venerdì 23 settembre 2011

NON C'E' DUE SENZA TRE ! IL BABUINO OSSERVA INCREDULO I FRATI STRAPAZZATI ANCHE OLTRE TEVERE



Per due volte i Religiosi d'ambo i sessi dell'Italica penisola furono privati della loro identità e dei loro possedimenti dalle leggi soppressive napoleoniche, prima,  e sabaude, poi. 
Non esistevano ancora le Corti Internazionali di Giustizia dell'Aia e di Strasburgo per appellarsi contro una tale violenza psicologica e fisica.
Ridotti alla fame e costretti in molti ad emigrare, pur di non abbandonare il sacro abito, gli Ordini Religiosi d'ambo i sessi non ricevettero giustizia neppure dai  i due Concordati che la Chiesa Cattolica stipulò con lo Stato Italiano.
E' noto infatti che gli Ordini Religiosi non ricevettero alcun indennizzo per la perdita delle loro proprietà e , dopo l'ultimo Concordato,  non usufruiscono neppure dei contributi del famoso 8/1000.
Dopo questa premessa vogliamo descrivere una cosa che mi ha molto colpito.
Per rispetto verso la Comunità mi limito a descrivere sommariamente quanto è accaduto di recente.
Immaginiamo che nella Capitale esiste ancora una piccola comunità religiosa che riesce a sopravvivere grazie alle offerte che i turisti lasciano nella  loro chiesa, da 141 anni proprietà dello Stato, perchè vi è esposto uno dei più famosi quadri del mondo di cui i frati sono, per legge, custodi pur essendone stati, all'epoca, i committenti e i paganti ...
Immaginiamo che da qualche anno, sempre più frequentemente, il quadro viene rimosso per essere portato in giro per il mondo rientrando pure con qualche piccolissima defaiance, cosa normale considerati gli spostamenti a cui è sottoposta la preziosissima tela.
Immaginiamo che all'ennesima comunicazione della rimozione del quadro un fraticello, avendo esaurito ogni scorta di pazienza, presi carta e penna, si è rivolto alle Istituzioni per cercare di arginare le eccessive peregrinazioni del Capolavoro.
Immaginiamo che un politico, da tutti ritenuto  garante dei rapporti Chiesa-Stato, abbia risposto alla "supplica" in modo assai autoritario ( è facile essere autoritari con i miti fraticelli ... mica lo fanno con i "poteri forti" ) .
Il politico cita , nella lettera ai fraticelli, il prestigio per la nostra cultura e la nostra Nazione che il quadro suscita quando è esposto nei musei di tutto il mondo. ( Un prestigio simile a quello generato dalle nostre recenti  vicende politiche ...)
 Immaginiamo , ciliegina sulla torta, una lettera che è arrivata agli umili fraticelli  con uno stemma solenne color color porpora,  proveniente da un Dicastero, culturale, vaticano che, appellandosi al dogma infallibile della laicità dello Stato, ha imtimato ai fraticelli ( anche questi laici-ecclesiastici "nordici" sanno usare metodi autoritari solo con i poveri frati e non  per questioni di fede o di liturgia ... quelli possono aspettare ...) di collaborare con lo Stato che organizza le mostre del quadro nel mondo.
Immaginiamo che, dopo una prima fase di  stupore e di indignazione, lo stesso coraggioso  fraticello , preso il telefono e composto il "santo" numero 06 6988 ...  ha ricordato al Monsignore  in servizio presso quel dicastero che sarebbe "cosa buona e giusta" che la Santa Sede, almeno  nel 150° dell'unità d'Italia, cerchi di comprendere le aspirazioni dei poveri frati, che non ricevendo l'8/1000 ... confidano oltre che nell'aiuto della Provvidenza anche negli spiccioli che i turisti lasciano nella loro chiesa per ammirare il Capolavoro.
" La Santa Sede dovrebbe stare dalla parte di noi religiosi" ha detto telefonicamente il fraticello al Monsignore di Curia; " se noi chiudiamo battenti perchè non ce la facciamo più, lo Stato si riprenderà la chiesa che sarà fatta gestire da una cooperativa di servizi..."
Sicuramente la cosa dispiacerà anche all'estensore della lettera però è facile scrivere di "piena collaborazione con le istituzioni statali" quando si sta comodi in un ufficio di Curia non condividendo minimamente la non romantica quotidianità delle ormai disossate comunità religiose a Roma e nel resto del mondo.
Il Babuino intanto sta a guardare ... mentre il Tevere scorre ...

Andrea Carradori