandato, non leghi il suo nome ad un simile stravolgimento, faccia un gesto di saggezza: mandi al diavolo cattivi consiglieri e raffinati intellettuali che con le loro alte idee non fanno che disorientare, dividere e infine disperdere il gregge e restituisca un ovile in cui le sue pecore si sentano a proprio agio. Una chiesa è qualcosa di più alto e di intrinsecamente diverso rispetto ad un teatro, una sala di conferenze o un museo a cui la nostra cattedrale è ridotta.
Dottor Giuseppe Magnani"